Day after del crollo
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Cronaca

"Prima del 30 settembre 2011 non giunse alcuna segnalazione di pericolo"

E' il turno degli altri difensori degli imputati del Crollo di via Roma. Prossime udienze il 27 ed il 28 marzo

Dopo le richieste di "non luogo a procedere" avanzate dai difensori dell'imprenditore Cosimo Giannini e dell'ingegnere comunale Rosario Palmitessa, oggi analoghe richieste, ma per differenti motivazioni, sono giunte anche dai legali del geometra Vincenzo Zagaria, dell'ingegner Pietro Ceci e del dirigente a scavalco dell'ufficio tecnico Francesco Gianferrini, imputati per il crollo della palazzina di Via Roma che il 3 ottobre 2011 provocò la morte di cinque giovani donne. Quanto a Zagaria, che ha redatto il piano di demolizione ed il piano di sicurezza e coordinamento relativo alle opere di ristrutturazione edilizia, l'avvocato Mario Malcangi ha sostenuto come non rientrasse tra le sue competenze quella di dedurre - e dunque prevedere le relative precauzioni - che l'edificio di Via Roma, quello adiacente che sorgeva sull'area della Giannini Srl (dove si stavano eseguendo i lavori ritenuti causa del crollo) e quello puntellato di Via De Leon fossero da considerasi un unico corpo di fabbrica.

Quanto a Ceci lo stesso avv. Malcangi ha sostenuto l'assoluta estraneità del suo assistito alla dinamica della tragedia giacchè aveva solo il ruolo di progettista del nuovo edificio che si sarebbe dovuto erigere sull'area Giannini. Anche l'avvocato Domenico Franco ha chiesto per Gianferrini il "non luogo a procedersi". Per la difesa prima del 30 settembre 2011 all'Ufficio Tecnico non giunse alcuna segnalazione di pericolo. E quando il 30 settembre arrivò non fu lui a compiere il sopralluogo perché in servizio al Comune di Terlizzi, dov'è titolare dell'Utc.

Prossime udienze il 27 ed il 28 marzo per le arringhe dei difensori degli altri dieci imputati. Intanto il gup del tribunale di Trani, Francesco Zecchillo, ha parzialmente modificato la portata del provvedimento di "sequestro conservativo dei beni immobili, mobili e delle disponibilità economico-finanziarie" a carico degli imputati, finalizzato a garantire le spese di giustizia ed i risarcimenti che invocheranno le parti civili. Sbloccati, infatti, i conti correnti su cui confluiscono stipendi ed indennità varie per far fronte alle esigenze quotidiane.
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