Alex Schwazer
Alex Schwazer
Cronaca

Caso-Schwazer, anche un medico barlettano tra gli autosospesi

Gli indagati sarebbero stati a conoscenza dello stato alterato dai farmaci dell'azzurro. Il marciatore è attualmente squalificato per tre anni e mezzo

C'è anche un dottore operativo da decenni a Bologna ma nativo di Barletta tra i nomi iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Bolzano sul caso-Schwarzer: la Procura antidoping del Coni, dopo le notizie sull'inchiesta di Bolzano pubblicate dal quotidiano 'Il Sole 24 ore', ha aperto un fascicolo per accertare eventuali violazioni della normativa antidoping ai sensi dell'articolo 2.8 del Codice Wada, nel quale si parla di ''somministrazione o tentata somministrazione ad un atleta durante le competizioni, di un qualsiasi metodo proibito o sostanza vietata''. Il dottore in causa è Pierluigi Fiorella, autosospesosi dall'incarico: gli altri indagati sono Michele Didoni, allenatore di Schwazer all'epoca della positività- con l'accusa di ''concorso nel favoreggiamento di uso di farmaci'- 'il responsabile del settore sanità della Federatletica Giuseppe Fischetto (anche lui autosospeso dall'incarico), il medico federale che seguiva le distanze lunghe come maratona e marcia, Rita Bottiglieri, all'epoca dei fatti responsabile del settore tecnico ed oggi dipendente presso il settore sanità, e Karl Wechselberger, cavallerizzo altoatesino di Prati di Vizze, paese non distante da Calice di Racines, dove vive Schwazer.

Gli indagati sarebbero stati a conoscenza dello stato alterato dai farmaci usati dall'azzurro, ma non avrebbero denunciato nulla. Il Sole 24 Ore riporta il contenuto di alcune mail compromettenti. Come quelle che Fiorella scambia con l'atleta alla vigilia delle Olimpiadi di Londra: "La decisione sulla permanenza a Londra o meno spetta a te, ma ricorda che certamente alla Iaaf 'puzzerà' questo tuo andar su e giù". E nel post scriptum aggiunge: "Se fai qualche stronzata, ti taglio le palle". Per i sostituti di Bolzano sì può ritenere che il dottor Fiorella sia pienamente consapevole dell'utilizzo nel corso degli anni di doping da parte dell'atleta. Il marciatore azzurro, positivo all'Epo in un controllo Wada effettuato il 30 luglio a Racines, sta scontando ora una squalifica di tre anni e mezzo subìta in primo grado e potrà tornare a gareggiare dal 30 gennaio 2016.

Per l'atleta altoatesino c'è anche l'accusa di razzismo, formulata dopo che il quotidiano economico ha pubblicato delle mail tra Schwarzer e un medico della Fidal, in cui l'atleta parlava con toni offensivi della città di Napoli (''Io sono altoatesino, non di Napoli, posso giurare che non ho fatto niente di proibito. Ti ho dato la mia parola e non ti deluderò''). Subito però è arrivata la smentita del diretto interessato, che ha parlato con i colleghi dell'Adnkronos: ''Voglio bene ai napoletani; ho un bellissimo ricordo di una gara a Napoli vinta nel 2010". Sempre secondo quanto riporta il quotidiano economico milanese, i carabinieri hanno scoperto che Schwazer negli anni si era costruito il proprio profilo ematologico personale, facendosi testare autonomamente. I dati che ne emergono hanno portato gli inquirenti a concludere che il marciatore aveva avuto un rapporto con il doping da prima della vigilia di Londra. Nelle prossime ore, la vicenda Schwazer si riaprirà inevitabilmente anche sul piano della giustizia sportiva: il nuovo fascicolo non riguarderà l'atleta, ormai giudicato, ma le eventuali responsabilità dei tesserati Fidal perquisiti.
Fonte foto: style.it
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