Politica
Posizionamento dei defibrillatori in ambito extra ospedaliero: subito una mappa regionale dei DAE
La richiesta del Pd Filippo Caracciolo. Richiamata la delibera di Giunta n. 358 del 28 febbraio 2012
Barletta - sabato 21 aprile 2012
La tragica scomparsa del giovane calciatore Morosini pone attenzione al dibattito in corso sul tema della diffusione e dell'utilizzo dei defibrillatori in ambito extra-ospedaliero che sono essenziali per fronteggiare la c.d. morte cardiaca improvvisa (MCI). Sono questi i punti sui quali preme l'argomentazione del consigliere regionale Filippo Caracciolo, che nella giornata di ieri ha presentato un'interpellanza urgente avente come oggetto: Il progetto regionale di diffusione ed utilizzo dei defibrillatori in ambito extra-ospedaliero.
«Nel mese di dicembre 2011 il Ministero ha provveduto a erogare la prima parte del finanziamento per i Programmi regionali per la diffusione dei defibrillatori automatici e semiautomatici esterni (c.d. DAE)- così esordisce Caracciolo nella sua lettera- La regione Puglia, infatti, con delibera di Giunta n. 358 del 28 febbraio 2012 ha ricevuto la sua quota parte riferita all'anno 2010 pari a € 271.776,00, ed ha conseguentemente provveduto all'iscrizione di tale somma nel bilancio di previsione 2012 che sarà vincolata alla realizzazione del programma regionale per favorire la diffusione di defibrillatori semiautomatici esterni».
«Il Programma regionale (PROGETTO "DEEP IMPACT" PUGLIA - Defibrillazione E Prevenzione della morte Improvvisa con Accesso Territoriale in Puglia), redatto sulla base delle "Linee guida per il rilascio dell'autorizzazione all'utilizzo extraospedaliero dei defibrillatori semiautomatici" prevede: l'analisi del contesto, l'individuazione delle sedi e delle strutture nelle quali collocare i DAE, la previsione del numero di defibrillatori da acquistare, l'elaborazione del piano formativo con la previsione del numero di persone da formare, la definizione delle procedure specifiche per la manutenzione delle apparecchiature e delle modalità per il monitoraggio e la verifica delle attività svolte, l'individuazione dell'ente coordinatore, le modalità di informazione per il coinvolgimento della popolazione, e infine l'individuazione degli indicatori per il monitoraggio del progetto stesso».
«La massima attenzione deve essere data alla individuazione delle sedi e strutture in cui collocare i DAE distinguendo tra:
-postazioni mobili: a bordo delle Ambulanze del Sistema Sanitario Regionale, della Croce Rossa Italiana e delle Associazioni del Volontariato (dotazione già presente), e a bordo di auto delle forze dell'ordine e dei VVFF (attualmente presente solo in modo parziale);
-postazioni fisse: a) nei posti di maggiore frequenza di pubblico: stazioni, aeroporti, porti, stadi, piscine ed altri impianti sportivi, università; b) presso qualche esercizio commerciale particolarmente frequentato (ad es grandi magazzini, librerie nei centri cittadini con orari di apertura prolungati); c) aree confinate (navi, treni, etc.)»
Caracciolo evidenzia poi le linee-guida del programma regionale: «Il Programma regionale, sulla scorta delle Linee guida citate, prevede almeno una stazione fissa utilizzabile dalla popolazione ogni 10.000 abitanti e la formazione di operatori sanitari e non 1 ogni 1000 abitanti. Traducendo queste proporzioni nei dati regionali: occorre dotare la Puglia di 400 postazioni DAE e formare 4000 operatori sanitari e non».
«Al fine di migliorare l'efficienza e l'efficacia del programma regionale per la diffusione dei defibrillatori automatici e semiautomatici esterni occorre – dichiara il consigliere Caracciolo - disegnare e aggiornare una mappa regionale complessiva relativa al numero e alla distribuzione geografica e organizzativa dei defibrillatori esterni sul territorio (punti fissi e mobili), e soprattutto delineare le caratteristiche della rete delle attività relative alla manutenzione, la formazione e i meccanismi di pianificazione».
«Ritengo - conclude Caracciolo - che le immagini drammatiche della morte del giovane calciatore, e la circostanza che la morte cardiaca improvvisa rappresenta oggi la principale causa di morte nei paesi industrializzati (secondo i dati più attendibili l'incidenza complessiva della MCI è compresa tra lo 0.36 e l'1.28 per 1000 abitanti per anno) devono essere la spinta per la creazione della mappa regionale dei DAE, per comprendere come la presenza di un defibrillatore automatico, posto in determinati luoghi, possa risultare determinante per salvare una vita umana».
«Nel mese di dicembre 2011 il Ministero ha provveduto a erogare la prima parte del finanziamento per i Programmi regionali per la diffusione dei defibrillatori automatici e semiautomatici esterni (c.d. DAE)- così esordisce Caracciolo nella sua lettera- La regione Puglia, infatti, con delibera di Giunta n. 358 del 28 febbraio 2012 ha ricevuto la sua quota parte riferita all'anno 2010 pari a € 271.776,00, ed ha conseguentemente provveduto all'iscrizione di tale somma nel bilancio di previsione 2012 che sarà vincolata alla realizzazione del programma regionale per favorire la diffusione di defibrillatori semiautomatici esterni».
«Il Programma regionale (PROGETTO "DEEP IMPACT" PUGLIA - Defibrillazione E Prevenzione della morte Improvvisa con Accesso Territoriale in Puglia), redatto sulla base delle "Linee guida per il rilascio dell'autorizzazione all'utilizzo extraospedaliero dei defibrillatori semiautomatici" prevede: l'analisi del contesto, l'individuazione delle sedi e delle strutture nelle quali collocare i DAE, la previsione del numero di defibrillatori da acquistare, l'elaborazione del piano formativo con la previsione del numero di persone da formare, la definizione delle procedure specifiche per la manutenzione delle apparecchiature e delle modalità per il monitoraggio e la verifica delle attività svolte, l'individuazione dell'ente coordinatore, le modalità di informazione per il coinvolgimento della popolazione, e infine l'individuazione degli indicatori per il monitoraggio del progetto stesso».
«La massima attenzione deve essere data alla individuazione delle sedi e strutture in cui collocare i DAE distinguendo tra:
-postazioni mobili: a bordo delle Ambulanze del Sistema Sanitario Regionale, della Croce Rossa Italiana e delle Associazioni del Volontariato (dotazione già presente), e a bordo di auto delle forze dell'ordine e dei VVFF (attualmente presente solo in modo parziale);
-postazioni fisse: a) nei posti di maggiore frequenza di pubblico: stazioni, aeroporti, porti, stadi, piscine ed altri impianti sportivi, università; b) presso qualche esercizio commerciale particolarmente frequentato (ad es grandi magazzini, librerie nei centri cittadini con orari di apertura prolungati); c) aree confinate (navi, treni, etc.)»
Caracciolo evidenzia poi le linee-guida del programma regionale: «Il Programma regionale, sulla scorta delle Linee guida citate, prevede almeno una stazione fissa utilizzabile dalla popolazione ogni 10.000 abitanti e la formazione di operatori sanitari e non 1 ogni 1000 abitanti. Traducendo queste proporzioni nei dati regionali: occorre dotare la Puglia di 400 postazioni DAE e formare 4000 operatori sanitari e non».
«Al fine di migliorare l'efficienza e l'efficacia del programma regionale per la diffusione dei defibrillatori automatici e semiautomatici esterni occorre – dichiara il consigliere Caracciolo - disegnare e aggiornare una mappa regionale complessiva relativa al numero e alla distribuzione geografica e organizzativa dei defibrillatori esterni sul territorio (punti fissi e mobili), e soprattutto delineare le caratteristiche della rete delle attività relative alla manutenzione, la formazione e i meccanismi di pianificazione».
«Ritengo - conclude Caracciolo - che le immagini drammatiche della morte del giovane calciatore, e la circostanza che la morte cardiaca improvvisa rappresenta oggi la principale causa di morte nei paesi industrializzati (secondo i dati più attendibili l'incidenza complessiva della MCI è compresa tra lo 0.36 e l'1.28 per 1000 abitanti per anno) devono essere la spinta per la creazione della mappa regionale dei DAE, per comprendere come la presenza di un defibrillatore automatico, posto in determinati luoghi, possa risultare determinante per salvare una vita umana».