Cara Barletta ti scrivo
COVID-19, «Io resto qui dove si continua a sperare. Abbraccio la mia Barletta»
Erica si rivolge ai suoi coetanei: «Rifiutate di vedere chi sta arrivando da Milano e dintorni, imponetegli l'isolamento»
domenica 8 marzo 2020
15.04
«Sono Erica, barlettana ma ormai residente a Milano. Quassù siamo ormai in zona rossa e questo vi è noto, io manco da giù e non vedo i miei parenti/amici da Natale. Vi darei i miei occhi per farvi capire la situazione qui: i contagi aumentano giorno dopo giorno, vedo e sento passare ambulanze ad ogni ora del giorno dalla quale escono uomini vestiti con tute e mascherine, metro tram e bus sono vuoti, molti negozi hanno chiuso, è annullato qualsiasi tipo di evento, le terapie intensive sono piene e ben presto i medici si troveranno a dover scegliere chi intubare e chi no, come se una vita valesse meno dell'altra. Vi stanno dicendo quello che sta accadendo esattamente?
E nonostante possa essere più semplice scendere a Barletta e stare protetta in mezzo alle gambe di "mammmmmà", IO MI RIFIUTO di tornare perché, pur essendo più o meno asintomatica, posso essere ovviamente portatrice del virus. La mia stessa coscienza ieri sera PURTROPPO non l'hanno avuta in molti e sono fuggiti verso Sud (io e quelli come me che invece viviamo di videochiamate siamo stupidi, eh sì). Quindi mi affido a voi e vi invito a fare la vostra parte in questo caos totale.
RIFIUTATE DI VEDERE chi sta arrivando da Milano e dintorni, imponetegli l'autoisolamento. Il caffè alla Chicca+ o al Lara ve lo andate a fare quest'estate, ora non è tempo. I criminali in questa situazione non hanno pistole né coltelli, semplicemente vi parlano e vi toccano.
State vedendo da lontano quello che sta succedendo quassù al Nord e MI AUGURO che continuiate a vedere tutto da lontano, perché giù non abbiamo le strutture sanitarie adatte per sostenere tutto questo, e voi lo sapete. Se gli ospedali di Milano sono al collasso dopo sole 2 settimane, lascio fare a voi i conti di quanto possa resistere un ospedale pugliese.
In quanto a voi... Hanno chiuso scuole ed università e ove possibile vi hanno concesso lo Smartworking per STARE A CASA, eppure siete nei locali a qualsiasi ora del giorno, documentando il tutto su Instagram. È chiaro che non capite a cosa stiamo andando incontro, forse avrete un'illuminazione cerebrale solo quando avverranno disgrazie nelle vostre famiglie.
Mi rivolgo a voi miei coetanei ma mi rivolgo anche a mamme, papà, fratelli, zii e nonni che leggono, cerchiamo per favore quantomeno di limitare i danni, per favore AIUTIAMOCI, mettetevi una mano sul cuore e fatelo fare a chi vi sta intorno. Sacrifichiamo un po' della libertà oggi per poi riprenderci in mano le nostre vite, alla fine di tutto vi assicuro che niente sarà stato vano. Buona giornata, qui si continua a sperare. Un abbraccio alla mia Terra».
Erica Digiovanni
E nonostante possa essere più semplice scendere a Barletta e stare protetta in mezzo alle gambe di "mammmmmà", IO MI RIFIUTO di tornare perché, pur essendo più o meno asintomatica, posso essere ovviamente portatrice del virus. La mia stessa coscienza ieri sera PURTROPPO non l'hanno avuta in molti e sono fuggiti verso Sud (io e quelli come me che invece viviamo di videochiamate siamo stupidi, eh sì). Quindi mi affido a voi e vi invito a fare la vostra parte in questo caos totale.
RIFIUTATE DI VEDERE chi sta arrivando da Milano e dintorni, imponetegli l'autoisolamento. Il caffè alla Chicca+ o al Lara ve lo andate a fare quest'estate, ora non è tempo. I criminali in questa situazione non hanno pistole né coltelli, semplicemente vi parlano e vi toccano.
State vedendo da lontano quello che sta succedendo quassù al Nord e MI AUGURO che continuiate a vedere tutto da lontano, perché giù non abbiamo le strutture sanitarie adatte per sostenere tutto questo, e voi lo sapete. Se gli ospedali di Milano sono al collasso dopo sole 2 settimane, lascio fare a voi i conti di quanto possa resistere un ospedale pugliese.
In quanto a voi... Hanno chiuso scuole ed università e ove possibile vi hanno concesso lo Smartworking per STARE A CASA, eppure siete nei locali a qualsiasi ora del giorno, documentando il tutto su Instagram. È chiaro che non capite a cosa stiamo andando incontro, forse avrete un'illuminazione cerebrale solo quando avverranno disgrazie nelle vostre famiglie.
Mi rivolgo a voi miei coetanei ma mi rivolgo anche a mamme, papà, fratelli, zii e nonni che leggono, cerchiamo per favore quantomeno di limitare i danni, per favore AIUTIAMOCI, mettetevi una mano sul cuore e fatelo fare a chi vi sta intorno. Sacrifichiamo un po' della libertà oggi per poi riprenderci in mano le nostre vite, alla fine di tutto vi assicuro che niente sarà stato vano. Buona giornata, qui si continua a sperare. Un abbraccio alla mia Terra».
Erica Digiovanni