Associazioni
Urbanistica e territorio, Borri: «i Piani non servono»
Favia e la “conoscenza preventiva”, con FAI e Storia Patria
Barletta - sabato 15 novembre 2014
11.04
Al centro lo strettissimo rapporto tra ambiente, territorio e cultura: facce della stessa medaglia che non possono svilupparsi a sestanti, pena produrre brutture architettoniche e storture legislative, com'è successo nei decenni a Barletta e in Italia.
È stato questo l'interessante argomento del convegno "Urbanistica e territorio. Riflessioni a confronto per la città del futuro", svoltosi ieri sera presso Palazzo Della Marra, organizzato dalla sezione di Barletta della Società di Storia Patria "Salvatore Santeramo" con il FAI-Bat. Il prof. Dino Borri, ordinario d'ingegneria del Territorio presso il Politecnico di Bari, e presidente regionale del FAI, ha ricordato come dagli anni Novanta l'UE sia spesso intervenuta sulla tematica, anche in Italia dove le competenze di tutela e valorizzazione del territorio sono di competenza regionale; «Ma in alcuni Paesi come in Francia le attribuzioni sono statali e le cose vanno meglio. Fino a vent'anni fa le città non potevano fare i piani regolatori, e questo ha salvato quel territorio. Anche la Spagna preserva integro il suo territorio» e di qui la conclusione, provocazione ma fino ad un certo punto: «I Piani [regolatori e altri, ndr] in Italia sono inutili. Fino ai primi del Novecento abbiamo avuto città straordinarie, ben costruite, come Barletta, senza Piani». Teoria avallata dallo studio che l'Archeoclub di Barletta sta compiendo sui palazzi costruiti a Barletta da fine Ottocento a inizio Novecento, com'è stato riferito durante il dibattito.
Critico il professor Borri verso il PPTR dell'assessore regionale Barbanente, e anche con il giudizio del prof. Alberto Magnaghi, noto urbanista che ha contribuito all'estensione del Piano Paesaggistico Territoriale Regionale della Puglia, positivo sugli orti costieri.
In sostituzione dell'intervento di Giuliano Volpe, è intervenuto il prof. Pasquale Favia, docente di archeologia all'Università di Foggia, soffermandosi sul concetto di vincolo vissuto sempre come un freno allo sviluppo. Contrariamente, dei "vincoli" non ci sarebbe bisogno se fosse diffusa, soprattutto fra amministratori e tecnici, una buona "conoscenza preventiva" che non prescinda da storia e identità culturale di un territorio; Favia fu tra coloro che curarono lo scavo archeologico nella Cattedrale di Barletta nei primi anni Novanta, è convenuto anche sulla necessità di porre valorizzazione all'area di Ariscianne.
Il geologo Ruggiero Quarto è intervenuto sottolineando la necessità di riportare il mare al centro delle attenzioni cittadine, ricordando l'antico tradizione marinara della città. A fare gli onori di casa la presidente di Storia Patria, Antonietta Magliocca e la capo delegazione FAI Bat, Rosa Crocetta ; a portare i saluti istituzionali l'assessore alle politiche culturali del comune di Barletta, Giusy Caroppo, Ha moderato la serata il prof. Maurizio Triggiani dell'associazione "Centro Studi Normanno Svevi"
È stato questo l'interessante argomento del convegno "Urbanistica e territorio. Riflessioni a confronto per la città del futuro", svoltosi ieri sera presso Palazzo Della Marra, organizzato dalla sezione di Barletta della Società di Storia Patria "Salvatore Santeramo" con il FAI-Bat. Il prof. Dino Borri, ordinario d'ingegneria del Territorio presso il Politecnico di Bari, e presidente regionale del FAI, ha ricordato come dagli anni Novanta l'UE sia spesso intervenuta sulla tematica, anche in Italia dove le competenze di tutela e valorizzazione del territorio sono di competenza regionale; «Ma in alcuni Paesi come in Francia le attribuzioni sono statali e le cose vanno meglio. Fino a vent'anni fa le città non potevano fare i piani regolatori, e questo ha salvato quel territorio. Anche la Spagna preserva integro il suo territorio» e di qui la conclusione, provocazione ma fino ad un certo punto: «I Piani [regolatori e altri, ndr] in Italia sono inutili. Fino ai primi del Novecento abbiamo avuto città straordinarie, ben costruite, come Barletta, senza Piani». Teoria avallata dallo studio che l'Archeoclub di Barletta sta compiendo sui palazzi costruiti a Barletta da fine Ottocento a inizio Novecento, com'è stato riferito durante il dibattito.
Critico il professor Borri verso il PPTR dell'assessore regionale Barbanente, e anche con il giudizio del prof. Alberto Magnaghi, noto urbanista che ha contribuito all'estensione del Piano Paesaggistico Territoriale Regionale della Puglia, positivo sugli orti costieri.
In sostituzione dell'intervento di Giuliano Volpe, è intervenuto il prof. Pasquale Favia, docente di archeologia all'Università di Foggia, soffermandosi sul concetto di vincolo vissuto sempre come un freno allo sviluppo. Contrariamente, dei "vincoli" non ci sarebbe bisogno se fosse diffusa, soprattutto fra amministratori e tecnici, una buona "conoscenza preventiva" che non prescinda da storia e identità culturale di un territorio; Favia fu tra coloro che curarono lo scavo archeologico nella Cattedrale di Barletta nei primi anni Novanta, è convenuto anche sulla necessità di porre valorizzazione all'area di Ariscianne.
Il geologo Ruggiero Quarto è intervenuto sottolineando la necessità di riportare il mare al centro delle attenzioni cittadine, ricordando l'antico tradizione marinara della città. A fare gli onori di casa la presidente di Storia Patria, Antonietta Magliocca e la capo delegazione FAI Bat, Rosa Crocetta ; a portare i saluti istituzionali l'assessore alle politiche culturali del comune di Barletta, Giusy Caroppo, Ha moderato la serata il prof. Maurizio Triggiani dell'associazione "Centro Studi Normanno Svevi"