Amarcord cartello
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Cronaca

Amarcord, un cartello e il dissequestro

Compare un invito firmato "quelli dell'Amarcord". Chi saranno gli ignoti grafomani?

Dopo la denuncia del commercialista tranese finito nelle reti dei cravattari, rimane ai domicilari il Mangino, l'imprenditore barlettano di origini andriesi considerato l'erogatore di denaro e dunque a capo dell'articolata organizzazione. Secondo gli inquirenti non è stato solo il suddetto commercialista il destinatario dei "prestiti" a tasso di usura bensì tantissimi altri, complice anche la crisi economica che non ha risparmiato duri colpi al locale sistema impresa. Si ipotizzava dell'interessamento di un noto farmacista barlettano, come emerso da un'intercettazione telefonica; potrebbe tuttavia essere uno stratagemma del Mangino per "appesantire" maggiormente le minacce alle vittime, a tutt'oggi infatti gli inquirenti non hanno prove in tal senso.

Ieri è apparso sui vetri del noto bar, un cartellone, scritto a pennarello e probabilmente a mano dei tanti sostenitori/avventori dell'Amarcord. Il sequestro, seppur doveroso, è stato percepito come eccessivo. Dello stesso avviso anche uno dei soci, non indagato, che tramite legali ha presentato istanza di dissequestro del locale. Istanza accettata, per la gioia degli ignoti grafomani che hanno dimostrato un insolito attaccamento al "tempio" di tanti pomeriggi tranquilli. Lo strappo che si nota sul cartello è invece un ulteriore inno alla civiltà, molti infatti ci hanno comunicato la presenza di questa scritto intimandoci di far presto «prima che venga strappato». Siamo tutti barlettani.
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