La città
Befana del vigile, il racconto di Michele Grimaldi
La tradizione descritta dallo storico-archivista
Barletta - lunedì 6 gennaio 2025
Comunicato Stampa
Riceviamo e pubblichiamo il racconto dello storico-archivista Michele Grimaldi sulla tradizionale Befana del vigile.
Un antica cantilena popolare recita "La befana vien di notte con le scarpe tutte rotte, col vestito alla romana, Viva Viva la Befana!". L'Epifania chiude il ciclo delle feste natalizie e segna il ritorno alla quotidianità.
Una tradizione e usanza, in questo giorno negli anni '50, era quella di recarsi presso le postazioni dei Vigili Urbani, collocate al centro degli incroci nei punti importanti della città. Simpaticamente veniva chiamata la "Befana del Vigile".
Se oggi fanno parte di una delle categorie più "odiate" dagli italiani, perché visti unicamente come fautori di multe ai danni degli automobilisti, un tempo i Vigili urbani erano, al contrario, decisamente benvoluti. Venivano infatti considerati come coloro che garantivano la sicurezza e l'ordine cittadino: persone a cui ci si poteva rivolgere per la risoluzione anche di piccoli problemi quotidiani. E così in occasione dell'Epifania, i cittadini ringraziavano gli agenti della polizia locale con innumerevoli doni, soprattutto generi alimentari.
Dal ghisa milanese, al pizzardone tipico della Capitale e al nostro Vigile Urbano, il giorno della Befana di mezzo secolo fa, era tradizione inondare di regali la pedana da cui i Tutori del traffico dirigevano il traffico, all'insegna della beneficenza. Come riportato negli articoli dell'epoca, la Befana del Vigile rappresentava la giornata della riconciliazione tra cittadini e vigili. Dopo le tante multe comminate nell'arco dell'anno appena finito.
Nel 1946, inizio della tradizione, funzionava così. Il 6 gennaio, giorno un tempo deputato allo scambio di regali prima dell'invenzione di Babbo Natale, il Vigile di turno, in uniforme di ordinanza e circondato da superiori e commilitoni, era sulla torretta a centro strada e tutti si affrettavano a donare piccoli e grandi omaggi alle Guardie municipali ed i cittadini, per la maggior parte piccoli commercianti, offrivano agli agenti non solo i classici dolci natalizi, ma anche pane, lenticchie, carne e pasta: beni che venivano poi divisi tra i vari rappresentanti del corpo.
In quei primi anni del secondo dopoguerra, Barletta non era invasa dal traffico asfissiante che conosciamo oggi. Il giorno dell'Epifania però si formavano piccoli ingorghi, attorno alla postazione dei Vigili, all'incrocio di corso Garibaldi con corso Vittorio Emanuele nei pressi dell'abside della Chiesa del Santo Sepolcro. Il giorno della "Befana", si adottò l'abitudine di donare generi di prima necessità ai Vigili, con l'intento di aiutare le loro famiglie in difficoltà economica. Chili di doni accanto alle loro postazioni dove veniva accatastato di tutto: dolci, bottiglie di spumante, gli immancabili panettoni, olio, pasta, addirittura bombole di gas (molto richieste!). Durante la giornata, infatti, i cittadini si recavano presso la pedana a strisce bianco-nere, che serviva nei giorni feriali con qualsiasi condizione meteo per disciplinare il traffico, deponendo dei piccoli doni per esternare stima e riconoscenza nei confronti dei Tutori dell'ordine.
Alla fine della mattinata i cittadini in auto e i mezzi pubblici, erano costretti a compiere ampi giri per evitare quella grande mole di doni che occupava la sede stradale e che cresceva di minuto in minuto. La quantità di doni era tale e tanta che i pubblici ufficiali, per non abbandonare il servizio, dovevano farsi aiutare da comuni cittadini a raccogliere i regali e collocarli in maniera ordinata sulla sede stradale.
Questa tradizione aveva un doppio significato: quello di riconoscenza per il lavoro che, spesso silenziosamente, veniva fatto alla città e quello della solidarietà verso le persone meno abbienti. Nei giorni successivi, infatti, gran parte dei doni ricevuti dalla popolazione veniva devoluta a scopo benefico.
Col passare del tempo, poi, quando ci fu un progressivo miglioramento del tenore di vita, la tradizione della consegna dei doni il giorno della Befana proseguì, ma i Vigili urbani da quel momento in poi decisero di donare tutto quanto ricevuto alle famiglie meno abbienti della propria città, in segno di solidarietà.
Oggi, anche a causa dell'installazione delle postazioni semaforiche, rotonde e quant'altro, la figura del Vigile urbano o come si chiamano oggi Agenti di Polizia Locale, ha ridotto del tutto o quasi la sua operatività. Di conseguenza, anche questo rito legato all'Epifania è andato via via scemando fino a scomparire del tutto, ma la dolcezza del suo ricordo fa parte della memoria di molti di noi, ed è un altro segno tangibile della generosità della nostra gente.
Un antica cantilena popolare recita "La befana vien di notte con le scarpe tutte rotte, col vestito alla romana, Viva Viva la Befana!". L'Epifania chiude il ciclo delle feste natalizie e segna il ritorno alla quotidianità.
Una tradizione e usanza, in questo giorno negli anni '50, era quella di recarsi presso le postazioni dei Vigili Urbani, collocate al centro degli incroci nei punti importanti della città. Simpaticamente veniva chiamata la "Befana del Vigile".
Se oggi fanno parte di una delle categorie più "odiate" dagli italiani, perché visti unicamente come fautori di multe ai danni degli automobilisti, un tempo i Vigili urbani erano, al contrario, decisamente benvoluti. Venivano infatti considerati come coloro che garantivano la sicurezza e l'ordine cittadino: persone a cui ci si poteva rivolgere per la risoluzione anche di piccoli problemi quotidiani. E così in occasione dell'Epifania, i cittadini ringraziavano gli agenti della polizia locale con innumerevoli doni, soprattutto generi alimentari.
Dal ghisa milanese, al pizzardone tipico della Capitale e al nostro Vigile Urbano, il giorno della Befana di mezzo secolo fa, era tradizione inondare di regali la pedana da cui i Tutori del traffico dirigevano il traffico, all'insegna della beneficenza. Come riportato negli articoli dell'epoca, la Befana del Vigile rappresentava la giornata della riconciliazione tra cittadini e vigili. Dopo le tante multe comminate nell'arco dell'anno appena finito.
Nel 1946, inizio della tradizione, funzionava così. Il 6 gennaio, giorno un tempo deputato allo scambio di regali prima dell'invenzione di Babbo Natale, il Vigile di turno, in uniforme di ordinanza e circondato da superiori e commilitoni, era sulla torretta a centro strada e tutti si affrettavano a donare piccoli e grandi omaggi alle Guardie municipali ed i cittadini, per la maggior parte piccoli commercianti, offrivano agli agenti non solo i classici dolci natalizi, ma anche pane, lenticchie, carne e pasta: beni che venivano poi divisi tra i vari rappresentanti del corpo.
In quei primi anni del secondo dopoguerra, Barletta non era invasa dal traffico asfissiante che conosciamo oggi. Il giorno dell'Epifania però si formavano piccoli ingorghi, attorno alla postazione dei Vigili, all'incrocio di corso Garibaldi con corso Vittorio Emanuele nei pressi dell'abside della Chiesa del Santo Sepolcro. Il giorno della "Befana", si adottò l'abitudine di donare generi di prima necessità ai Vigili, con l'intento di aiutare le loro famiglie in difficoltà economica. Chili di doni accanto alle loro postazioni dove veniva accatastato di tutto: dolci, bottiglie di spumante, gli immancabili panettoni, olio, pasta, addirittura bombole di gas (molto richieste!). Durante la giornata, infatti, i cittadini si recavano presso la pedana a strisce bianco-nere, che serviva nei giorni feriali con qualsiasi condizione meteo per disciplinare il traffico, deponendo dei piccoli doni per esternare stima e riconoscenza nei confronti dei Tutori dell'ordine.
Alla fine della mattinata i cittadini in auto e i mezzi pubblici, erano costretti a compiere ampi giri per evitare quella grande mole di doni che occupava la sede stradale e che cresceva di minuto in minuto. La quantità di doni era tale e tanta che i pubblici ufficiali, per non abbandonare il servizio, dovevano farsi aiutare da comuni cittadini a raccogliere i regali e collocarli in maniera ordinata sulla sede stradale.
Questa tradizione aveva un doppio significato: quello di riconoscenza per il lavoro che, spesso silenziosamente, veniva fatto alla città e quello della solidarietà verso le persone meno abbienti. Nei giorni successivi, infatti, gran parte dei doni ricevuti dalla popolazione veniva devoluta a scopo benefico.
Col passare del tempo, poi, quando ci fu un progressivo miglioramento del tenore di vita, la tradizione della consegna dei doni il giorno della Befana proseguì, ma i Vigili urbani da quel momento in poi decisero di donare tutto quanto ricevuto alle famiglie meno abbienti della propria città, in segno di solidarietà.
Oggi, anche a causa dell'installazione delle postazioni semaforiche, rotonde e quant'altro, la figura del Vigile urbano o come si chiamano oggi Agenti di Polizia Locale, ha ridotto del tutto o quasi la sua operatività. Di conseguenza, anche questo rito legato all'Epifania è andato via via scemando fino a scomparire del tutto, ma la dolcezza del suo ricordo fa parte della memoria di molti di noi, ed è un altro segno tangibile della generosità della nostra gente.