Scuola e Lavoro
Neodottore non è sinonimo di lavoratore: le statistiche di Almalaurea
Differenze remunerative tra uomini e donne, bene per le lauree scientifiche
Italia - martedì 22 aprile 2014
Neodottore non sempre è sinonimo di lavoratore, anzi quasi mai. Sono in molti a confermarlo dato che per la maggior parte dei neolaureati il lavoro stenta ad arrivare e quando lo fa, spesso e volentieri, è a molti mesi di distanza dalla laurea stessa. Per quanto concerne poi le condizioni dei pochi fortunati che riescono ad inserirsi nell'ambito lavorativo attinente al proprio settore di studi, c'è da dire che numerosissimi confermano di essere costretti, soprattutto per poter "fare esperienza" a lavorare in nero (circa il 15%), con stipendi bassissimi. Il "contratto" resta un miraggio per i più o perlomeno per molto tempo i neodottori sono costretti ad accettarne uno a tempo "determinato", svolgendo mansioni d'ufficio e segretariato. Il XVI rapporto di Almalaurea infatti fornisce una buona base per comprendere lo stato occupazionale dei laureati in Puglia negli anni 2012, 2010 e 2008, rispettivamente intervistati a uno, tre e cinque anni dal conseguimento del titolo.
Secondo l'indagine Almalaurea il lavoro giunge a stabilizzarsi a circa cinque anni dal conseguimento del titolo, per quanto concerne le indagini svolte all'Università degli studi di Bari Aldo Moro circa il 42% dei laureati lavorano già ad un anno di distanza dalla laurea mentre la percentuale sale al 70% (differente dal 50% dei laureati all'Università di Foggia) dopo cinque anni dal conseguimento del titolo. Ciò che spaventa è la differenza (fortunatamente lieve) delle condizioni e delle retribuzioni tra uomini e donne. Stando alle statistiche lavora circa il 77% degli uomini contro il 66% delle donne, con uno scarto delle retribuzioni che si aggira intorno ai 400 euro in più per gli uomini. L'indagine effettuata invece a tre anni dalla laurea, rivela per tutti gli atenei pugliesi che circa il 56% dei laureati ha conseguito un impiego con uno stipendio medio di 920 euro per le donne e 1200 per gli uomini.
Ad una considerazione invece categoriale, quindi facoltà per facoltà, emerge che i due terzi dei laureati in Biotecnologie di Bari a circa tre anni di distanza dalla laurea è ancora senza lavoro, mentre a cinque anni di distanza circa il 55% di loro è riuscito a trovare un'occupazione con uno stipendio un po' più alto di quello conseguito in professioni diverse(1500euro mensili). Difficoltosa la situazione dei laureati in Lettere, di cui lavora solo il 57% a cinque anni dalla laurea con uno stipendio di circa 800 euro al mese; stessa situazione anche per avvocati e giuristi di Foggia di cui lavora il 57% con uno stipendio mensile medio di 700 euro; meglio per i laureati in Economia di cui l'88% con impiego; per i laureati in Medicina la percentuale d'impiego è dell'88%; ottima la situazione dei laureati in Ingegneria con l'84% munito di contratto a soli tre anni dal titolo. Stando ai risultati di Almalaurea però emerge un dato molto preoccupante con un 20% degli intervistati che sostiene di non svolgere un'attività direttamente collegata al percorso di studi seguito per conseguire la laurea stessa, segno che spesso e volentieri sacrifici e impegno nello studio non si relazionano proporzionalmente alla soddisfazione professionale.
Secondo l'indagine Almalaurea il lavoro giunge a stabilizzarsi a circa cinque anni dal conseguimento del titolo, per quanto concerne le indagini svolte all'Università degli studi di Bari Aldo Moro circa il 42% dei laureati lavorano già ad un anno di distanza dalla laurea mentre la percentuale sale al 70% (differente dal 50% dei laureati all'Università di Foggia) dopo cinque anni dal conseguimento del titolo. Ciò che spaventa è la differenza (fortunatamente lieve) delle condizioni e delle retribuzioni tra uomini e donne. Stando alle statistiche lavora circa il 77% degli uomini contro il 66% delle donne, con uno scarto delle retribuzioni che si aggira intorno ai 400 euro in più per gli uomini. L'indagine effettuata invece a tre anni dalla laurea, rivela per tutti gli atenei pugliesi che circa il 56% dei laureati ha conseguito un impiego con uno stipendio medio di 920 euro per le donne e 1200 per gli uomini.
Ad una considerazione invece categoriale, quindi facoltà per facoltà, emerge che i due terzi dei laureati in Biotecnologie di Bari a circa tre anni di distanza dalla laurea è ancora senza lavoro, mentre a cinque anni di distanza circa il 55% di loro è riuscito a trovare un'occupazione con uno stipendio un po' più alto di quello conseguito in professioni diverse(1500euro mensili). Difficoltosa la situazione dei laureati in Lettere, di cui lavora solo il 57% a cinque anni dalla laurea con uno stipendio di circa 800 euro al mese; stessa situazione anche per avvocati e giuristi di Foggia di cui lavora il 57% con uno stipendio mensile medio di 700 euro; meglio per i laureati in Economia di cui l'88% con impiego; per i laureati in Medicina la percentuale d'impiego è dell'88%; ottima la situazione dei laureati in Ingegneria con l'84% munito di contratto a soli tre anni dal titolo. Stando ai risultati di Almalaurea però emerge un dato molto preoccupante con un 20% degli intervistati che sostiene di non svolgere un'attività direttamente collegata al percorso di studi seguito per conseguire la laurea stessa, segno che spesso e volentieri sacrifici e impegno nello studio non si relazionano proporzionalmente alla soddisfazione professionale.