Intervista a Potito Starace
Intervista a Potito Starace
Tennis

Tennis, Volandri e Starace giocano in anticipo la semifinale dell'Open Barletta

Il tennista livornese e quello campano ai nostri microfoni

Ci sono un livornese e un avellinese, precisamente di Cervinara il secondo, su un campo di terra rossa pugliese: no, non è l'inizio di una barzelletta, tantomeno un inno all'unità nazionale post-caduta leghista. E' semplicemente la preview di quanto accadrà oggi, nelle prime ore del pomeriggio presso i campi del Circolo Tennis "Hugo Simmen" si sfideranno per la seconda semifinale del Main Draw Singles del XVI Open Barletta "Città della Disfida-Selezione Casillo" gli italiani Filippo "Pippo" Volandri e Potito Starace, rispettivamente numero 58 e numero 70 del ranking mondiale. Noi di Barlettalife abbiamo anticipato la super-sfida del pomeriggio, che permetterà a un portabandiera tricolore di accedere alla finalissima in programma domani, a Pasqua, con una doppia intervista ai due tennisti, che ieri mattina, prima dei quarti di finale, scherzavano in libertà sui divanetti della sala relax del circolo:

Potito Starace, dopo aver superato gli spagnoli Martì e Munoz-De La Nava nelle prime due partite, ieri hai superato il quotato rumeno Hanescu. Rafforzato da questi successi? Con che animo ti avvicini alla sfida con Volandri?
«Ho superato un avversario di spessore oggi, Hanescu è stato tra i primi 30 del mondo; l'avevo già incrociato altre volte, dando vita a sfide molto combattute. Nelle partite precedenti ho sconfitto due avversari di buon livello: sono contento per le prime tre partite, sono fiducioso ora, ma domani (oggi, ndr) sarà una sfida comunque molto difficile».

I due spagnoli che hai incontrato sono tra gli astri nascenti del tennis mondiale. Come li hai trovati in campo?
«Martì mi ha molto impressionato: è un giocatore giovane, e arriverà lontano. Contro Munoz-De La Nava, invece, ho avuto meno difficoltà: credo di avergli regalato qualche punto nel primo set, poi nel secondo sono salito in cattedra e ho conquistato la vittoria».

Sei tornato a Barletta dopo qualche anno di assenza. Che organizzazione hai trovato?
«Davvero molto ben fatto il torneo, l'organizzazione ha lavorato al meglio, sono molto soddisfatto. Secondo me il fatto di giocare in questa settimana è un vantaggio: dapprima perchè non ci sono altri tornei in questa settimana, poi per essere un Challenger ho visto sin qui una straordinaria risposta di pubblico. E' un Challenger di sicuro valore, e la gente presente sugli spalti lo testimonia».

A Barletta non ha mai vinto un italiano: sarà l'anno buono il 2012?
«Beh, speriamo davvero di sì, almeno uno in finale ci sarà (ride, ndr)...».


Volandri, semifinali raggiunte con qualche difficoltà contro un avversario ostico come Brands. Problemi derivati soprattutto dalla velocità del servizio del tedesco, che però è risultato essere un po' più statico di te.
Sapevo che sarebbe stata una partita complicata. Essendo alto più di 2 metri, serve davvero bene, spesso oltre i 200 all'ora. Sapevo che sarebbe stato difficile, soprattutto oggi (ieri ndr) che fa molto caldo, c'è il sole e la palla va più veloce. Però alla fine ho risposto molto bene e ho giocato bene soprattutto nei momenti importanti, come alla fine del primo e del secondo set. Tutto sommato, sono molto contento.

Una vittoria che è arrivata anche grazie all'apporto del pubblico che ti ha incitato dal primo all'ultimo minuto della partita.
Si, io qui vengo sempre volentieri perché il pubblico è sempre così, sin dal primo turno viene sempre a vedere. Oggi le tribune erano piene da entrambi i lati e quel pizzico di forza in più mi arriva da loro.

In semifinale dovrai affrontare uno tra Hanescu e Starace (è stato poi l'italiano a spuntarla). Chi temi di più tra i due?
Entrambi sono ottimi giocatori. Il loro è il quarto più duro, perché comunque Hanescu sta giocando bene ed è un giocatore molto difficile da battere. Anche Potito non è da meno ed è altrettanto difficile batterlo. Comunque vada, domani (oggi ndr) sarà dura, però ci proveremo, come sempre.
Domande a cura di
Enrico Gorgoglione
Luca Guerra
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