Ezequiel Schelotto. <span>Foto Cosimo Campanella</span>
Ezequiel Schelotto. Foto Cosimo Campanella
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Calcio, tennis, motori, football americano e molto altro. Il 2024 dello sport a Barletta (parte prima)

Dodici mesi di sport all’ombra di Eraclio: tra clamorosi fallimenti, grandi successi, rinascite, miracoli e polemiche.

Riassumere a qualsiasi livello un anno di sport non è impresa semplice. O per lo meno non è semplice farlo senza scadere nelle solite banalità trite e ritrite, tendendo a enfatizzare sin troppo successi anche solo parziali, e a sminuire in modo talvolta eccessivo e poco costruttivo insuccessi, quando non veri e propri fallimenti.

A facilitare il nostro racconto, quello del 2024 dello sport barlettano, questa volta ci hanno pensato nel bene e nel male gli stessi protagonisti di cui andremo a narrare successi e fallimenti, splendori e miserie, in un 2024 che sta per passare agli archivi come un anno mai così tra il bianco e il nero. Un anno fatto di grandi successi, in qualche caso di veri e propri miracoli sportivi, ma anche di rovinosi e ben noti fallimenti. Un anno in cui c'è stato spazio per grandi e belle conferme, ma anche per roventi polemiche. Un anno, come già detto, tra il bianco e il nero, con poche, pochissime sfumature di grigio. Un anno, il 2024 dello sport a Barletta, che vale la pena ripercorrere mese per mese.

Gennaio - il botta e risposta Dimiccoli-Dibenedetto e un Barletta allo sbando
Il 2024 si apre, e non poteva essere altrimenti, con la grave crisi tecnica, e prima ancora societaria del Barletta calcio. In campo la squadra è reduce da un dicembre a tratti disastroso, con le sconfitte interne contro Team Altamura e Martina che hanno definitivamente fatto saltare il tappo della contestazione nei confronti della società. L'allenatore Ciro Ginestra saluta la compagnia dimettendosi. Al suo posto una vecchia conoscenza: Dino Bitetto, l'uomo della promozione dall'Eccellenza alla D del 1998, che però è reduce dalla non certo esaltante esperienza di Afragola, laddove aveva recentemente operato un certo Gigi Pavarese. Sul mercato è un Barletta dalle porte girevoli, che fa fuori quel poco che restava del fù Barletta di Farina e Daleno per lasciare spazio ai vari Basanisi, Lamonica e Capone. Si spera nella svolta, ma tra Paganese, Santa Maria Cilento, Gallipoli e Nardò arriverà la miseria di un punto, con Bitetto che viene sollevato dall'incarico con un Barletta ormai in piena zona playout, e con un Dimiccoli che nel frattempo da via a un botta e risposta con gli aspiranti acquirenti della società Michele Dibenedetto e Giuseppe Di Vittorio. Il tutto mentre il sindaco Cannito invita i tutti i protagonisti di quella che sta a tutti gli effetti diventando una soap opera, a impegnarsi per scongiurare la retrocessione in Eccellenza.

Febbraio - la Coppa Davis a Barletta, la speranza Ciullo e il malumore dei tifosi in piazza
Mentre il calcio a Barletta vive un momento delicato, è il tennis che inizia a ritagliarsi uno spazio via via sempre più importante nella cronaca sportiva cittadina. Savino Lapalombella, appena eletto presidente del Circolo "Hugo Simmen", bagna il suo debutto con l'arrivo a Barletta della riproduzione ufficiale della Coppa Davis conquistata in novembre da Jannik Sinner e compagni. L'arrivo della celebre "insalatiera" anticipa quello che sarà il grande successo dell'edizione 2024 del Challeger ATP "Città della Disfida".

Ma mentre il tennis inizia a far prepotentemente capolino nella cronaca sportiva barlettana, è sempre la preoccupante situazione del Barletta Calcio a catturare le maggiori attenzioni. L'esordio in panchina di Ciullo non poteva essere peggiore, con il Barletta surclassato in lungo e in largo sul campo del Bitonto penultimo in classifica. L'ambiente è in subbuglio, e neanche l'effimero successo sul Matera firmato da Camilleri e Diaz riesce a placare l'ira dei tifosi che sfocia nella grande e pacifica manifestazione di inizio febbraio per le vie della città. Un'iniziativa che, al netto dei soliti Che Guevara da divano (quelli che "andassero a manifestare per le cose serie!!!"), riscosse grande consenso tra una cittadinanza e una tifoseria che ancora stentava a capire come si fosse passati in pochi mesi dal trionfo in coppa di Rieti e da una Serie C sfumata per cinque punti, allo sprofondo del Barletta di Ezequiel Schelotto. Nel frattempo il presidente onorario Mario Dimiccoli continua il suo rimpallo di accuse e controaccuse con Michele Dibenedetto, con quest'ultimo che finisce col ritirare la propria offerta di acquisto della società. A completare un quadro già di per sé desolante, arrivano inoltre le voci su di un presunto interesse alle sorti del Barletta da parte di Claudio Lotito. Interesse di cui non si sa se fosse a conoscenza o meno dello stesso patron laziale…

Marzo - c'è anche una Barletta che sorride, e non solo nel calcio…
Al disastroso andamento del Barletta calcio, fa da contraltare l'ottimo momento dell'Audace Barletta di Beppe Iannone, che uscita sconfitta dallo scontro diretto decisivo contro il Maracanà San Severo, si prende una grande rivincita eliminando i sanseveresi dalla Coppa Puglia di Prima Categoria (3-0 al "Ricciardelli" e 0-0 al Manzi-Chiapulin), riservando poi lo stesso trattamento all'Ideale Bari (3-2 a Modugno e 0-0 a Barletta), qualificandosi così per la finale di Coppa Puglia di Prima Categoria. Prima Categoria dove batte finalmente un colpo anche l'Etra, che dopo mesi di crisi, dopo l'addio di mister Dibenedetto e di numerosi protagonisti delle passate annate, torna alla vittoria sconfiggendo il Real Sannicandro in uno scontro diretto vitale per la permanenza nella categoria.Un risultato che costituirà il primo mattone di quella che sarà una rimonta clamorosa.
E mentre nel calcio Audace ed Etra iniziano pian piano a indorare la pillola del disastro del Barletta, dagli altri sport giungono notizie decisamente più confortanti: con Mimmo Ricatti, vecchio leone dell'atletica leggera pugliese che a Margherita di Savoia si aggiudica la Mara e Sale Half Marathon, e soprattutto con Luigi Bollino e Savio Piazzolla della palestra SportsLab che trionfano nei campionati regionali di pugilato rispettivamente nelle categorie Junior 70kg e Youth 61kg.

Aprile - Barletta la città del tennis, il trionfo dell'Audace e il miracolo dell'Etra Vancouver. Adios "Galgo"
Dopo i turni di qualificazione disputatisi a fine marzo, la ventitreesima edizione del Challenger ATP "Città della Disfida" entra nel vivo il 1°aprile con le prime partite del tabellone principale, e lo fa subito con il botto, con l'italiano Vincent Ruggeri che elimina al primo turno il georgiano testa di serie numero 1 Nikoloz Basilashvili. Ma il favore e la simpatia del competente pubblico del circolo "Hugo Simmen" sono tutti per il fratello d'arte Jacopo Berrettini, che si spinge fino in semifinale dove mette in serissima difficoltà il francese Harold Mayot, che alla fine finirà col prevalere col punteggio di 6-3 7-6 in un match dove il transalpino si lascerà andare a un atteggiamento a tratti sgradevole nei confronti del pubblico.
Ma se nella semifinale tra Berrettini e Mayot sarà ricordata per l'occasione mancata dall'italiano e per le intemperanze del francese, la seconda, quella tra il bosniaco Damir Dzumhur e il kazako Timofey Skatov può senza dubbio alcuno essere annoverata tra i match più belli dell'intera storia del Challenger barlettano, con Skatov che surclassa letteralmente Dzumhur nel primo set (6-1), per poi cedere 3-6 nella seconda partita. L'avvio del terzo e decisivo set sembra la perfetta fotocopia del secondo, con Dzumhur che si porta agevolmente sul 3-0. Ma Skatov, un tipino dal temperamento e gelido e misterioso come la sua terra, non si scompone minimamente e rimonta clamorosamente lo svantaggio dal focoso bosniaco che di lì in poi avrà un momento di crisi, figlio anche di un fastidio fisico che lì per lì sembra decidere la partita a vantaggio di Skatov. Ma Dzumhur si ricorda di essere stato numero 23 al mondo e con un grandissimo finale di partita riesce ad aver ragione in primis del suo polpaccio malandato, e poi per 6-4 dell'inossidabile e fastidiosissimo avversario kazako.

La finale sarà quindi tra Dzumhur e Mayot. Un match, dal punto di vista dei favori del pubblico, con un vincitore praticamente annunciato, che però poi si rivelerà tale anche sulla terra rossa del campo centrale. Dzumhur avrà infatti la meglio su Mayot col punteggio di 6-1 6-3 in una finale senza storia, con la vittoria del bosniaco praticamente mai in discussione.
La vittoria nel torneo di doppio andrà invece alla coppia formata dal ceko Zdenek Kolar e dal taiwanese Tseng Chun-Hsin, che avranno la meglio in finale sulla coppia francese formata da Benjamin Bonzi e da Theo Arribage.
Il successo di Dzumhur nella finale del singolare di domenica 7 aprile, va a concludere un'edizione tra le più belle in assoluto della storia del Challenger ATP "Città della Disfida", proprio nel mentre allo stadio "Tonino D'Angelo" di Altamura, i biancorossi locali stanno per riabbracciare il calcio professionistico di fronte a un Barletta che invece sta per esaurire le residue speranze di evitare una clamorosa retrocessione in Eccellenza. Retrocessione apparsa ai più pressoché certa, dopo che la domenica precedente una Fidelis Andria praticamente in ciabatte, supera per 2-1 un Barletta impotente, insulso e inconcludente, in un "Puttilli" scosso e per tre quarti deserto in memoria di "Pedro" Di Giorgio, storico tifoso della Curva Nord prematuramente scomparso qualche giorno prima.

Pochi giorni dopo la sconfitta contro la Fidelis, il Barletta dice addio a Ezequiel Schelotto. La "stella", il leader (sic), quello che sarebbe dovuto essere il giocatore simbolo del Barletta per eccellenza - e che invece è diventato giocatore simbolo di un Barletta da Eccellenza - saluta la compagnia e rescinde il suo contratto un mese esatto prima della catastrofe di Angri. In ogni caso troppo tardi per sfuggire a una "damnatio memoriae" da parte del popolo biancorosso che il "Galgo" ha fatto ben poco per non meritarsi. Perchè, caro "Galgo", tralasciando questioni di spogliatoio ormai di dominio pubblico, siamo contenti di vederti in TV a commentare il calcio argentino. E se magari un giorno capitassi dalle parti di Rosario, sotto la "hinchada" de "Las Canallas" (tifoseria del Rosario Central), cerca di farti spiegare da tale Nicolas Laviano (uno che a Barletta, parole sue, ci sarebbe tornato a piedi) cosa vuol dire sudare davvero per la maglia biancorossa, e quanto sia bello e appagante correre felice dopo un gol a ricevere il caldo abbraccio della Nord. Quella curva Nord alla quale tu a malapena rivolgevi lo sguardo. Adios "Galgo": nunca volver a vernos.

Le belle notizie per un calcio barlettano ormai sull'orlo del baratro arrivano dalle categorie inferiori, dove l'Audace Barletta di Beppe Iannone vince la Coppa Puglia di Prima Categoria superando in finale lo Squinzano grazie al successo per 2-0 in Salento e alla sconfitta per 0-1 al Manzi-Chiapulin. Un trionfo che sembra l'ideale preludio al gran salto (via play off, a mal che vada grazie a un ripescaggio pressoché sicuro grazie al successo di coppa), nel campionato di Promozione.
Ma se quello dell'Audace è un sogno che starebbe per realizzarsi, quello dell'Etra-Vancouver è un'impresa che resterà negli annali del calcio dilettantistico barlettano. La squadra guidata dal duo Martire-De Finis, nell'ultima giornata del girone A di Prima Categoria, vincono per 4-1 a Vieste, superano in classifica in un solo colpo Virtus Molfetta e Noicattaro e ottengono una salvezza diretta che pareva impossibile solo qualche settimana prima.
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