Scacchi
Intervista a Chiara Palmitessa, la regina barlettana degli scacchi
La campionessa italiana Under 18 in carica si racconta ai microfoni di Barlettalife
Barletta - venerdì 2 settembre 2011
A 17 anni molte delle sue coetanee solitamente preferiscono la pallavolo, e molto spesso preferiscono le vacanze "tradizionali" a qualche torneo di scacchi che impegna weekend e feste varie. Chiara Palmitessa nasce in una famiglia di scacchisti. I suoi fratelli Irene e Andrea giocano come lei, ma è lei una delle rappresentanti più importanti del Club Scacchi Nord Barese, di Barletta, della Puglia e dell'Italia intera. 9 anni di gioco alle spalle l'hanno portata a vincere ben 2 titoli individuali e 4 titoli a squadre. Ha recentemente vinto il titolo Under 18 femminile, rischiando di diventare a 17 anni campionessa italiana assoluta. Rappresenterà ora l'Italia ai campionati mondiali di scacchi per categoria, che si svolgeranno in Brasile. Nonostante sia una campionessa, però, Chiara non ha mai tralasciato lo studio, e anzi conferma un recente studio: gli scacchi stimolano la logica anche a scuola. Chiara Palmitessa racconta le sue emozioni da campionessa di scacchi in esclusiva per Barlettalife
Il movimento scacchistico barlettano è rappresentato da te e da altri "alfieri" che si stanno ben comportando all'interno del panorama scacchistico. Come ci si sente a rappresentare Barletta a livello nazionale e internazionale?
Sicuramente è un grande privilegio e un grande onore. Non è da tutti riuscire ad ottenere risultati a livello nazionale e internazionale, visto che al momento sto rappresentando l'Italia nelle competizioni mondiali. È anche una grande responsabilità perché vincendo il titolo under 18 sono la rappresentante più grande degli scacchi italiani giovanili nell'ambito femminile. Ci sono inoltre delle aspettative da parte della federazione per la fase mondiale che si terrà a Caldas Novas, in Brasile, dal 17 al 27 novembre, che ci vedrà impegnati contro i più forti scacchisti del mondo.
Quali e quanti titoli hai ottenuto finora?
Due titoli italiani individuali nel 2008 (Under 16) e quest'anno (Under 18); per quanto riguarda i titoli a squadre ho vinto 3 fasi nazionali dei Giochi Sportivi Studenteschi di scacchi dal 2005 al 2007 rappresentando la scuola media De Nittis nella competizione femminile; nella scorsa edizione di questi giochi la mia squadra del Liceo Classico "A. Casardi" ha trionfato nella categoria Juniores femminili.
Agli ultimi campionati italiani assoluti femminili sei stata ad un passo dal titolo iridato assoluto. Quanto pensi che ti manca ancora per vincere il titolo?
Il torneo era iniziato magnificamente e ho rischiato di vincere il titolo assoluto. Quello che mi manca probabilmente è la gestione delle emozioni. Ultimamente dal punto di vista emotivo non ho retto, perdendo uno scontro diretto che mi ha segnato per il resto del torneo, anche se non ho mai perso la speranza di vincere il titolo under 18. Alla fine, nonostante le difficoltà, sono riuscita a rispettare i miei obiettivi e ad avere la meglio sulle mie avversarie, e questo mi ha permesso di arrivare al titolo, che è comunque un passo importante nella mia carriera scacchistica.
A 17 anni (e mezzo) sei già ai vertici degli scacchi a livello italiano. A chi devi queste tue performance?
Sin da quando ho cominciato ho avuto un grande appoggio morale e tecnico da parte di Pericle Defazio che mi ha insegnato a giocare sin dalla tenera età di 8 anni con i corsi scolastici e con le esperienze nel Club Scacchi Nord Barese, seguite successivamente dai validi insegnamenti del prof. Ruggiero Capuano durante le scuole medie. Con il passar del tempo ho avuto anche un altro appoggio più specifico da parte di Claudio Negrini che mi segue ormai da 3 anni e mi aiuta a superare gli ostacoli che al momento sono prettamente legati all'emotività.
Pensi che a livello politico gli scacchi ricevano giusto supporto da parte dell'amministrazione comunale?
Facciamo una premessa. Sicuramente gli scacchi non sono uno sport da grande pubblico perché potrebbero appassionare solo gli esperti o coloro che bene o male ne capiscono. Chi non sa giocare è difficile che segua la partita nel suo evolversi, anche se questa epica battaglia tra bianchi e neri potrebbe entusiasmare anche i neofiti. Da parte dell'amministrazione comunale sicuramente ci sono stati degli appoggi sia per quanto riguarda la promozione e l'organizzazione dei tornei, sia per quanto riguarda la contribuzione delle spese per andare in "missione", ma si potrebbe fare sicuramente di più, se solo guardiamo al contributo che ricevono altri sport più rinomati.
Qual è la vittoria che ricordi maggiormente e quale la sconfitta che ti brucia di più?
La vittoria più soddisfacente è stata quella decisiva del campionato italiano individuale Under 16 di Merano nel 2008 quando ho battuto la mia amica Roberta Messina, a quel tempo la favorita del torneo. La mia sconfitta più cocente è stata quella di quest'anno contro Elisa Chiarion che mi ha impedito di continuare il mio sogno verso il titolo assoluto.
Per i non addetti ai lavori, questa disciplina è ritenuta lenta, antica, abbastanza noiosa ed eremitica. Come possiamo sfatare questi tabù?
Molti pensano agli scacchi come un gioco statico per "secchioni", ma in realtà è una disciplina molto dinamica perché sulla scacchiera può succedere qualcosa di assolutamente imprevedibile; di conseguenza la noia non è contemplata. Gli scacchi sono anche "violenti" a livello mentale, perciò una sconfitta sulla scacchiera brucia tantissimo nella psicologia del giocatore. In realtà gli scacchi non sono affatto eremitici, perché possono costituire un mondo parallelo rispetto alla realtà, anche molto ben "popolato": si fa gruppo, si conosce molta gente, si fa amicizia. Non si può assolutamente definire un gioco eremitico. Gli scacchi servono non solo per il divertimento, ma danno anche la possibilità di visitare nuovi posti, conoscere nuove usanze e tradizioni…
Cosa ti senti di dire a chi è alle prime armi e vuole diventare un campione, o una campionessa negli scacchi come te?
Mai scoraggiarsi davanti alle sconfitte iniziali che sono necessarie per crescere e temprare il carattere. Come dice il vecchio detto popolare, sbagliando s'impara. Inoltre è importante studiare e impegnarsi negli allenamenti, per rispettare i consigli dei tecnici.
Un saluto ai lettori di Barlettalife..
Vorrei tentare di affascinare i lettori con una frase che ho letto in un libro recentemente, che mi ha colpita all'istante e che descrive le sensazioni che provo durante una partita di scacchi: "… se a volte il giocatore viene raffigurato nelle sembianze di un vegliardo dalla fronte corrucciata, questa è solo la rappresentazione emblematica di un'attività in cui si bruciano i giorni, gli anni, l'esistenza stessa, in una sola inestinguibile fiamma. In cambio, paradossalmente, il giocatore di scacchi assapora l'arrestarsi del tempo in un'ansa di eterno presente". (La variante di Lüneburg, di Paolo Maurensig).
Il movimento scacchistico barlettano è rappresentato da te e da altri "alfieri" che si stanno ben comportando all'interno del panorama scacchistico. Come ci si sente a rappresentare Barletta a livello nazionale e internazionale?
Sicuramente è un grande privilegio e un grande onore. Non è da tutti riuscire ad ottenere risultati a livello nazionale e internazionale, visto che al momento sto rappresentando l'Italia nelle competizioni mondiali. È anche una grande responsabilità perché vincendo il titolo under 18 sono la rappresentante più grande degli scacchi italiani giovanili nell'ambito femminile. Ci sono inoltre delle aspettative da parte della federazione per la fase mondiale che si terrà a Caldas Novas, in Brasile, dal 17 al 27 novembre, che ci vedrà impegnati contro i più forti scacchisti del mondo.
Quali e quanti titoli hai ottenuto finora?
Due titoli italiani individuali nel 2008 (Under 16) e quest'anno (Under 18); per quanto riguarda i titoli a squadre ho vinto 3 fasi nazionali dei Giochi Sportivi Studenteschi di scacchi dal 2005 al 2007 rappresentando la scuola media De Nittis nella competizione femminile; nella scorsa edizione di questi giochi la mia squadra del Liceo Classico "A. Casardi" ha trionfato nella categoria Juniores femminili.
Agli ultimi campionati italiani assoluti femminili sei stata ad un passo dal titolo iridato assoluto. Quanto pensi che ti manca ancora per vincere il titolo?
Il torneo era iniziato magnificamente e ho rischiato di vincere il titolo assoluto. Quello che mi manca probabilmente è la gestione delle emozioni. Ultimamente dal punto di vista emotivo non ho retto, perdendo uno scontro diretto che mi ha segnato per il resto del torneo, anche se non ho mai perso la speranza di vincere il titolo under 18. Alla fine, nonostante le difficoltà, sono riuscita a rispettare i miei obiettivi e ad avere la meglio sulle mie avversarie, e questo mi ha permesso di arrivare al titolo, che è comunque un passo importante nella mia carriera scacchistica.
A 17 anni (e mezzo) sei già ai vertici degli scacchi a livello italiano. A chi devi queste tue performance?
Sin da quando ho cominciato ho avuto un grande appoggio morale e tecnico da parte di Pericle Defazio che mi ha insegnato a giocare sin dalla tenera età di 8 anni con i corsi scolastici e con le esperienze nel Club Scacchi Nord Barese, seguite successivamente dai validi insegnamenti del prof. Ruggiero Capuano durante le scuole medie. Con il passar del tempo ho avuto anche un altro appoggio più specifico da parte di Claudio Negrini che mi segue ormai da 3 anni e mi aiuta a superare gli ostacoli che al momento sono prettamente legati all'emotività.
Pensi che a livello politico gli scacchi ricevano giusto supporto da parte dell'amministrazione comunale?
Facciamo una premessa. Sicuramente gli scacchi non sono uno sport da grande pubblico perché potrebbero appassionare solo gli esperti o coloro che bene o male ne capiscono. Chi non sa giocare è difficile che segua la partita nel suo evolversi, anche se questa epica battaglia tra bianchi e neri potrebbe entusiasmare anche i neofiti. Da parte dell'amministrazione comunale sicuramente ci sono stati degli appoggi sia per quanto riguarda la promozione e l'organizzazione dei tornei, sia per quanto riguarda la contribuzione delle spese per andare in "missione", ma si potrebbe fare sicuramente di più, se solo guardiamo al contributo che ricevono altri sport più rinomati.
Qual è la vittoria che ricordi maggiormente e quale la sconfitta che ti brucia di più?
La vittoria più soddisfacente è stata quella decisiva del campionato italiano individuale Under 16 di Merano nel 2008 quando ho battuto la mia amica Roberta Messina, a quel tempo la favorita del torneo. La mia sconfitta più cocente è stata quella di quest'anno contro Elisa Chiarion che mi ha impedito di continuare il mio sogno verso il titolo assoluto.
Per i non addetti ai lavori, questa disciplina è ritenuta lenta, antica, abbastanza noiosa ed eremitica. Come possiamo sfatare questi tabù?
Molti pensano agli scacchi come un gioco statico per "secchioni", ma in realtà è una disciplina molto dinamica perché sulla scacchiera può succedere qualcosa di assolutamente imprevedibile; di conseguenza la noia non è contemplata. Gli scacchi sono anche "violenti" a livello mentale, perciò una sconfitta sulla scacchiera brucia tantissimo nella psicologia del giocatore. In realtà gli scacchi non sono affatto eremitici, perché possono costituire un mondo parallelo rispetto alla realtà, anche molto ben "popolato": si fa gruppo, si conosce molta gente, si fa amicizia. Non si può assolutamente definire un gioco eremitico. Gli scacchi servono non solo per il divertimento, ma danno anche la possibilità di visitare nuovi posti, conoscere nuove usanze e tradizioni…
Cosa ti senti di dire a chi è alle prime armi e vuole diventare un campione, o una campionessa negli scacchi come te?
Mai scoraggiarsi davanti alle sconfitte iniziali che sono necessarie per crescere e temprare il carattere. Come dice il vecchio detto popolare, sbagliando s'impara. Inoltre è importante studiare e impegnarsi negli allenamenti, per rispettare i consigli dei tecnici.
Un saluto ai lettori di Barlettalife..
Vorrei tentare di affascinare i lettori con una frase che ho letto in un libro recentemente, che mi ha colpita all'istante e che descrive le sensazioni che provo durante una partita di scacchi: "… se a volte il giocatore viene raffigurato nelle sembianze di un vegliardo dalla fronte corrucciata, questa è solo la rappresentazione emblematica di un'attività in cui si bruciano i giorni, gli anni, l'esistenza stessa, in una sola inestinguibile fiamma. In cambio, paradossalmente, il giocatore di scacchi assapora l'arrestarsi del tempo in un'ansa di eterno presente". (La variante di Lüneburg, di Paolo Maurensig).