Cronaca
Selezione dirigenti Bat, 4 richieste di rinvio a giudizio
De Filippo, Digiesi, Camposeo, Mazzone accusati di concorso in abuso d'ufficio. La decisione verrà presa dal gup il prossimo 13 maggio
BAT - sabato 20 aprile 2013
10.35
Quattro richieste di rinvio a giudizio per le selezioni di sei dirigenti della Provincia Bat, assunti a metà 2010 con contratti a tempo determinato. Il pm Giuseppe Maralfa ha chiesto il rinvio a giudizio del dirigente al personale della Provincia, Nicola Digiesi, e dei tre componenti della commissione esaminatrice: Maria De Filippo, segretaria generale della Bat; Anna Lisa Camposeo, all'epoca dirigente degli affari istituzionali, e Pasquale Mazzone, oggi segretario generale del Comune di Trani.
Tutti e quattro sono accusati di concorso in abuso d'ufficio e il 13 maggio il gup Rossella Volpe deciderà se devono essere mandati a processo. La commissione esaminatrice (presieduta da De Filippo) venne nominata da Digiesi perché esaminasse i candidati con procedura di mobilità, ma nessuno fu ritenuto idoneo. Eppure tra gli aspiranti c'erano un segretario provinciale, due comunali e un dirigente del Comune di Torino. I sei posti furono coperti, invece, da altre sei persone tra cui lo stesso Digiesi, che invece era obbligato (in base a un decreto ministeriale del 2000) ad astenersi in quanto aveva redatto il bando di selezione, nominato la commissione esaminatrice e gestito (insieme a De Filippo, Camposeo e Mazzone) le procedure di mobilità.
Digiesi e gli altri cinque sono stati individuati non con un concorso pubblico, bensì con una selezione che si è conclusa con la redazione di una semplice relazione della commissione e la successiva scelta discrezionale da parte del presidente della Provincia, Francesco Ventola. Inoltre, la procedura di selezione fu attivata prima ancora che fosse conclusa quella di mobilità, che per legge deve essere espletata prima di qualsiasi altra procedura.
Secondo la procura la prova davanti alla commissione esaminatrice era «formalmente finalizzata alla verifica del livello di professionalità dirigenziale acquisita» dai sei candidati, «ma di fatto era orientata a non consentire la copertura dei sei posti di dirigente con la mobilità volontaria», in modo da coprirli invece con l'assunzione di Digiesi e degli altri cinque.
Tutti e quattro sono accusati di concorso in abuso d'ufficio e il 13 maggio il gup Rossella Volpe deciderà se devono essere mandati a processo. La commissione esaminatrice (presieduta da De Filippo) venne nominata da Digiesi perché esaminasse i candidati con procedura di mobilità, ma nessuno fu ritenuto idoneo. Eppure tra gli aspiranti c'erano un segretario provinciale, due comunali e un dirigente del Comune di Torino. I sei posti furono coperti, invece, da altre sei persone tra cui lo stesso Digiesi, che invece era obbligato (in base a un decreto ministeriale del 2000) ad astenersi in quanto aveva redatto il bando di selezione, nominato la commissione esaminatrice e gestito (insieme a De Filippo, Camposeo e Mazzone) le procedure di mobilità.
Digiesi e gli altri cinque sono stati individuati non con un concorso pubblico, bensì con una selezione che si è conclusa con la redazione di una semplice relazione della commissione e la successiva scelta discrezionale da parte del presidente della Provincia, Francesco Ventola. Inoltre, la procedura di selezione fu attivata prima ancora che fosse conclusa quella di mobilità, che per legge deve essere espletata prima di qualsiasi altra procedura.
Secondo la procura la prova davanti alla commissione esaminatrice era «formalmente finalizzata alla verifica del livello di professionalità dirigenziale acquisita» dai sei candidati, «ma di fatto era orientata a non consentire la copertura dei sei posti di dirigente con la mobilità volontaria», in modo da coprirli invece con l'assunzione di Digiesi e degli altri cinque.