Vittoria Titomanlio
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Giornata Internazionale della donna, la riflessione di Michele Grimaldi

La nota dello storico e archivista con un focus su Vittoria Titomanlio

Riceviamo e pubblichiamo una riflessione dello storico e archivista Michele Grimaldi sulla Giornata Internazionale della donna con un focus sulla costituente Vittoria Titomanlio.

L'8 marzo di ogni anno si celebra in tutto il mondo la Festa della Donna o, più correttamente, la Giornata Internazionale dei Diritti della Donna.

I principi che la Festa della Donna vuole diffondere sono fondamentali per il riconoscimento del ruolo femminile nella società ed è quindi un'occasione per riflettere e porsi nuovi obiettivi di emancipazione, attraverso lo sviluppo di progetti a favore di quante vivono condizioni di forte disagio ed emarginazione.
Per non ridurre tutto a mimose e inutili convivi, mi piacerebbe "festeggiare" le donne ricordando una Donna ed una Donna barlettana che ha letteralmente fatto la storia della nostra Repubblica, sto parlando di Vittoria Titomanlio, una delle 21 Costituenti.
Il mio primo incontro con Vittoria Titomanlio è avvenuto in modo contemporaneo, cioè "googlando" in cerca di notizie sulle ventuno "madri costituenti", le uniche persone di sesso femminile chiamate a scrivere la nostra Costituzione.
Delle ventuno non è sicuramente la più conosciuta (in realtà se ne ricordano forse un paio, a essere davvero ben informati e cioè Nilde Iotti e Angelina Merlin), ma scorrendo le didascalie sotto alle loro foto, volti istituzionali eppure aperti e sorridenti sotto la filigrana grigia e nera, mi sono imbattuto nella dicitura "nata a Barletta", sotto a quella di Titomanlio.
Ho deciso perciò di avvicinarmi alla sua figura e di approfondirne la conoscenza, per scoprire una donna moderna, precorritrice ed esemplare, nel senso letterale della parola, ossia termine di paragone e figura in grado di guidare e ispirare scelte e azioni anche di donne della nostra epoca.
Parlare di "femminismo", a proposito di Vittoria Titomanlio così come di altre figure a lei vicine o addirittura molto più lontane nel tempo, mi appare scorretto o quanto meno poco appropriato, una scelta forzata dettata da quel clima culturale attuale, per il quale è lecito decontestualizzare e ricollocare arbitrariamente figure e personaggi storici o comunque di altre epoche, in mezzo ad un'atmosfera quanto mai attuale e figlia delle evoluzioni più recenti della società, ma che tuttavia si pretende atemporale e sempre e comunque valida, adatta per essere applicata ovunque, dalla caverna, alla reggia di Versailles, all'astronave.
Vittoria Anna Sterpeta Titomanlio nasce a Barletta in via Canosa al civico 20 alle due e venti del 22 aprile 1899 da Titomanlio Sabino, Ispettore Demaniale residente a Napoli ma a Barletta per lavoro e da De Boffe Carolina, Vittoria visse i suoi primi anni nella Città della Disfida. Maestra elementare, fin da giovane entra nel mondo dell'associazionismo cattolico: fa infatti parte del consiglio diocesano di Napoli, nel 1928 entra nella Gioventù femminile dell'Azione cattolica e nel 1932 è nominata propagandista nazionale, carica che la porta a girare l'Italia per tenere corsi e relazioni.
Prima di entrare in politica si prodiga per la formazione e l'assistenza ai lavoratori, temi a cui si dedica con passione e con forte spirito di sacrificio. Queste attività dall'impronta sociale, culturale e ricreative legate all'Azione Cattolica iniziano a essere ostacolate dal fascismo: nel maggio 1931 le sedi dei circoli cattolici sono chiuse. Nonostante ciò la Titomanlio continua la sua attività, divenendo consigliere nazionale dell'Associazione italiana maestri cattolici e segretaria provinciale delle ACLI (Associazione Cattolica Lavoratori Italiani), delegata nazionale del Movimento femminile per l'artigianato italiano e membro del comitato consultivo ministeriale per l'artigianato e le piccole industrie. Entra infine a far parte del Consiglio nazionale del Movimento Femminile della Democrazia Cristiana e, nel 1947, del Comitato centrale del Movimento diretto da Maria De Unterrichter Jervolino. Si ritroveranno, come deputate, tra i banchi dell'Assemblea Costituente dopo le elezioni de 2 giugno 1946: la Titomanlio, nella lista della Democrazia Cristiana, aveva ottenuto 20.861 voti.
Il 2 giugno 1946 è eletta all'Assemblea Costituente nella lista della Democrazia Cristiana con 20.861 voti: è l'inizio di una lunga carriera politica che la vedrà membro attivo del Parlamento per quattro legislature dal 1948 al 1968. Memorabile è l'intervento in Aula, nel pieno della Costituente, tenuto il 4 giugno 1947 durante la discussione sul Titolo V del progetto di Costituzione: in questa occasione la Titomanlio difende l'autonomia regionale e ne sostiene i vantaggi, nella garanzia e nel rispetto delle singole tradizioni ed esigenze, come espressione di libertà e democrazia.
"In questi giorni è stato lungamente discusso di autonomia e di unità nazionale, come se l'autonomia dovesse distruggere l'unità nazionale. Comprendiamo benissimo, anche perché lo hanno dimostrato tanti onorevoli colleghi, che l'autonomia può esistere, rispettando l'unità nazionale. Anzi, l'autonomia è una conseguenza della libertà e della democrazia" (dal discorso pronunciato in Aula il 4 giugno 1947).
Nella II legislatura fa parte della Commissione parlamentare consultiva per le norme relative all'assicurazione obbligatoria degli artigiani contro le malattie e alla Commissione parlamentare consultiva sulla disciplina giuridica delle imprese artigiane, mentre nella III legislatura è membro della Commissione speciale incaricata di esaminare i disegni di legge e le proposte di provvedimenti straordinari per il Comune di Napoli. Si è distinta anche per il suo proficuo impegno nella società civile che le ha permesso di ricoprire l'incarico di Presidente in varie istituzioni e di dirigente in vari Enti come l'ACAI (Associazione Cristiana Artigiani Italiani) e l'INIASA (Istituto Nazionale per l'Istruzione e l'Addestramento nel Settore Artigiano).
Muore il 28 dicembre 1988 a Napoli.
È stata, a mio parere, una donna "moderna" perché lungimirante e innovatrice; che ha sentito ogni altra donna vicina, al di là di differenze sociali, culturali e d'opinione, e per altre le donne e con le altre donne si è battuta, nella prospettiva di una società migliore; un funzionario pubblico orientato al cittadino e alla cittadina, lavoratore e lavoratrice; un esempio per le donne di oggi e di domani.
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