.jpg)
Politica
«Otto marzo giorno di lotta, non di festa»
La nota di Sinistra Italiana
Barletta - mercoledì 8 marzo 2023
Comunicato Stampa
«L'8 marzo per noi è un giorno di lotta non certo un giorno di festa». Scrivono così in una nota congiunta Michele Rizzi - Segretario provinciale Sinistra italiana - e Annamaria Cafiero - Segretaria circolo "Franco D'Ambra" Sinistra italiana Barletta.
«Negli ultimi anni il movimento delle donne contro la violenza e gli attacchi ai diritti è tornato a farsi sentire con manifestazioni e cortei in varie parti del pianeta.
La crisi del capitalismo ha mostrato palesemente la condizione di oppressione subita soprattutto dalle lavoratrici, a tutt'oggi tra i lavoratori.
L'Ispettorato nazionale del lavoro ci parla di un incremento delle lavoratrici che hanno lasciato il lavoro per l'impossibilità di conciliarlo con la maternità, un aumento impressionante di donne costrette a rimanere a casa.
Negli ultimi anni il fondo per le politiche sociali per asili nido, assistenza domiciliare, centri antiviolenza, ecc., ha subito tagli di più del doppio rispetto a dieci anni fa. La liberalizzazione dei licenziamenti attuata dal governo Draghi dopo il blocco per la pandemia ha fatto il resto.
Tante sono le donne sotto ricatto perchè rimanere incinta significa spesso perdere il posto di lavoro, nonostante la legislazione a tutela, tante sono le donne che hanno salari più bassi rispetto agli uomini, tante sono le donne che vengono discriminate sul luogo di lavoro e tutto questo ancora nel 2023.
Per questo, l'8 marzo deve essere ogni giorno. Un 8 marzo di lotta per i diritti, contro le discriminazioni e le disuguaglianze, per rivendicare uno stato sociale degno di questo nome per nuovi asili e mense pubbliche, per l'affermazione di diritti gi esistenti e per nuovi diritti.
La logica del profitto, delle discriminazioni, dell'oppressione di genere, del maschilismo deve essere sconfitta con politiche di sinistra perché la cosiddetta "parità", solo enunciata, ma mai attuata, diventi realtà».
«Negli ultimi anni il movimento delle donne contro la violenza e gli attacchi ai diritti è tornato a farsi sentire con manifestazioni e cortei in varie parti del pianeta.
La crisi del capitalismo ha mostrato palesemente la condizione di oppressione subita soprattutto dalle lavoratrici, a tutt'oggi tra i lavoratori.
L'Ispettorato nazionale del lavoro ci parla di un incremento delle lavoratrici che hanno lasciato il lavoro per l'impossibilità di conciliarlo con la maternità, un aumento impressionante di donne costrette a rimanere a casa.
Negli ultimi anni il fondo per le politiche sociali per asili nido, assistenza domiciliare, centri antiviolenza, ecc., ha subito tagli di più del doppio rispetto a dieci anni fa. La liberalizzazione dei licenziamenti attuata dal governo Draghi dopo il blocco per la pandemia ha fatto il resto.
Tante sono le donne sotto ricatto perchè rimanere incinta significa spesso perdere il posto di lavoro, nonostante la legislazione a tutela, tante sono le donne che hanno salari più bassi rispetto agli uomini, tante sono le donne che vengono discriminate sul luogo di lavoro e tutto questo ancora nel 2023.
Per questo, l'8 marzo deve essere ogni giorno. Un 8 marzo di lotta per i diritti, contro le discriminazioni e le disuguaglianze, per rivendicare uno stato sociale degno di questo nome per nuovi asili e mense pubbliche, per l'affermazione di diritti gi esistenti e per nuovi diritti.
La logica del profitto, delle discriminazioni, dell'oppressione di genere, del maschilismo deve essere sconfitta con politiche di sinistra perché la cosiddetta "parità", solo enunciata, ma mai attuata, diventi realtà».