Associazioni
SOS al sindaco Cannito: «È giunta l'ora per avere "la Provincia di Barletta"»
L'appello del Comitato di Lotta Barletta Provincia
Barletta - venerdì 7 settembre 2018
Comunicato Stampa
La Base del Comitato di Lotta Barletta Provincia - con nota di Domenico Vischi e Savino Dibenedetto, protocollata dal Comune di Barletta il 06-09-2018 al N. 63649 - chiede al neo-Sindaco di Barletta, alla giunta, ed ai 32 consiglieri comunali di assumere da subito e pubblicamente un impegno con il popolo barlettano: portare avanti il Ricorso n. 4636/2017 pendente dinanzi alla V sez. del Consiglio di Stato, inoltrato dal Comune di Barletta.
«Non paia esagerato lanciare un SOS! Per la gloriosa Città di Barletta e per l'intero popolo barlettano, risolvere - e positivamente - la faccenda del citato ricorso è "questione di vita o di morte"! Un nulla di fatto determinerebbe un inarrestabile declino per la comunità barlettana. Al contrario, un successo darebbe una spinta decisiva per riavviare "un motore (economico/politico) ormai ingolfato da un decennio ed oltre". Ma di quale ricorso si tratta? Trattasi del giudizio di secondo grado pendente dinanzi al Consiglio di Stato, teso ad ottenere "definitivamente" la Sede Legale provinciale al Capoluogo unico Barletta. Sede legale assegnata provvisoriamente - ed in spregio della Costituzione - dallo Statuto provinciale al Comune di Andria, per macchinazioni politiche.
Basterebbe citare l'Art. 133 della Costituzione, ed il Parere del Consiglio di Stato n. 716/1992 reso dalla I sez. per "demolire quella scelta politicamente scellerata e giuridicamente illegittima". Tutte le Delibere Comunali e Regionali, propedeutiche all'istituzione della Provincia di Barletta investono Barletta e solo Barletta del titolo di Capoluogo della provincia: nulla di ciò possono vantare Andria e Trani. Né possono contendere a Barletta la sua Prefettura-UTG, ed il ruolo di Capofila della Provincia di Barletta! E di certo nulla possono esibire Andria e Trani per quanto attiene alla c.d. "democrazia diretta". I due principali firmatari della presente nota - Domenico Vischi e Savino Dibenedetto - sono anche co-protagonisti e co-promotori, insieme ad altri barlettani, di una iniziativa popolare, annunciata pro tempore in Gazzetta Ufficiale, che ha portato alla raccolta di 30.000 (trentamila) firme di cittadini italiani, su una proposta di legge - poi depositata alla Camera dei Deputati nella scorsa legislatura come Petizione Popolare n. 361, ai sensi dell'Articolo 50 della Costituzione - per ottenere la "Sede Legale provinciale al Capoluogo Barletta".
Si ribadisce: non solo l'orgoglio patriottico muove la Base del Comitato di Lotta Barletta Provincia! Il movente più intenso e razionale è, come detto, nella necessità di "risorgere" economicamente e politicamente. Ottenere il Capoluogo "unico ed indivisibile" della Provincia di Barletta significa far gravitare intorno alla Città della Disfida tutte le risorse economiche, imprenditoriali e le attenzioni politiche che il territorio può generare ed attirare. Quanti importanti uffici pubblici (in primis, il Tribunale, la Questura, l'Asl BT…) potremmo ottenere e/o farci restituire - e senza colpo ferire - se ci liberassimo dell'ingombro illegittimo di Andria e Trani! Il citato ricorso pende da ormai molti mesi dinanzi al Consiglio di Stato, senza che vi sia all'orizzonte un approdo in vista. Alcune note tecniche. Il CdS nell'esaminare quel ricorso "non dovrà portarlo a Sentenza"; una Sentenza del giudice amministrativo, pur favorevole a Barletta, non otterrebbe alcun apprezzabile e definitivo risultato, poiché uno Statuto illegittimo può essere sostituito da un nuovo Statuto, altrettanto illegittimo. Il problema dei problemi insiste nella stessa Legge n. 148/2004 istitutiva della "Provincia di Barletta-Andria-Trani". La Legge 148/2004 infatti è affetta da incostituzionalità, in quelle disposizioni che propongono "il capoluogo uno e trino", e "la Sede Legale da stabilirsi nello Statuto". È una Legge sbagliata, che va "ripulita"!
Cosa deve fare il CdS perché Barletta ottenga il risultato che desidera, e non un palliativo? Deve emettere una "Ordinanza di Rimessione alla Corte Costituzionale". I giudici della Consulta sono gli unici abilitati a dichiarare l'incostituzionalità di una Legge (o parte di essa) - quindi, nel nostro caso, a rimuovere quei due vulnus di cui la Legge 148/2004 è portatrice. Per inciso: il nuovo sindaco di Barletta dovrà per legge assumere altresì il ruolo di amministratore provinciale; ragionevolmente, nuovo Presidente della Provincia di Barletta, scalzando l'andriese Giorgino. Ulteriore ragione per cominciare a forgiare - e comunicare al popolo - le proprie intenzioni politiche in merito alla futura gestione della Provincia di BT. Una eventuale scelta del nuovo sindaco di "non guastare la mensa" ad Andria e Trani - optando per una politica di retroguardia per Barletta in ambito provinciale - verrebbe additata con sommo sfavore dai barlettani.
Analoga richiesta fu avanzata a mezzo stampa nel periodo elettorale, ma né i candidati sindaci, né i candidati consiglieri presero allora posizione in merito; [vedi articolo su "BarlettaViva" del 16-05-2018] L'odierna azione - mediante la presente nota - di questi volenterosi "barlettani a tutto tondo" non ha nulla da invidiare all'analoga azione popolare che nel 1931 "protesse la Disfida di Barletta dall'assalto di predoni baresi che pretendevano di soffiarcela"; nel futuro si dica che il Sindaco Cannito, in uno agli altri politici della sua consiliatura, ha restituito a Barletta la Provincia di Barletta (BT)! Tutto ciò premesso, chiediamo allo Spett.le Sindaco Cosimo Cannito, ed agli Spett.li assessori e consiglieri comunali tutti, di accogliere senza riserve e sin da subito la richiesta della Base del Comitato di Lotta Barletta Provincia: il ridetto Ricorso n. 4636/2017 al Consiglio di Stato "deve essere portato avanti"! Il popolo barlettano unanime glielo chiede con insistenza: e con pari clamore chiede loro di assumere detto impegno "pubblicamente e per iscritto", rendendolo parte integrante dei rispettivi programmi politico-amministrativi! Al contrario: qualora i suddetti amministratori "non dovessero prendere posizione in merito", quel trincerarsi dietro un silenzio pilatesco verrebbe interpretato senza se e senza ma come un "diniego" ed un "tradimento". Il popolo della Città della Disfida - rispetto alla eventuale "strategica indifferenza" di questi "Graiano d'Asti" - non potrebbe che tenerne debito conto… nelle prossime tornate elettorali!
Firmato: Domenico Vischi; Savino Dibenedetto; Luigi Porcelluzzi; Francesco Piazzolla; Michele Daleno; Ruggiero Francia; Salvatore Imbriola; Vincenzo Francesco Dimiccoli; Luigi Antonucci; Cosimo Daloiso; Ferdinando Dibari; Pietro Manente; Luigi Pignatelli; Giuseppe Delluniversità; Cosimo Damiano Cervello; Nicola Carbone; Giuseppe Distaso; Ruggiero Comitangelo; Mariano Di Leo; Michele Marcello; Riccardo Borraccino; Mauro Papagni; Bartolomeo Dibenedetto; Giuseppe Doronzo; Giovanni Dileo; Pasquale Dargenio; Giuseppe Seccia; Giuseppe Laporta; Ruggiero Franco; William Antonucci.
«Non paia esagerato lanciare un SOS! Per la gloriosa Città di Barletta e per l'intero popolo barlettano, risolvere - e positivamente - la faccenda del citato ricorso è "questione di vita o di morte"! Un nulla di fatto determinerebbe un inarrestabile declino per la comunità barlettana. Al contrario, un successo darebbe una spinta decisiva per riavviare "un motore (economico/politico) ormai ingolfato da un decennio ed oltre". Ma di quale ricorso si tratta? Trattasi del giudizio di secondo grado pendente dinanzi al Consiglio di Stato, teso ad ottenere "definitivamente" la Sede Legale provinciale al Capoluogo unico Barletta. Sede legale assegnata provvisoriamente - ed in spregio della Costituzione - dallo Statuto provinciale al Comune di Andria, per macchinazioni politiche.
Basterebbe citare l'Art. 133 della Costituzione, ed il Parere del Consiglio di Stato n. 716/1992 reso dalla I sez. per "demolire quella scelta politicamente scellerata e giuridicamente illegittima". Tutte le Delibere Comunali e Regionali, propedeutiche all'istituzione della Provincia di Barletta investono Barletta e solo Barletta del titolo di Capoluogo della provincia: nulla di ciò possono vantare Andria e Trani. Né possono contendere a Barletta la sua Prefettura-UTG, ed il ruolo di Capofila della Provincia di Barletta! E di certo nulla possono esibire Andria e Trani per quanto attiene alla c.d. "democrazia diretta". I due principali firmatari della presente nota - Domenico Vischi e Savino Dibenedetto - sono anche co-protagonisti e co-promotori, insieme ad altri barlettani, di una iniziativa popolare, annunciata pro tempore in Gazzetta Ufficiale, che ha portato alla raccolta di 30.000 (trentamila) firme di cittadini italiani, su una proposta di legge - poi depositata alla Camera dei Deputati nella scorsa legislatura come Petizione Popolare n. 361, ai sensi dell'Articolo 50 della Costituzione - per ottenere la "Sede Legale provinciale al Capoluogo Barletta".
Si ribadisce: non solo l'orgoglio patriottico muove la Base del Comitato di Lotta Barletta Provincia! Il movente più intenso e razionale è, come detto, nella necessità di "risorgere" economicamente e politicamente. Ottenere il Capoluogo "unico ed indivisibile" della Provincia di Barletta significa far gravitare intorno alla Città della Disfida tutte le risorse economiche, imprenditoriali e le attenzioni politiche che il territorio può generare ed attirare. Quanti importanti uffici pubblici (in primis, il Tribunale, la Questura, l'Asl BT…) potremmo ottenere e/o farci restituire - e senza colpo ferire - se ci liberassimo dell'ingombro illegittimo di Andria e Trani! Il citato ricorso pende da ormai molti mesi dinanzi al Consiglio di Stato, senza che vi sia all'orizzonte un approdo in vista. Alcune note tecniche. Il CdS nell'esaminare quel ricorso "non dovrà portarlo a Sentenza"; una Sentenza del giudice amministrativo, pur favorevole a Barletta, non otterrebbe alcun apprezzabile e definitivo risultato, poiché uno Statuto illegittimo può essere sostituito da un nuovo Statuto, altrettanto illegittimo. Il problema dei problemi insiste nella stessa Legge n. 148/2004 istitutiva della "Provincia di Barletta-Andria-Trani". La Legge 148/2004 infatti è affetta da incostituzionalità, in quelle disposizioni che propongono "il capoluogo uno e trino", e "la Sede Legale da stabilirsi nello Statuto". È una Legge sbagliata, che va "ripulita"!
Cosa deve fare il CdS perché Barletta ottenga il risultato che desidera, e non un palliativo? Deve emettere una "Ordinanza di Rimessione alla Corte Costituzionale". I giudici della Consulta sono gli unici abilitati a dichiarare l'incostituzionalità di una Legge (o parte di essa) - quindi, nel nostro caso, a rimuovere quei due vulnus di cui la Legge 148/2004 è portatrice. Per inciso: il nuovo sindaco di Barletta dovrà per legge assumere altresì il ruolo di amministratore provinciale; ragionevolmente, nuovo Presidente della Provincia di Barletta, scalzando l'andriese Giorgino. Ulteriore ragione per cominciare a forgiare - e comunicare al popolo - le proprie intenzioni politiche in merito alla futura gestione della Provincia di BT. Una eventuale scelta del nuovo sindaco di "non guastare la mensa" ad Andria e Trani - optando per una politica di retroguardia per Barletta in ambito provinciale - verrebbe additata con sommo sfavore dai barlettani.
Analoga richiesta fu avanzata a mezzo stampa nel periodo elettorale, ma né i candidati sindaci, né i candidati consiglieri presero allora posizione in merito; [vedi articolo su "BarlettaViva" del 16-05-2018] L'odierna azione - mediante la presente nota - di questi volenterosi "barlettani a tutto tondo" non ha nulla da invidiare all'analoga azione popolare che nel 1931 "protesse la Disfida di Barletta dall'assalto di predoni baresi che pretendevano di soffiarcela"; nel futuro si dica che il Sindaco Cannito, in uno agli altri politici della sua consiliatura, ha restituito a Barletta la Provincia di Barletta (BT)! Tutto ciò premesso, chiediamo allo Spett.le Sindaco Cosimo Cannito, ed agli Spett.li assessori e consiglieri comunali tutti, di accogliere senza riserve e sin da subito la richiesta della Base del Comitato di Lotta Barletta Provincia: il ridetto Ricorso n. 4636/2017 al Consiglio di Stato "deve essere portato avanti"! Il popolo barlettano unanime glielo chiede con insistenza: e con pari clamore chiede loro di assumere detto impegno "pubblicamente e per iscritto", rendendolo parte integrante dei rispettivi programmi politico-amministrativi! Al contrario: qualora i suddetti amministratori "non dovessero prendere posizione in merito", quel trincerarsi dietro un silenzio pilatesco verrebbe interpretato senza se e senza ma come un "diniego" ed un "tradimento". Il popolo della Città della Disfida - rispetto alla eventuale "strategica indifferenza" di questi "Graiano d'Asti" - non potrebbe che tenerne debito conto… nelle prossime tornate elettorali!
Firmato: Domenico Vischi; Savino Dibenedetto; Luigi Porcelluzzi; Francesco Piazzolla; Michele Daleno; Ruggiero Francia; Salvatore Imbriola; Vincenzo Francesco Dimiccoli; Luigi Antonucci; Cosimo Daloiso; Ferdinando Dibari; Pietro Manente; Luigi Pignatelli; Giuseppe Delluniversità; Cosimo Damiano Cervello; Nicola Carbone; Giuseppe Distaso; Ruggiero Comitangelo; Mariano Di Leo; Michele Marcello; Riccardo Borraccino; Mauro Papagni; Bartolomeo Dibenedetto; Giuseppe Doronzo; Giovanni Dileo; Pasquale Dargenio; Giuseppe Seccia; Giuseppe Laporta; Ruggiero Franco; William Antonucci.