Scuola e Lavoro
'Per non tornare all'800', sciopero a Bari indetto dalla Fiom
E' in corso questa mattina lo sciopero generale. Mobilitazione nazionale in difesa del contratto nazionale di lavoro
Barletta - venerdì 28 gennaio 2011
10.28
"Per non tornare all'800". Questo è lo slogan in vista dello sciopero generale indetto dal sindacato Fiom (Federazione impiegati e operai metallurgici) venerdì 28 Gennaio per protestare contro la politica di ristrutturazione messa in atto dalla Fiat e dal suo amministratore Marchionne che, secondo la Fiom, è un attacco ai diritti dei lavoratori ed alle condizioni di lavoro nonché un tentativo di disarticolare il contratto nazionale di lavoro. Si è tenuta l'altro ieri a Trani un'assemblea in preparazione dello sciopero di venerdì in difesa del contratto nazionale di lavoro e dei diritti dei lavoratori. Lo sciopero, che è nazionale, prevede delle manifestazioni in ogni regione, ed in Puglia la manifestazione si terrà a Bari.
All'assemblea dal titolo "Verso lo sciopero del 28 Gennaio – per non tornare all'800" erano presenti Maurizio Marcelli della Fiom nazionale, Michele Rizzi, coordinatore regionale di Alternativa Comunista e Michele Losappio, capogruppo di Sinistra e libertà alla Regione, e si è discusso del problema della carenza di lavoro in Puglia e dell'inquinamento connesso ai grandi impianti pugliesi come l'Ilva di Taranto. Durante l'assemblea si è inoltre criticato il cosiddetto "modello Marchionne" che, secondo gli organizzatori, insieme alla riforma Gelmini, "scavano la fossa al futuro delle nuove generazioni". Per queste motivazioni anche dalla Bat si è deciso di organizzare lo sciopero del 28.
All'assemblea dal titolo "Verso lo sciopero del 28 Gennaio – per non tornare all'800" erano presenti Maurizio Marcelli della Fiom nazionale, Michele Rizzi, coordinatore regionale di Alternativa Comunista e Michele Losappio, capogruppo di Sinistra e libertà alla Regione, e si è discusso del problema della carenza di lavoro in Puglia e dell'inquinamento connesso ai grandi impianti pugliesi come l'Ilva di Taranto. Durante l'assemblea si è inoltre criticato il cosiddetto "modello Marchionne" che, secondo gli organizzatori, insieme alla riforma Gelmini, "scavano la fossa al futuro delle nuove generazioni". Per queste motivazioni anche dalla Bat si è deciso di organizzare lo sciopero del 28.