Maria Pia Lionetti
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Buona Festa della Donna con... Pia Lionetti

L'arciera barlettana parla a Barlettalife con un occhio a Londra 2012

Si celebra l'8 marzo, la Festa della Donna, e la redazione sportiva di Barlettalife vuole tingersi di rosa, trascorrendo la ricorrenza con le sue lettrici e le protagoniste dello sport barlettano su scala nazionale. Protagonista dell'intervista odierna è l'arciera barlettana Pia Maria Carmen Lionetti, tornata sul gradino più alto del podio dell'arco olimpico nazionale. Infatti, ai Campionati Italiani indoor disputati nel fine settimana, nei giorni compresi tra il 2 e il 4 marzo, presso la Fiera di Padova, la 25enne tiratrice nata all'ombra della città di Eraclio, ha conquistato un doppio titolo nazionale: quello di classe Seniores e quello Assoluto. Il titolo di classe è arrivato al termine dei tiri preliminari che hanno visto la Lionetti ottenere il miglior punteggio con un totale di 581 punti, a precedere la siciliana Grazia Pina Monaco e la compagna di squadra Guendalina Sartori, entrambe distanziate di una sola lunghezza. Un traguardo importante, che precede la "World Cup 2012", in programma tra aprile e giugno in Cina, Turchia e Usa, e gli Europei Targa di maggio ad Amsterdam. Tematiche ripercorse nella nostra conversazione con la Lionetti, parole che hanno tenuto sempre all'orizzonte l'obiettivo principale della stagione per l'arciera della "Polisportiva Arcieri del Sud", le Olimpiadi di Londra 2012:

1) Partiamo dall'ultimo successo, quello dei campionati italiani indoor di Padova, dove hai riempito il tuo medagliere di altri trofei prestigiosi.
"E' stata un'esperienza davvero soddisfacente quanto inaspettata: sono davvero contenta del successo ottenuto. L'ultimo anno non era stato molto felice per me dal punto di vista agonistico. Purtroppo non ero riuscita a qualificarmi al mondiale, e con questo successo non ho certo conquistato con certezza la carta olimpica. Stiamo svolgendo delle gare che ci fanno giocare senza carta".

2) Possiamo però dire che la prestazione patavina ti dà fiducia verso l'obiettivo olimpico?
"Sicuramente molta fiducia, anche se per ora preferisco non pensare del tutto a Londra 2012; dopo l'ultima gara ho maggior fiducia nei miei mezzi, anche se certezze non se ne possono avere, saremo tutte in ballo fino alla fine. Sarà il direttore tecnico a decidere la squadra maggiormente affiatata: vedremo come andrà a finire, spero nel migliore dei modi".

3) Il tuo successo a Padova è un segnale di continuità con gli ultimi anni di carriera: a breve il Comitato Regionale del Coni ti assegnerà anche una medaglia d'oro al valore sportivo. Quanta attesa c'è per quest'evento da parte tua?
"E' un regalo nel quale confidavo da diverso tempo. Credevo di averla conquistata con la vittoria del mondiale indoor nel 2005, ma arrivarono invece prima la medaglia di bronzo, poi quella di argento per l'Europeo del 2004, consegnatemi nel 2006. Per me la notizia è stata una bellissima sorpresa: mi è arrivata notizia attraverso una lettera firmata dal presidente Petrucci. E' il riconoscimento più elevato che si possa avere dal Coni, e sono estremamente gratificata per questo".

4) Donne e 8 marzo: come vive questa data Maria Pia Lionetti?
"Non è certo un giorno come un altro, ma ad essere onesta non vivo con grandissima partecipazione questa data, non avendo vissuto di persona il periodo storico che ha dato vita a questa data e alla sua importanza cruciale. E' senza dubbio una giornata importante per tutte le donne, ma per fortuna viviamo in un'epoca di emancipazione per il sesso femminile, quindi è importante ricordare questa data, anche se non la vivo molto intensamente".

5) Come sarà il tuo 8 marzo?
"Come sempre mi allenerò. Non esiste festività che tenga davanti agli allenamenti: è questa la mia filosofia".

6) Tu sei molto giovane, hai 25 anni, un'età in cui molti ragazzi, anche qualificati, tardano a trovare un posto fisso. Come ti confronti con i tuoi coetanei? Sei contenta per esserti già realizzata professionalmente? Ti senti fortunata per questo?
"Sì, sicuramente sono fortunata. Io partivo svantaggiata nel mio ambito perché nel mio sport, per essere riconosciuti come atleti, abbiamo due strade: vestire una divisa militare oppure affidarci a uno sponsor. Io ho avuto la fortuna di entrare nel corpo dell'aeronautica Militare, e rispetto ai miei coetanei sono sicuramente fortunata: ho una carriera avviata, al contrario di tanti miei amici di pari età, che pur avendo tanti titoli e tante qualifiche tardano a trovare, purtroppo, collocazione nel mercato del lavoro".

7) Quando hai scoperto di voler fare l'arciera?
"Ho tirato la mia prima freccia a quattro anni e mezzo, giovanissima. Mio padre tirava con l'arco e faceva tiro a segno, mentre mio fratello, che ha sei anni più di me, praticava anche lui il tiro con l'arco: infatti è con lui che ho tirato la prima freccia. All'inizio non era uno sport che amavo: ricordo lunghe domeniche ad assistere alle gare di mio padre e mio fratello".

8) Non fu dunque un amore a prima vista…
"No, ho provato diversi sport prima. In realtà, essendo cresciuta in un condominio con tanti bambini maschi, avrei voluto praticare calcio, ma per fortuna non c'erano squadre di calcio femminili nei dintorni e questo sogno è naufragato. Poi mi sono cimentata nella danza classica e ancora nella pallavolo, che ho praticato per quattro anni. Non ho mai lasciato il tiro con l'arco però, perché mi dicevano che avevo un talento innato per la disciplina, e per questo i miei genitori hanno insistito nel farmelo praticare. Poi, nel momento in cui ho subito una grande delusione dalla pallavolo, ho deciso di puntare tutto su arco e frecce".

9) A che età sono arrivati i primi trofei giovanili?
"La mia prima gara risale al 1997; nel 2000 ho conquistato la prima coppa indoor, a Foggia, nella categoria "Ragazzi", dove ero la più piccola in gioco e ho conquistato un terzo posto e una medaglia che conservo ancora con gelosia".

10) Torniamo sul tema "rosa": quanta differenza di considerazione c'è tra gli sport maschili e quelli femminili ancora oggi?
"Ce n'è ancora tanta: purtroppo io riconduco la differenza di interesse al testosterone. Gli uomini ne hanno tantissimo, noi pochissimo, quindi è normale che riescano a produrre performances molto più durature in ambito sportivo e a richiamare maggiore attenzione per il ritmo che riescono a conferire alla pratica sportiva, rendendola più interessante. Purtroppo questo dà vita a prestazioni molto più veloci in sport, oltre al tiro con l'arco, come tennis, calcio e volley, nella categoria maschile che in quella femminile. Non possiamo farci niente. A meno di non voler dopare tutte le donne fino a farci crescere la barba…(ride, ndr)".

11) Adesso vi saranno diversi raduni per preparare la World Cup, che farà tappa in Cina, Turchia e Usa, e nel mezzo gli Europei Targa: comprendendo le Olimpiadi in programma ad agosto 2012, possiamo dire che si tratterà di sei mesi cruciali per te?
"Certo, se conquistassi la qualificazione a tutti questi impegni avrei la strada spianata per Londra 2012. Per fortuna, però, se dovessi mancare questa Olimpiade, ne avrei tante altre davanti. Abbiamo esempi di atleti, come Ilario Di Buò , che a 40 anni si mantengono ancora ad altissimi livelli, facendo la storia del tiro con l'arco italiano. Io sto lottando per rientrare nella rosa che sarà della spedizione di Londra, ma se non dovessi riuscirci ce ne saranno altre a cui partecipare in seguito…"

12) In chiusura, cosa ti auguri per lo te e lo sport femminile in questo 2012?
"Il mio auspicio riguarda le prossime Olimpiadi. Spero che gli sport femminili, e in particolare il tiro con l'arco, abbiano maggiori spazi televisivi. Nel 2008, purtroppo non sono stati comprati i diritti della nostra gara, i miei genitori si sono svegliati alle 4 per vedermi, ma niente, al nostro posto trasmettevano il calcio…"

E noi speriamo di vedere prima di tutto te a Londra, cara Maria Pia..
Come nasce la ricorrenza dell'8 marzo:

Le origini della festa dell'8 Marzo risalgono al lontano 1908, quando, pochi giorni prima di questa data, a New York, le operaie dell'industria tessile Cotton scioperarono per protestare contro le terribili condizioni in cui erano costrette a lavorare. Lo sciopero si protrasse per alcuni giorni, finché l'8 marzo il proprietario Mr. Johnson, bloccò tutte le porte della fabbrica per impedire alle operaie di uscire. Allo stabilimento venne appiccato il fuoco e le 129 operaie prigioniere all'interno morirono arse dalle fiamme. Successivamente questa data venne proposta come giornata di lotta internazionale, a favore delle donne, da Rosa Luxemburg, proprio in ricordo della tragedia.
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