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Gestione dell'incubatore, la perplessità di Unimpresa Bat sull'avviso pubblico

«Molte associazioni non sono mai state minimamente coinvolte»

Il presidente di Unimpresa Bat, Savino Montaruli, scrive una nota indirizzata al sindaco di Barletta Pasquale Cascella rivolgendosi a lui in prima persona per lamentare alcuni aspetti del recente avviso pubblico per la gestione dell'incubatore dell'innovazione e della creatività. «Nel nostro cordiale colloquio nell'ambito dell'evento organizzato a Roma dal Rotary sul tema: "Effetto Puglia - terra di cultura millenaria - incontro con le eccellenze pugliesi", nell'hotel Westin Excelsior – scrive Montaruli - ho avuto modo di esprimerLe personalmente le perplessità della nostra Organizzazione di Categoria nell'apprendere che si stia procedendo all'affidamento della gestione dell'incubatore dell'innovazione e della creatività nell'immobile di recente recuperato all'interno dell'area dell'ex distilleria a Barletta. Ho avuto altresì modo di manifestarLe il rammarico per l'assoluta mancanza di un minimo confronto, né alcuna convocazione o informazione al riguardo.

Come Unimpresa Bat, quindi, ribadiamo e formalizziamo il nostro disappunto per le procedure avviate rispetto all'affidamento della gestione dell'incubatore dell'innovazione e della creatività nell'immobile di recente recuperato all'interno dell'area dell'ex distilleria a Barletta in quanto, oltre ai tempi ristretti per la presentazione delle domande, opportunamente denunciati da Stefano Chiariello, componente direzione PD Bat, c'è da dire che in questo modo non si favorisce affatto le aggregazioni di soggetti anche perché molte Associazioni, come ad esempio la scrivente ma anche altre del territorio molto attive e rappresentative, non sono mai state minimamente coinvolte pur essendo attive nell'elaborazione di progettualità nel comune di Barletta come ad esempio la redazione del Piano del Commercio e questo è gravissimo rispetto alla necessità di creare la massima aggregazione possibile per gestire un complesso così importante per l'intero territorio e non solo per la città della Disfida se non per pochi, pochissimi soggetti e questo deve essere chiaro.

L'incubatore per l'innovazione e la ricerca, a Barletta, deve rappresentare un reale servizio pubblico per l'intero territorio, per le imprese, per tutte le imprese e strutturato in modo da ricomprendere l'intero tessuto associativo locale e territoriale, senza discriminazioni, senza opportunismi né delegittimazioni strumentali. Come Unimpresa Bat chiediamo a Lei e alla Dirigente di Settore di sospendere, in autotutela, le procedure di bando e di convocare un incontro pubblico che serva anche per meglio delineare le linee di utilizzo della struttura che evidentemente vanno meglio e più specificatamente approfondite e chiarite proprio per evitare un uso inusuale se non improduttivo dell'incubatore stesso e di esempi di questo genere in questo territorio ce ne sono a iosa e molti di questi esempi negativi sono proprio riconducibili a forme di gestione che non devono essere replicate oggi. Rimaniamo in attesa di un cortese cenno di riscontro riservandoci, in mancanza di quanto richiesto, l'avvio di procedimenti che saranno ritenuti opportuni ed attinenti all'intera vicenda, partendo dalle sue origini».
«Nel bando dell' Incubatore dell'innovazione e della creatività dev'essere previsto un punteggio per attività di sostenibilità ambientale» è la richiesta di Legambiente Barletta, che si unisce ai commenti sull'avviso pubblico scrivendo la seguente nota: «È di recentissima pubblicazione il rapporto GreenItaly 2014 presentato da Unioncamere nel quale si evidenzia che sono 341.500 le aziende italiane (circa il 22%) dell'industria e dei servizi che dal 2008 hanno investito in tecnologie green, tanto che proprio dalla green economy italiana si devono 101 miliardi di euro di valore aggiunto, pari al 10,2% dell'economia nazionale, con la creazione di 3 milioni di posti lavoro e solo quest'anno si prevede la creazione di oltre 200 mila posti di lavoro dati dalla green economy.

Molti incubatori d'impresa in Italia prevedono già uffici e iniziative, o sono interamente dedicati allo sviluppo di startup, per la sostenibilità ambientale. Questa è un'occassione da non perdere per rigenerare e innovare il tessuto imprenditoriale del territorio in forte crisi, basato anche anche su industrie obsolete e insalubri. Per questo il circolo Legambiente di Barletta chiede che venga inserito nei criteri di valutazione un punteggio solo per attività di sviluppo sostenibile, attraverso un coinvolgimento obbligatorio delle associazioni».
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