La città
PUG, un workshop di respiro europeo per il futuro di Barletta
Seconda tappa del percorso partecipativo “Tutta mia è la città”
Barletta - mercoledì 17 febbraio 2016
Esperienza straordinaria, di cui si sentiva proprio il bisogno, visto che simili metodi di reale partecipazione non si vedevano a Barletta da molti anni, e comunque utilizzati in pochissime occasioni. Lunedì pomeriggio scorso si è svolta la seconda tappa del percorso partecipato "Tutta mia è la città" per la definizione del Piano Urbanistico Generale (PUG) di Barletta. Dopo il primo incontro plenario del 20 Gennaio, il Future Center di Barletta, l'incubatore per l'innovazione e la creatività nell'area dell'ex Distilleria, ha ospitato un notevole numero di partecipanti, per far si che quello della partecipazione non resti solo uno slogan elettorale.
I volenterosi partecipanti, divisi in quattro gruppi (cittadini, 'decisori' cioè politici o funzionari comunali, operatori economici ed esperti cioè tecnici) hanno lavorato per arricchire, dedicando oltre quattro ore del loro tempo, la riflessione dei tecnici incaricati della redazione del Piano. L'obiettivo del workshop, che proseguirà il 26 febbraio sempre negli stessi spazi, è la costruzione di una visione condivisa della città rispetto all'ambiente e al territorio, alla cultura e all'innovazione, all'economia urbana e alla dimensione sociale. Viene applicato un metodo d'ispirazione comunitaria: l'European Awareness Scenario Workshop (EASW), utilizzato in molte realtà italiane e in Europa, sin dagli inizi degli anni '90. Un viaggio nel tempo, raggiungendo Barletta nell'anno 2026; esplorati due scenari futuri estremi: uno catastrofico e uno positivo. Diversi i momenti di riflessione in coppia, in gruppo e in plenaria, per poi arrivare a delineare il migliore futuro possibile che Barletta dovrebbe raggiungere in 10 anni. Si è arrivati al momento di fusione delle idee dei gruppi sui quattro temi, ma l'impegno proseguirà nel prossimo incontro.
Sentirsi parte della comunità cittadina, confrontandosi e mettendo a disposizione il proprio impegno, è stato il punto di partenza dell'incontro, affidato ad un gruppo di esperti del metodo, per volontà dell'Amministrazione comunale, in particolare dell'assessore alle Politiche per il territorio, Azzurra Pelle, impegnata nella realizzazione del PUG, intervenuta per i saluti iniziali. Speriamo che questo lavoro sia preso in seria considerazione e che tali percorsi partecipativi non siano rare esperienze in città, su vari temi.
I volenterosi partecipanti, divisi in quattro gruppi (cittadini, 'decisori' cioè politici o funzionari comunali, operatori economici ed esperti cioè tecnici) hanno lavorato per arricchire, dedicando oltre quattro ore del loro tempo, la riflessione dei tecnici incaricati della redazione del Piano. L'obiettivo del workshop, che proseguirà il 26 febbraio sempre negli stessi spazi, è la costruzione di una visione condivisa della città rispetto all'ambiente e al territorio, alla cultura e all'innovazione, all'economia urbana e alla dimensione sociale. Viene applicato un metodo d'ispirazione comunitaria: l'European Awareness Scenario Workshop (EASW), utilizzato in molte realtà italiane e in Europa, sin dagli inizi degli anni '90. Un viaggio nel tempo, raggiungendo Barletta nell'anno 2026; esplorati due scenari futuri estremi: uno catastrofico e uno positivo. Diversi i momenti di riflessione in coppia, in gruppo e in plenaria, per poi arrivare a delineare il migliore futuro possibile che Barletta dovrebbe raggiungere in 10 anni. Si è arrivati al momento di fusione delle idee dei gruppi sui quattro temi, ma l'impegno proseguirà nel prossimo incontro.
Sentirsi parte della comunità cittadina, confrontandosi e mettendo a disposizione il proprio impegno, è stato il punto di partenza dell'incontro, affidato ad un gruppo di esperti del metodo, per volontà dell'Amministrazione comunale, in particolare dell'assessore alle Politiche per il territorio, Azzurra Pelle, impegnata nella realizzazione del PUG, intervenuta per i saluti iniziali. Speriamo che questo lavoro sia preso in seria considerazione e che tali percorsi partecipativi non siano rare esperienze in città, su vari temi.