Michele Chiariello e Gattuso
Michele Chiariello e Gattuso
La città

Michele Chiariello: «Vi racconto come ho incontrato Gattuso, vorrei portarlo a Barletta»

Parla il 42enne barlettano diventato un simbolo di forza d’animo e spirito di rivalsa

Michele Chiariello, 42 anni e un sogno mai abbandonato: quello di fare il calciatore. Un sogno che è resistito anche alle intemperie ed è sopravvissuto, negli ultimi 15 anni, ad una diagnosi di sclerosi multipla. La storia di Michele è racchiusa nel suo libro: "Never Give Up – Borgonovo, io… e Ringhio Gattuso".

Tuttavia, Michele non aveva ancora incontrato Gattuso, nonostante nel suo libro si parlasse dell'ex-numero 8 del Milan, che per Michele Chiariello è molto più che un idolo sportivo. Non lo aveva ancora incontrato, almeno fino a qualche settimana fa. Il 9 Novembre 2021, infatti, Michele Chiariello e Gennaro Gattuso si sono incontrati per la prima volta nella loro vita. Dalle parole che Michele ha dedicato in esclusiva per noi, vi raccontiamo tutto.

"Improvvisamente - ci racconta - un giorno ricevo una chiamata a lavoro. Pensavo fosse uno scherzo o una battuta, invece dall'altro capo del telefono c'era un certo Savatore, che si presenta come il cugino di Gennaro Gattuso. Mi dice che un mio amico gli ha passato il mio numero di cellulare, spiegandogli il mio desiderio di incontrare Gattuso e mi chiede quando sono disponibile ad incontrarmi con il mister. Naturalmente io non stavo nella pelle e gli avrei risposto "Anche ora!", visto che è il mio sogno da sempre. La prima cosa che ho chiesto a questo Salvatore è stata se potevo portare, a Milano, la mia famiglia con me. La risposta è stata affermativa e siamo partiti, considerando che è è stata la nostra prima volta in aereo. Ho incontrato Gattuso a Gallarate, più precisamente in una frazione chiamata Cardano al Campo, in cui lui ha la sua casa e il suo bistrot, che si chiama "Bistrot Gattuso e Bianchi" (la gestione è condivisa con il noto pasticcere Andrea Bianchi).

Ci accordiamo per il giorno: il 9 novembre 2021 e, prenotati i biglietti, si parte da Bari alle 6:30 di mattina per approdare a Malpensa. Una volta arrivati, ci stava aspettando il suo autista personale. Scopriamo subito che Gattuso aveva già prenotato tutto e ci considerava a pieno suoi ospiti. Andiamo nell'hotel in questione, poi ci passa a prendere il suo avvocato, Piero Baffa, che cura tutte le pratiche della vita sportiva di Gattuso e arriviamo finalmente al bistrot, per incontrare Gattuso. Quando l'ho visto di fronte a me, l'emozione è stata così tanta che mi tremavano le gambe e non riuscivo più a camminare. Mia figlia mi stava facendo un video mentre io ero fermo come una statua e quando l'ho abbracciato, non avrei voluto staccarmi mai più da quella posizione. Davanti ai miei occhi avevo il mito di una vita!

Io ho sempre seguito Gattuso, anche fuori dal campo di calcio, sin dai tempi in cui ha lasciato la sua terra, la sua Calabria, per cercare fortuna all'estero o al Nord con Perugia prima e Rangers poi. Per me è veramente un idolo. E sono stato felicissimo di averlo incontrato e ho goduto a pieno di un'accoglienza con i fiocchi da parte del mister. Lui mi ha aperto le porte di casa sua, del suo bistrot, e abbiamo parlato di tutto. Della mia e della sua malattia, delle nostre esperienze sportive, ci siamo scambiati consigli e regali. Lui mi ha regalato una maglia del Milan con scritto "MICHELE 8" dietro le spalle e io gli ho regalato il mio libro con tanto di dedica e lui ha fatto a sua volta una dedica per il mio libro personale.

Mi ha anche autografato la maglia del Milan della finale di Champions 2003, la sua prima finale di Champions vinta a protagonista in carriera e l'ho trovato anche dimagrito di ben 12 kg perché da questa estate è momentaneamente disoccupato e ha potuto concentrarsi maggiormente su sé stesso. Mentre parlavo con lui mi sembrava di aver incontrato qualcuno che conoscevo da una vita, forse anche perché effettivamente io lo seguo da una vita (ride) tra vicende calcistiche ed extra-calcistiche, dalle gioie alle sofferenze che hanno caratterizzato la sua vita. Mi sono sempre documentato al massimo su di lui.

Sono rimasto francamente colpito dall'incredibile ospitalità dimostrata da parte sua e di tutto il suo entourage, come se fossimo parte della sua famiglia. Addirittura si è proposto per aiutarmi nel caso io voglia andare a vedere qualche partita del Milan ed io gli ho raccontato un mio grande sogno: portare mio padre, che ha 73 anni ed è un grande tifoso del Milan, a vedere il Milan a San Siro. Oltre a questo, quel martedì Casa Milan, la sede della mia squadra del cuore, era chiusa, ma lui l'ha fatta aprire solo per me e mi ha permesso di visitare il museo del Milan: eravamo solo io, mia moglie e le mie figlie nel museo!

Le emozioni che ho provato sono molto difficili da spiegare, ma posso dire che sono state una spinta incredibile per caricarmi e spingermi nel mio percorso di beneficienza. Inoltre sai cosa ha fatto? Si è messo subito a disposizione per me e per le iniziative che sto portando avanti, proponendosi per fare da ospite per qualche evento. Ed a questo proposito vi do un'esclusiva, in anteprima a voi di BarlettaViva: a giugno ho intenzione di organizzare una partita di beneficienza tra ex-calciatori di Barletta e dintorni e spero che ci possa essere anche lui.

Portare Rino Gattuso a Barletta sarebbe un trionfo soprattutto per me! Perché significherebbe avvicinarlo alla mia realtà come io ho potuto avvicinarmi alla sua. Spero anche che sia possibile ospitare questo evento nel nuovo Puttilli di Barletta, così da mostrare il meglio che c'è in questa città. Oltre a questo, però, mi ha promesso che entro Natale mi regalerà anche tante maglie di calcio autografate da altri calciatori, che io potrò mettere all'asta per raccogliere una cifra molto sostanziosa, da donare in beneficienza all'AISM. Una persona dal cuore d'oro!".

Infine, Michele ne ha approfittato anche per ringraziare una persona importante in questa vicenda. "Devo ringraziare anche la persona di Celeste Maione, direttore della testata giornalistica calcionapoli1926, che ha permesso che le mia storia arrivasse alle orecchie del mister già ai tempi in cui lui allenava il Napoli. Avremmo dovuto incontrarci già questo Febbraio, ma a causa dell'emergenza Covid-19 non si è fatto nulla e abbiamo dovuto rinviare tutto ad oggi!"
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