Associazioni
Provincia BT, (forse) l'incompiuta commedia di Luigi Pirandello?
La Direzione provinciale del lavoro vada alla città capofila. Secondo la legge è sbagliato porla a Bisceglie
BAT - martedì 17 agosto 2010
Riceviamo dal MIDA e volentieri pubblichiamo in forma integrale un articolo del dr. Emanuele Porcelluzzi, riguardante riguardante l'auspicio che la Direzione Provinciale del Lavoro sia posta a Barletta. Tale ipotesi ricalca le già espresse opinioni del Comitato di Lotta "Barletta Provincia" e del MIDA.
Certamente sì, perché Pirandello, se fosse vissuto sino ai nostri giorni, l´avrebbe scritta, rimpinguando il numero delle sue commedie che già superavano il numero di quaranta e riprendendo, presumibilmente, in essa le sue predilette tematiche della frammentazione della personalità, della verità molteplice e ambivalente, della moderna crisi dei valori morali e della vacuità delle convenzioni sociali. Tornando alla quotidianità, si registra che un´altra tegola si è abbattuta sulla BT: la collocazione della sede della Direzione Provinciale del Lavoro in quel di Bisceglie, perché così individuata dall´Assemblea dei Sindaci, tenutasi il 1°/8/2008. Immediata la replica del Comitato di Lotta "Barletta Provincia", che ha ricordato che la localizzazione degli Uffici statali periferici, a livello provinciale, non può che avvenire in una delle tre città capoluogo, ai sensi della legge 148/2004, rammentando, altresì, che il termine di cui all´art. 2, comma 2° della legge 148/04 (non prima dei tre e non oltre i quattro anni dalla data di entrata in vigore della legge istitutiva) è scaduto, per cui gli altri Uffici periferici dello Stato, tra questi, la Direzione Provinciale del Lavoro, debbono avere la sede necessariamente nel capoluogo in cui è sita la Prefettura.
Tanto è vero che il Consiglio di Stato afferma, in un suo parere, che: "Qualora, invece, vi fossero amministrazioni il cui ordinamento particolare consentisse di scegliere, per i rispettivi uffici di livello provinciale, una sede diversa dal capoluogo di provincia, rientrerà nella discrezionalità degli organi amministrativi competenti a decidere se avvalersi o meno, in questo caso, di tale facoltà" e, a tal proposito, devesi sottolineare che la legge istitutiva affidava all´Assemblea dei Sindaci un incarico meramente consultivo e di supporto al Commissario di Governo negli adempimenti che la stessa legge gli assegnava. Sotto il profilo organizzativo e della razionalizzazione dei servizi ai cittadini, non è auspicabile che la Direzione Provinciale del Lavoro sia ubicata a Bisceglie mentre l´Ispettorato Provinciale del Lavoro sia posto a Barletta, come dispone l´art. 3 della legge 22 luglio 1961 n. 628.
Il policentrismo della sesta provincia pugliese sta a significare che, tra i tre capoluoghi di provincia, devono essere ripartiti gli organi dell´Amministrazione provinciale nel seguente ordine: al primo, la sede legale con la Presidenza; al secondo, la Giunta provinciale; al terzo, il Consiglio provinciale. Il momento della tregua è sempre propedeutico alla pace, per cui, per un attimo e non solo, si depongano codici, codicilli, leggi, pareri e sentenze e si cerchi di smussare gli angoli e di lavorare per il benessere del territorio, perché la provincia BT è ormai una realtà e deve, quindi, essere accettata, senza farla transitare per le forche caudine di sannita memoria.
Certamente sì, perché Pirandello, se fosse vissuto sino ai nostri giorni, l´avrebbe scritta, rimpinguando il numero delle sue commedie che già superavano il numero di quaranta e riprendendo, presumibilmente, in essa le sue predilette tematiche della frammentazione della personalità, della verità molteplice e ambivalente, della moderna crisi dei valori morali e della vacuità delle convenzioni sociali. Tornando alla quotidianità, si registra che un´altra tegola si è abbattuta sulla BT: la collocazione della sede della Direzione Provinciale del Lavoro in quel di Bisceglie, perché così individuata dall´Assemblea dei Sindaci, tenutasi il 1°/8/2008. Immediata la replica del Comitato di Lotta "Barletta Provincia", che ha ricordato che la localizzazione degli Uffici statali periferici, a livello provinciale, non può che avvenire in una delle tre città capoluogo, ai sensi della legge 148/2004, rammentando, altresì, che il termine di cui all´art. 2, comma 2° della legge 148/04 (non prima dei tre e non oltre i quattro anni dalla data di entrata in vigore della legge istitutiva) è scaduto, per cui gli altri Uffici periferici dello Stato, tra questi, la Direzione Provinciale del Lavoro, debbono avere la sede necessariamente nel capoluogo in cui è sita la Prefettura.
Tanto è vero che il Consiglio di Stato afferma, in un suo parere, che: "Qualora, invece, vi fossero amministrazioni il cui ordinamento particolare consentisse di scegliere, per i rispettivi uffici di livello provinciale, una sede diversa dal capoluogo di provincia, rientrerà nella discrezionalità degli organi amministrativi competenti a decidere se avvalersi o meno, in questo caso, di tale facoltà" e, a tal proposito, devesi sottolineare che la legge istitutiva affidava all´Assemblea dei Sindaci un incarico meramente consultivo e di supporto al Commissario di Governo negli adempimenti che la stessa legge gli assegnava. Sotto il profilo organizzativo e della razionalizzazione dei servizi ai cittadini, non è auspicabile che la Direzione Provinciale del Lavoro sia ubicata a Bisceglie mentre l´Ispettorato Provinciale del Lavoro sia posto a Barletta, come dispone l´art. 3 della legge 22 luglio 1961 n. 628.
Il policentrismo della sesta provincia pugliese sta a significare che, tra i tre capoluoghi di provincia, devono essere ripartiti gli organi dell´Amministrazione provinciale nel seguente ordine: al primo, la sede legale con la Presidenza; al secondo, la Giunta provinciale; al terzo, il Consiglio provinciale. Il momento della tregua è sempre propedeutico alla pace, per cui, per un attimo e non solo, si depongano codici, codicilli, leggi, pareri e sentenze e si cerchi di smussare gli angoli e di lavorare per il benessere del territorio, perché la provincia BT è ormai una realtà e deve, quindi, essere accettata, senza farla transitare per le forche caudine di sannita memoria.