Politica
Vegapol e Newpol al "photo finish" della giunta del 28 novembre 2011
Una finezza politica vale due milioni di euro. Ancora un richiamo al risveglio delle coscienze
Barletta - venerdì 16 dicembre 2011
0.24
"Invitare il Dirigente a valutare l'opportunità di assegnare punti di premialità alle Ditte che abbiano agenti in servizio di vigilanza nel territorio del Comune di Barletta, alla data pubblicazione del bando, in base al numero degli stessi". Questo non è l'incipit di un manuale di Pubblica Amministrazione, ma è invece l'ennesima "illuminante idea" dell'ultima ora messa in atto dalla Giunta Comunale; una finezza politica che trasferisce in capo al Dirigente la responsabilità di "sbagliare". Una "annotazione" di 3 righe (siglata dal Sindaco) scritta a penna, e inserita all'ultimo momento in seduta di Giunta fra gli "indirizzi operativi" della Delibera n.241 del 28.11.2011, avente ad oggetto: Appalto per l'affidamento del servizio di vigilanza immobili comunali per la durata di anni 3 – indirizzi.
Si tratta di una vicenda che ha già scontato nel recente passato numerosissime problematiche che avrebbero dovuto indurre l'Amministrazione a tenere un atteggiamento molto diverso, quantomeno più prudente. Attualmente il servizio viene svolto in regime di proroga, a seguito di una predente gara di appalto fatta nel 2008 ed aggiudicata alla Società Vegapol nel giugno 2009. Una gara "tormentata", come tantissime altre, di cui vale la pena ricordarne le fasi più importanti. A seguito dell'aggiudicazione (giugno - 2009) la Società Newpol aveva proposto ricorso al TAR che ne accoglieva le ragioni e con sentenza n.4/2010 annullava gli atti di gara. A loro volta il Comune e la Vegapol, nel gennaio 2010, proponevano appello innanzi al Consiglio di Stato per chiedere la sospensione degli effetti della sentenza emessa dal TAR di Bari.
Ma anche questa volta (ahinoi!) le cose per il nostro efficientissimo Comune e per la Società aggiudicataria sono andate male. Infatti, con sentenza n.7105 del 20.09.2010, il Consiglio di Stato confermava l'orientamento assunto da TAR di Bari respingendo l'appello del Comune di Barletta e della Vegapol condannando i ricorrenti alla compensazione delle spese per entrambi i gradi di giudizio.
Ci si chiederà: quali erano le ragioni del ricorso proposto dalla Società Vegapol? E' presto detto: le regole che cambiano in corso d'opera. La contestazione infatti riguardava una nuova "regola" introdotta dalla commissione di gara in sede di valutazione delle offerte. Anche qui una "finezza" con qualche dubbio; finezza tecnica o anche politica? La nuova regola introdotta maldestramente dalla commissione di gara determinava una sub-graduazione del punteggio assegnabile alle Società partecipanti alla gara in relazione al numero di dipendenti impegnati nel territorio di Barletta.
Tutto ciò in palese e grave violazione delle norme che regolano il sistema di gestione degli appalti pubblici. Questo è quanto viene ribadito nella sentenza del Consiglio di Stato in cui si legge quasi una sorta di raccomandazione rivolta alla stazione appaltante (Comune) per la redazione del successivo bando di gara: "…la stazione appaltante ha il potere di rinnovare la valutazione delle offerte …secondo canoni di ragionevolezza e trasparenza, con preclusione, cioè, di qualsiasi esito diretto a premiare o penalizzare, in modo discriminatorio, solo imprese che si trovino in particolari condizioni soggettive…". Con l'annotazione "illuminante", di cui si è detto all'inizio, inserita nella nuova Delibera di Giunta forse si sta andando in tutt'altra direzione. Come si dice in questi casi, si cerca di fare rientrare dalla porta ciò che è uscito dalla finestra! Questa volta evidentemente si vuole fare meglio: si suggerisce al Dirigente di inserire direttamente nel bando di gara un parametro che precedentemente si voleva aggiungere in corso d'opera. Non c'è che dire: una grande operazione di trasparenza, forse eccessivamente trasparente.
Si è di fronte ad una vicenda molto significativa che disattende di fatto i tanti principi morali e le nobili enunciazioni fatte a più riprese dal Sindaco sui temi della trasparenza, della legalità, e delle buone pratiche politiche e amministrative.
In pochi si chiedono probabilmente quanto costa perdere i ricorsi in termini di risorse economiche e di personale impiegato o ancora, se si fosse più sensibili, quale è il danno in termini di credibilità e di immagine per la Pubblica Amministrazione. Ma non è certamente trascurabile al riguardo l'onerosità dello stesso "servizio di vigilanza" che nel triennio 2012-2014 costerà alle casse comunali circa 2 milioni di euro. In proposito va evidenziato i notevoli margini di risparmio conseguibili se solo si procedesse ad una semplice razionalizzazione e rimodulazione del controllo prevedendo, ove possibili, l'utilizzo di sistemi di video sorveglianza o di altre tecnologie più avanzate. I tempi di magra che viviamo dovrebbero indurre a ben altre pratiche e ad una maggiore sensibilità e rispetto nell'utilizzo delle risorse pubbliche; e non si dica che c'è sempre penuria di risorse a causa delle famigerate politiche dei tagli, motivazione solo parzialmente valida.
Il "fattaccio" in sè, benché significativo, forse conta relativamente. Ciò che determina maggiore sconforto e preoccupazione è un atteggiamento di protervia politico-amministrativa che non accenna a mutare nonostante, e lo dico con profondo rispetto ed altrettanto rammarico, le insistenti azioni della magistratura o, peggio ancora, le tragedie umane che hanno profondamente segnato la nostra Città. Urge un risveglio delle coscienze in un unico collettivo senso di appartenenza e di confronto autentico.
Parafrasando le parole del Cardinale Bagnasco: "C'é tanto bisogno di aria nuova, di aprire le finestre sul mondo, prossimo e lontano, per toglierci da quest'aria che ci ammorba di sacrestia e bianchi sepolcri di una società imputridita dalla moderazione di facciata che si rivela impietosa con i deboli e caritatevole con i forti".
Si tratta di una vicenda che ha già scontato nel recente passato numerosissime problematiche che avrebbero dovuto indurre l'Amministrazione a tenere un atteggiamento molto diverso, quantomeno più prudente. Attualmente il servizio viene svolto in regime di proroga, a seguito di una predente gara di appalto fatta nel 2008 ed aggiudicata alla Società Vegapol nel giugno 2009. Una gara "tormentata", come tantissime altre, di cui vale la pena ricordarne le fasi più importanti. A seguito dell'aggiudicazione (giugno - 2009) la Società Newpol aveva proposto ricorso al TAR che ne accoglieva le ragioni e con sentenza n.4/2010 annullava gli atti di gara. A loro volta il Comune e la Vegapol, nel gennaio 2010, proponevano appello innanzi al Consiglio di Stato per chiedere la sospensione degli effetti della sentenza emessa dal TAR di Bari.
Ma anche questa volta (ahinoi!) le cose per il nostro efficientissimo Comune e per la Società aggiudicataria sono andate male. Infatti, con sentenza n.7105 del 20.09.2010, il Consiglio di Stato confermava l'orientamento assunto da TAR di Bari respingendo l'appello del Comune di Barletta e della Vegapol condannando i ricorrenti alla compensazione delle spese per entrambi i gradi di giudizio.
Ci si chiederà: quali erano le ragioni del ricorso proposto dalla Società Vegapol? E' presto detto: le regole che cambiano in corso d'opera. La contestazione infatti riguardava una nuova "regola" introdotta dalla commissione di gara in sede di valutazione delle offerte. Anche qui una "finezza" con qualche dubbio; finezza tecnica o anche politica? La nuova regola introdotta maldestramente dalla commissione di gara determinava una sub-graduazione del punteggio assegnabile alle Società partecipanti alla gara in relazione al numero di dipendenti impegnati nel territorio di Barletta.
Tutto ciò in palese e grave violazione delle norme che regolano il sistema di gestione degli appalti pubblici. Questo è quanto viene ribadito nella sentenza del Consiglio di Stato in cui si legge quasi una sorta di raccomandazione rivolta alla stazione appaltante (Comune) per la redazione del successivo bando di gara: "…la stazione appaltante ha il potere di rinnovare la valutazione delle offerte …secondo canoni di ragionevolezza e trasparenza, con preclusione, cioè, di qualsiasi esito diretto a premiare o penalizzare, in modo discriminatorio, solo imprese che si trovino in particolari condizioni soggettive…". Con l'annotazione "illuminante", di cui si è detto all'inizio, inserita nella nuova Delibera di Giunta forse si sta andando in tutt'altra direzione. Come si dice in questi casi, si cerca di fare rientrare dalla porta ciò che è uscito dalla finestra! Questa volta evidentemente si vuole fare meglio: si suggerisce al Dirigente di inserire direttamente nel bando di gara un parametro che precedentemente si voleva aggiungere in corso d'opera. Non c'è che dire: una grande operazione di trasparenza, forse eccessivamente trasparente.
Si è di fronte ad una vicenda molto significativa che disattende di fatto i tanti principi morali e le nobili enunciazioni fatte a più riprese dal Sindaco sui temi della trasparenza, della legalità, e delle buone pratiche politiche e amministrative.
In pochi si chiedono probabilmente quanto costa perdere i ricorsi in termini di risorse economiche e di personale impiegato o ancora, se si fosse più sensibili, quale è il danno in termini di credibilità e di immagine per la Pubblica Amministrazione. Ma non è certamente trascurabile al riguardo l'onerosità dello stesso "servizio di vigilanza" che nel triennio 2012-2014 costerà alle casse comunali circa 2 milioni di euro. In proposito va evidenziato i notevoli margini di risparmio conseguibili se solo si procedesse ad una semplice razionalizzazione e rimodulazione del controllo prevedendo, ove possibili, l'utilizzo di sistemi di video sorveglianza o di altre tecnologie più avanzate. I tempi di magra che viviamo dovrebbero indurre a ben altre pratiche e ad una maggiore sensibilità e rispetto nell'utilizzo delle risorse pubbliche; e non si dica che c'è sempre penuria di risorse a causa delle famigerate politiche dei tagli, motivazione solo parzialmente valida.
Il "fattaccio" in sè, benché significativo, forse conta relativamente. Ciò che determina maggiore sconforto e preoccupazione è un atteggiamento di protervia politico-amministrativa che non accenna a mutare nonostante, e lo dico con profondo rispetto ed altrettanto rammarico, le insistenti azioni della magistratura o, peggio ancora, le tragedie umane che hanno profondamente segnato la nostra Città. Urge un risveglio delle coscienze in un unico collettivo senso di appartenenza e di confronto autentico.
Parafrasando le parole del Cardinale Bagnasco: "C'é tanto bisogno di aria nuova, di aprire le finestre sul mondo, prossimo e lontano, per toglierci da quest'aria che ci ammorba di sacrestia e bianchi sepolcri di una società imputridita dalla moderazione di facciata che si rivela impietosa con i deboli e caritatevole con i forti".