Crollo in via Roma, la bambola
Crollo in via Roma, la bambola
Cronaca

Rinvio a giudizio per tutti gli imputati del crollo di via Roma

Il processo inizierà il 4 luglio. Respinte le richieste delle difese a "non luogo a procedere"

Sono stati tutti rinviati a giudizio i 15 imputati accusati del crollo di Via Roma che il 3 ottobre 2011 causò la morte di Matilde Doronzo, di 32 anni, Giovanna Sardaro, 30 anni, Antonella Zaza, 36 anni, Tina Cenci, 37 anni, lavoratrici a nero del laboratorio tessile di Savio Cinquepalmi, nonché della figlia dello stesso datore di lavoro, la 14enne Maria. Il giudice per l'udienza preliminare del Tribunale di Trani Francesco Zecchillo, ha dunque completamente accolto la richiesta del sostituto procuratore Giuseppe Maralfa, respingendo qualsiasi richiesta di "non luogo a procedere" avanzata dalle difese.

Nel decreto che dispone il giudizio, il gup non usa giri di parole per riassumere la vicenda storica e processuale. "E' una delle tante storie - ha scritto il giudice Zecchillo - che contrassegnano negativamente il nostro Paese, dove spesso l'inutile cavillo formale si trasforma in un nascondiglio per inequivocabili responsabilità da parte di insoluti pubblici funzionari e di poco accorti professionisti privati al servizio di avidi imprenditori, dove il principio di sopravvivenza, secondo il quale la colpa è sempre di qualcun altro, viene consacrato quale doverosa e necessaria furbizia del disonesto cittadino, dove spesso il profitto massacra la persona e l'umana dignità e dove chi per le altrui responsabilità paga anche con la propria vita è sempre colui al quale è negato il diritto di avere diritti".

Il processo inizierà il 4 luglio davanti al Tribunale collegiale di Trani. Sul banco degli imputati ci saranno: Cosimo Giannini, legale rappresentante dell'omonima Srl proprietaria del suolo adiacente la palazzina crollata; Salvatore Chiarulli, legale rappresentante dell'impresa esecutrice dei lavori per la demolizione dell'edificio e la bonifica dell'area attigua; i fratelli-dipendenti Andrea e Giovanni; il dirigente a scavalco dell'Ufficio Tecnico Comunale di Barletta Francesco Gianferrini; l'architetto Giovanni Paparella, ritenuto direttore dei lavori di bonifica dell'area Giannini; il geometra comunale Roberto Mariano; il vigile urbano addetto alla polizia edilizia Giovanni Andriolo; l'ingegnere comunale Rosario Palmitessa; l'ing. Pietro Ceci; il geometra Vincenzo Zagaria; il maresciallo di polizia municipale Alessandro Mancini; il funzionario comunale Valeria Valendino; Antonio Sica, incaricato della sorveglianza del cantiere Giannini e la stessa società a responsabilità limitata chiamata a rispondere dell'illecito amministrativo in riferimento ai reati di omicidio colposo e lesioni colpose. Le 14 persone fisiche sono accusate di omicidio colposo plurimo e, in relazione ai feriti, anche di lesioni colpose. Alcuni imputati rispondono di altre ipotesi di reato. A seconda dei casi: falso, omissione d'atti d'ufficio, rivelazione di segreto d'ufficio, violazioni della normativa edilizia.
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