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Riabilitazione cardiologica di Barletta a rischio: «Una tale eccellenza non può scomparire»

Scrive il componente della commissione Sanità Franco Pastore

«E' paradossale ma potrebbe accadere. Esiste dal 2007 a Barletta una struttura pubblica, gratuita ed efficiente, per accedere alla quale non vi sono liste di attesa, l'unica di questo genere fra Bari e Foggia, alla quale i cardiopatici possono rivolgersi per ottenere assistenza e cure personalizzate. Questa struttura rischia di scomparire, chiudere, di essere cancellata con un colpo di penna». E' quanto scrive il componente della commissione consiliare Sanità Franco Pastore, che commenta in una nota il rischio chiusura della Unità operativa di Riabilitazione cardiologica di Barletta.

«Questo perché nel passaggio dalla vecchia alla nuova ridefinizione della struttura della azienda sanitaria della Bat essa non è stata riportata. Che si tratti di burocrazia, di un equivoco, di una leggerezza o di superficialità, il risultato non cambia e centinaia di pazienti, ben 600 dovranno rimettere indietro l'orologio della loro salute, resterebbero orfani di un sistema che si prende cura di loro, che scandisce le loro esistenze da dopo la malattia in maniera globale e complessa, indicando terapie, impostando lo stile di vita, programmando i controlli, le attività fisiche. Quella, insomma, è la loro seconda casa, sempre aperta. Lunedì, in occasione della riunione della III commissione regionale Sanità, di cui sono un componente, porterò tale questione all'attenzione dei colleghi consiglieri e dell'assessore regionale, ritenendo di dovere chiarire la situazione e fugare eventuali equivoci o condotte che andrebbero palesemente in contraddizione con le politiche regionali e della Asl Bt stessa in materia di prevenzione.

Dal punto di vista tecnico, è accaduto che nella delibera di "Ridefinizione della struttura organizzativa aziendale. Dipartimenti, strutture complesse e semplici" della Asl BT, oggetto della delibera n. 1445 del 12/09/2014, l'unità operativa di Cardiologia riabilitativa non c'è. La bozza di tale atto, sottoposta ai rappresentanti sindacali, non parla infatti di tale unità ma di una unità operativa di Fisiopatologia cardiologica. Che ridefinizione è, mi chiedo, una azione che si definisce tale e non parte dall'esistente? La fotografia dell'esistente è rappresentata da quanto contenuto nella delibera, ancora in vigore, del 16/07/2012, "Ridefinizione dotazione organica ai sensi dell'art.1 L.R. n.11 del 15.05.2012", che a sua volta fa riferimento alla delibera che a novembre del 2007 istituì la "struttura semplice a valenza dipartimentale di Riabilitazione Cardiologica", all'interno del vecchio ospedale di Barletta.

La nuova delibera, in sostanza, non riporta un pezzo di quella "fotografia", non riporta la Riabilitazione cardiologica" e, ad un certo punto nella bozza, si parla di UO di Fisopatologia cardiologica. Tale unità operativa non è stata bene accolta dai rappresentanti sindacali che hanno espresso perplessità ritenendola, nella migliore delle ipotesi, superflua, e cassandola. Una realtà importante, vitale, come quella della riabilitazione cardiologica di Barletta, a costo zero per la Asl e che tanto vale per i pazienti, non può essere cancellata con un tratto di inchiostro. Far seguire un paziente cardiologico come viene seguito in quella unità operativa, al "Don Uva" di Bisceglie, o a Cassano, costerebbe e costa alla Asl BT migliaia di euro, per non parlare dei disagi per i pazienti. Perché, allora, volersi privare di tutto ciò, di un fiore all'occhiello della offerta sanitaria del territorio? Sono questi elementi che mi portano a pensare che la direzione generale della Asl non potrà non cogliere la portata paradossale dell'equivoco che ha generato tale situazione e, cogliendola, non potrà che convenire sulla necessità di porvi rimedio».
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