La città
Ventola: «Ricordare Francesco Salerno è un fatto doveroso per ciò che ha rappresentato»
Il pensiero del presidente della BAT a quattro anni dalla scomparsa dell'ex sindaco
Barletta - mercoledì 10 settembre 2014
17.51
«Rendere merito a Ciccio Salerno, ricordandolo in occasione del 4° anniversario della Sua scomparsa, è un fatto doveroso nei confronti di ciò che ha rappresentato per la Sua amata Città di Barletta e per quanti lo hanno conosciuto umanamente e politicamente». Con queste parole, il presidente della provincia Barletta-Andria-Trani, ha inteso cominciare il suo ricordo di Francesco Salerno, ex sindaco di Barletta e suo ex avversario politico nella prima ed ultima elezione diretta del consiglio provinciale della BAT.
Ventola ha poi così continuato: «Però, il ricordare le persone che hanno avuto un ruolo importante, figure simbolo e di esempio, risponde all'esigenza di far emergere valori e sentimenti spesso smarriti. È un bisogno utile a chi vive la politica direttamente, facendosi portavoce di una comunità, ma è pure un senso civico e di impegno sociale da cui tutti, io credo, dobbiamo trovare alimento. Ho già avuto occasione di sottolineare i pregi che hanno contraddistinto l'uomo ed il politico Ciccio Salerno, competitore leale con il quale oltre al confronto elettorale ho avuto anche l'onore di essergli accomunato nell'esperienza amministrativa. Intenso è stato anche il rapporto personale che in taluni frangenti mi ha portato a condividere l'amarezza di scelte penalizzanti da lui subite: il senso di istintivo e motivato rispetto che nutrivo da giovane sindaco - alla cui elezione contribuì concretamente a modo suo -, è stato alla base di un rapporto di crescente stima reciproca che ci ha consentito di condividere molto; un'esperienza il cui ricordo coltivo con grande piacere.
E' luogo comune parlare male della politica e di chi la interpreta facendo di tutt'erba un fascio. Giusto o sbagliato che sia, l'amico Ciccio non sarebbe mai rientrato nella schiera dell'accezione negativa di un certo modo di fare politica. La sua passione, la sua tenacia e la sua lealtà nei confronti di tutti - del suo elettorato come degli avversari politici - lo ponevano su un altro piano: quello della politica tra la gente, con la gente e per la gente. Per queste ragioni, cui si aggiungono quelle affettive personali, Ciccio ci manca. Questo ho già detto, tra tante altre cose, di Ciccio Salerno. Ancora oggi il ricordarlo fa emergere un magone che potrebbe essere strano se non fosse giustificato da sentimenti di affetto e di riconoscenza immutati. Perciò alla Sua Famiglia ed ai tanti che gli vogliono ancora bene, serbandone intatto il ricordo, mi stringo fraternamente».
Ventola ha poi così continuato: «Però, il ricordare le persone che hanno avuto un ruolo importante, figure simbolo e di esempio, risponde all'esigenza di far emergere valori e sentimenti spesso smarriti. È un bisogno utile a chi vive la politica direttamente, facendosi portavoce di una comunità, ma è pure un senso civico e di impegno sociale da cui tutti, io credo, dobbiamo trovare alimento. Ho già avuto occasione di sottolineare i pregi che hanno contraddistinto l'uomo ed il politico Ciccio Salerno, competitore leale con il quale oltre al confronto elettorale ho avuto anche l'onore di essergli accomunato nell'esperienza amministrativa. Intenso è stato anche il rapporto personale che in taluni frangenti mi ha portato a condividere l'amarezza di scelte penalizzanti da lui subite: il senso di istintivo e motivato rispetto che nutrivo da giovane sindaco - alla cui elezione contribuì concretamente a modo suo -, è stato alla base di un rapporto di crescente stima reciproca che ci ha consentito di condividere molto; un'esperienza il cui ricordo coltivo con grande piacere.
E' luogo comune parlare male della politica e di chi la interpreta facendo di tutt'erba un fascio. Giusto o sbagliato che sia, l'amico Ciccio non sarebbe mai rientrato nella schiera dell'accezione negativa di un certo modo di fare politica. La sua passione, la sua tenacia e la sua lealtà nei confronti di tutti - del suo elettorato come degli avversari politici - lo ponevano su un altro piano: quello della politica tra la gente, con la gente e per la gente. Per queste ragioni, cui si aggiungono quelle affettive personali, Ciccio ci manca. Questo ho già detto, tra tante altre cose, di Ciccio Salerno. Ancora oggi il ricordarlo fa emergere un magone che potrebbe essere strano se non fosse giustificato da sentimenti di affetto e di riconoscenza immutati. Perciò alla Sua Famiglia ed ai tanti che gli vogliono ancora bene, serbandone intatto il ricordo, mi stringo fraternamente».