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Ferragosto, la pace della Festa dell’Assunta e della Città marinara

Una riflessione di Nicola Palmitessa

«"Quando io parlo di guerra, parlo di guerra sul serio, non di guerra di religione: no. C'è guerra di interessi, c'è guerra per i soldi, c'è guerra per le risorse della natura, c'è guerra per il dominio dei popoli: questa è la guerra. Qualcuno può pensare: 'Stà parlando di guerra di religione'. No. Tutte le religioni vogliono la pace. La guerra la vogliono gli altri. A queste recenti e veraci dichiarazioni di Papa Francesco, ciascuno potrebbe aggiungere le inconfessate (ma non troppo celate) intenzioni di guerra personale (e ideologica) verso il suo prossimo: nella sua vita privata, come in quella pubblica e contro i più elementari sentimenti di natura religiosa. Ivi comprese le feste a tradizione religiosa come questa del 15 agosto di Maria santissima Assunta in cielo. Quale risposta si potrebbe attendere da nazioni e città d'Europa che si scoprono con una mentalità atea e materialista? Che non si tratti di guerra religiosa, lo hanno testimoniato anche numerose presenze di musulmani durate le celebrazioni Eucaristiche. Alcuni, contrariamente a certe istituzioni, hanno pure invitato a rimettere il Crocifisso nelle scuole. La guerra silenziosa, in realtà, proviene da una mentalità civile e politica che viene da lontano. E si farebbe 'religiosità' e 'liturgia' del potere mondano, con le sue fiere dalla vanità. Cosa ci aspetteremmo da un uomo che si atteggia, o meglio, scimmiotterebbe, Dio stesso? Quale destino per la stessa conservazione del Creato e delle sue creature, affidato da Dio allo stesso uomo?

Questa del 15 agosto è una delle più antiche feste di Barletta di cui oggi si abbia memoria. Sappiamo che il 20 dicembre del 1234 Federico II di Svevia conferì alla città di Barletta il privilegio della Fiera dell'Assunta, cui già esisteva - ce n'è traccia in un documento del 1169 - ma era rilegata all'ambito cittadino, mentre Federico II la estese a tutto il Regno di Sicilia. In realtà abbiamo scoperto documentazioni precedenti: come quello del 1232 ed un altro ancora precedente che risale ai Normanni, del 1185. Inoltre dalla Istoria di Francesco paolo de Leon, scritta nel 1769, apprendiamo che il titolo "di S. Maria dell'Assunta" dell'attuale nostra Concattedrale risalirebbe prima ancora, cioè al 1153: (il capitolo della Collegiata di s. Maria era sotto la protezione di Bisanzio, pp. 7-8).

Era tradizione – che ha perdurato fino agli anni '60, tuttora se ne ha una sbiadita memoria – che in questa celebre data venivano onorati i propri debiti. E non solo contrattuali e monetari, ma anche morali e spirituali. Il tutto anche per onorare la Vergine Assunta in Cielo anima e corpo, affidando sotto la sua Celeste protezione i buoni auspici sui frutti del lavoro secondo i patti stabiliti tra contraenti.

Oggi, in questo triste periodo di crisi economica e morale, di un lavoro irriverente verso la natura e la bellezza del Creato, non sarebbe buon auspicio affidarci a Lei? E alla sua provvidenziale protezione per le nostre tentazioni di inventarci una religione 'umana' che non cerca più il senso di Dio? perché attardaci ancora ai continui litigi di sfrenati individualismo etico-sociale e sterili contrapposizioni tra schieramenti politici contrapposti? Il tempo di festa non coincide forse con la Domenica e l'utile invenzione del tempo libero con quello del giorno del Signore Risorto, per invitarci alla contemplazione del creato e dell'amore verso la dignità umana? Se già nell'alto Medioevo, la Chiesa vietava rigorosamente ai re della terra l'uso delle armi il giovedì, la domenica e durante le feste religiose, perché oggi alcuni consiglieri comunali si sfiatano nel proporre di tassare il povero venditore di palloncini per i bambini, proprio durante le feste religiose rionali o cittadine? In Occidente la civiltà è nata da un'idea di Dio nel celebrare la festa per eccellenza, quella della Risurrezione di Cristo Gesù. E durante l'era del cavallo, la storia viaggiava sul mare e sulle coste delle grandi città costiere. Da questa prospettiva, quella di Barletta, dai Normanni in poi, è la storia della città marinara per eccellenza, sorta dopo la repubblica di Amalfi. Dopo i primi quattro saggi storici, pubblicati e presentati in questi anni, ed il celebre Premio indetto lo scorso hanno: "Barletta città marinara 2015", sono in dovere di fare un qualche aggiornamento.

Il primo, che ci riempie di gioia, è il constatare che svariate decine di vetrine nel centro cittadino siano state meravigliosamente arredate come forte richiamo alla vita sul mare e dal mare. La seconda novità, è che in questi giorni, abbiamo portato alle stampe altri due volumi dal titolo: Barletta: "La Città marinara per il regno"; e l'altro: "Il regno per la città marinare di Barletta, e quelle 'minori' di Taranto, Brindisi e Trani". In breve, se anche nel '400, Barletta si conferma città marinara, il cuore pulsante di tale città, lungo la storia, è rappresentato dal centro marinaro di S. Maria e della splendida Cattedrale di Barletta e Concattedrale diocesana, dedicata come si è detto, A Maria santissima assunta. Il frutto di queste faticoso lavoro, lo offro a Maria Santissima Assunta e ai politici che faranno festa, con altrettanta fatica. E con la pace nel cuore».

Dott. Nicola Palmitessa, Centro studi: La Cittadella Innova

  • Nicola Palmitessa
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