Istituzionale
Qualità dell'aria, Cascella: «Serve un accurato monitoraggio»
«L'amministrazione ha la responsabilità contro le minacce di inquinamento»
Barletta - sabato 9 maggio 2015
0.29
«È più che comprensibile e va indubbiamente raccolta la preoccupazione per quel che si vede e si avverte nell'aria nella nostra città». Il sindaco Cascella interviene sulla questione che ormai tiene banco sui maggiori social network da giorni riguardante la qualità dell'aria. «L'immagine che l'avvocato Michele Cianci ha scattato alle tre di notte di qualche giorno fa - continua il primo cittadino - rilanciata e commentata da molti media [anche da BarlettaViva ndr], è percepibile a tal punto "inquietante" da indurre a chiedere conto del fenomeno attribuito dall'autore del post alla emanazione di "un quantitativo di gas inquinanti, tanto che il cielo terso della primavera diventa giallo"».
«È vero, dunque, che sono stati convocati a palazzo di Città i responsabili delle attività produttive della Timac, giacché il fenomeno era attribuito a quella azienda. Non è vero, invece, che ci sono "bocche cucite" sull'esito dell'incontro. Semplicemente perché il dirigente dell'impianto quel giorno non era a Barletta, e quindi i tecnici arrivati al Comune hanno potuto soltanto raccogliere l'esigenza di una spiegazione sull'accaduto, rinviando – oltre che a un prossimo confronto diretto con i vertici sul più accurato resoconto dei monitoraggi effettuati - agli elementi già ricevuti dal Comune, per la precisione lo scorso 22 aprile, a seguito di una richiesta di elementi su una analoga allarme».
«Scrisse allora il direttore dello stabilimento che "a causa della nostra tipologia di produzioni (miscelazione di minerali naturali) che prevedono l'utilizzo di vapore e di acqua come elementi aggreganti in fase di granulazione dei prodotti, le emissioni dei nostri camini identificati come E2/00 ed E1, che possono essere visibili in quanto fumi di colore bianco, altro non sono che vapore acqueo, riveniente dall'attività di essiccazione del prodotto". In quella comunicazione si ribadiva che "tutte le emissioni in atmosfera sono soggette a limiti imposti dalla Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata in data 18 maggio 2011", e che le stesse "sono sistematicamente monitorate dall'ARPA Puglia secondo quanto previsto dalla normativa vigente, senza che peraltro siano mai stati rilevati valori difformi a quanto autorizzato"».
«Sappiamo bene quanto controversa sia la raccolta di quei dati, nella loro quantità e qualità, e quanto si discuta sulla composizione e sugli strumenti di rilevazione, oltre che sulla stessa sostenibilità delle norme autorizzative di attività produttive rispetto alle più avanzate esigenze di tutela ambientale. C'è da discutere e intervenire a ogni livello, ferma restando l'obiettiva constatazione che non è del Comune la competenza del controllo. E' dell'Amministrazione, invece, la responsabilità della vigilanza e della sollecitazione a far fronte a ogni potenziale minaccia di inquinamento».
«Come? Intanto, sollecitando l'incremento quantomeno della strumentazione di un più accurato monitoraggio delle diverse attività industriali (oltre la Timac, c'è la cementeria Buzzi Unicem e altre aziende ancora, per non dire di quelle ormai a ridosso dei confini territoriali), così da tener conto sia delle particolarità sia della contaminazione di potenziali situazioni di rischio per la salute e l'ambiente. Tanto più quando queste attività si ritrovano ormai collocate all'interno dell'area urbana. Si potrebbe fare l'elenco di quali e quanti interventi l'Amministrazione ha compiuto in tal senso, raccogliendo nel tempo le legittime aspettative di sicurezza della salute e di tutela dell'ambiente cittadino. Concentriamoci su quello odierno, rivolto ai responsabili della Regione dell'Arpa Puglia, della Provincia di Barletta-Andria-Trani e della ASL, per "una azione straordinaria e coordinata di controlli" in modo da offrire ogni necessario chiarimento, ed eventualmente individuare gli opportuni provvedimenti, rispetto alle problematiche, anche di diversa natura, evidenziate in questi giorni. E' interesse comune, come ha rilevato Sergio Fontana, presidente della Confindustria provinciale, riscoprire il rispetto dell'ambiente come valore di progresso. Sia, allora, una occasione di impegno comune per una ripresa economica all'insegna dello sviluppo sostenibile».
«È vero, dunque, che sono stati convocati a palazzo di Città i responsabili delle attività produttive della Timac, giacché il fenomeno era attribuito a quella azienda. Non è vero, invece, che ci sono "bocche cucite" sull'esito dell'incontro. Semplicemente perché il dirigente dell'impianto quel giorno non era a Barletta, e quindi i tecnici arrivati al Comune hanno potuto soltanto raccogliere l'esigenza di una spiegazione sull'accaduto, rinviando – oltre che a un prossimo confronto diretto con i vertici sul più accurato resoconto dei monitoraggi effettuati - agli elementi già ricevuti dal Comune, per la precisione lo scorso 22 aprile, a seguito di una richiesta di elementi su una analoga allarme».
«Scrisse allora il direttore dello stabilimento che "a causa della nostra tipologia di produzioni (miscelazione di minerali naturali) che prevedono l'utilizzo di vapore e di acqua come elementi aggreganti in fase di granulazione dei prodotti, le emissioni dei nostri camini identificati come E2/00 ed E1, che possono essere visibili in quanto fumi di colore bianco, altro non sono che vapore acqueo, riveniente dall'attività di essiccazione del prodotto". In quella comunicazione si ribadiva che "tutte le emissioni in atmosfera sono soggette a limiti imposti dalla Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata in data 18 maggio 2011", e che le stesse "sono sistematicamente monitorate dall'ARPA Puglia secondo quanto previsto dalla normativa vigente, senza che peraltro siano mai stati rilevati valori difformi a quanto autorizzato"».
«Sappiamo bene quanto controversa sia la raccolta di quei dati, nella loro quantità e qualità, e quanto si discuta sulla composizione e sugli strumenti di rilevazione, oltre che sulla stessa sostenibilità delle norme autorizzative di attività produttive rispetto alle più avanzate esigenze di tutela ambientale. C'è da discutere e intervenire a ogni livello, ferma restando l'obiettiva constatazione che non è del Comune la competenza del controllo. E' dell'Amministrazione, invece, la responsabilità della vigilanza e della sollecitazione a far fronte a ogni potenziale minaccia di inquinamento».
«Come? Intanto, sollecitando l'incremento quantomeno della strumentazione di un più accurato monitoraggio delle diverse attività industriali (oltre la Timac, c'è la cementeria Buzzi Unicem e altre aziende ancora, per non dire di quelle ormai a ridosso dei confini territoriali), così da tener conto sia delle particolarità sia della contaminazione di potenziali situazioni di rischio per la salute e l'ambiente. Tanto più quando queste attività si ritrovano ormai collocate all'interno dell'area urbana. Si potrebbe fare l'elenco di quali e quanti interventi l'Amministrazione ha compiuto in tal senso, raccogliendo nel tempo le legittime aspettative di sicurezza della salute e di tutela dell'ambiente cittadino. Concentriamoci su quello odierno, rivolto ai responsabili della Regione dell'Arpa Puglia, della Provincia di Barletta-Andria-Trani e della ASL, per "una azione straordinaria e coordinata di controlli" in modo da offrire ogni necessario chiarimento, ed eventualmente individuare gli opportuni provvedimenti, rispetto alle problematiche, anche di diversa natura, evidenziate in questi giorni. E' interesse comune, come ha rilevato Sergio Fontana, presidente della Confindustria provinciale, riscoprire il rispetto dell'ambiente come valore di progresso. Sia, allora, una occasione di impegno comune per una ripresa economica all'insegna dello sviluppo sostenibile».