Pasquale Cascella e Franco Corcella
Pasquale Cascella e Franco Corcella
La città

Linee programmatiche: l'intervento di Cascella e la replica di Corcella (Cgil)

Resta ancora in attesa di discussione la proposta di Piano Anticrisi

Le linee programmatiche di mandato 2013-2018 sono state uno dei nuclei centrali della discussione di ieri in Consiglio comunale, che ha interessato il dibattito della prima parte della seduta, mentre nella seconda parte si è dato seguito all'approvazione (senza defezioni nella maggioranza) dei riconoscimenti di vari debiti fuori bilancio, al fine di poter usufruire di un bonus sul patto di stabilità 2013. Pubblichiamo di seguito, l'intervento di ieri del sindaco Cascella, e la lettera di Franco Corcella della Cgil, rivolta al sindaco.

L'intervento del sindaco Cascella, sulle linee programmatiche di mandato:

Saremo in grado noi barlettani che diciamo di amare tanto la nostra città, così orgogliosi della nostra storia, ad avere un comportamento più consono a quello di una società civile? Quale risposta vogliamo dare? Facciamoci tutti un esame di coscienza. Mi sono imbattuto in queste espressioni di una lettrice, sulle pagine locali de "La gazzetta del Mezzogiorno" nei giorni scorsi, proprio mentre riflettevo su come riproporre a questa assise la relazione politica che accompagna le linee programmatiche dell'Amministrazione. E' stato come raccogliere un messaggio in bottiglia, rispetto a un atto già compiuto - il mettere subito a disposizione del Consiglio e rendere pubblici quei documenti - che non possono essere considerati fine a se stessi. Devono, anzi, costituire l'occasione per un confronto aperto, sul merito delle questioni che premono e sulle scelte con cui riuscire ad affrontare le contraddizioni e i limiti, se vogliamo persino i vizi, che la crisi dell'ultimo decennio ha fatto emergere.

E' questo il momento di far leva sul patrimonio storico, culturale, produttivo e sociale della città per cogliere le opportunità che la ripresa economica può offrire a un modello di sviluppo sostenibile. E l'esame di coscienza che quella nostra concittadina proponeva a se stessa, sia pure di fronte alla prima immagine mattutina di strade appena spazzate ma subito sporche, credo possa - debba - essere compiuto innanzitutto dal primo cittadino, insieme a quanti qui rappresentiamo la volontà popolare, per poter alimentare quell'azione di cambiamento - concorde nella responsabilità da assumere, ciascuno per la propria parte - con cui rendere irreversibile la necessaria inversione di tendenza. Una serie di circostanze politiche, dipese da dinamiche nazionali volte ad allentare i vincoli soffocanti del patto di stabilità, ha voluto che nella stessa seduta inizialmente dedicata alla sola discussione delle linee programmatiche, il Consiglio fosse chiamato ad esaminare una serie di delibere di riconoscimento di debiti fuori bilancio per sentenze diventate esecutive, intervenute su scelte passate. E uso il plurale perché i fatti su cui queste sentenze giudiziarie si pronunciano - ma altre incombono – riguardano più amministrazioni passate, e sono stati oggetto di atti approvati dai rispettivi Consigli comunali. C'è dunque persino una ragione obiettiva per voltare pagina.

Non avrebbe dovuto essercene bisogno, essendo il debito andato a cumularsi con tutta l'evidenza pubblica di atti amministrativi e giudiziari, ma proprio per non mettere a repentaglio il risultato comunque perseguito della tenuta del patto di stabilità, il primo atto della Giunta è stato di mettere a disposizione di tutte le forze politiche e sociali un rendiconto della condizione finanziaria del Comune. Ci siamo chiesti allora, e chiediamo oggi che ci accingiamo alla prova del bilancio, se non sia doveroso per l'Amministrazione forzare il perimetro della gestione di un bilancio già fatto (si sta ancora operando solo per dodicesimi) e su cui pesano continue norme costrittive, per cominciare a percorrere la strada della verità sui conti, sugli obblighi, sulle compatibilità e sulle scelte di risanamento in modo da individuare e redistribuire ogni risorsa utile alle opere di urbanizzazione nella 167, ai servizi sociali, agli investimenti produttivi per il rilancio della città, per citare solo alcuni degli obiettivi indicati nella linee programmatiche.

Quale sia lo stato della città è sotto gli occhi di tutti. Non c'è nessuno che possa scagliare la prima pietra. A cominciare da me. Per dire, proprio perché mi riconosco fino in fondo nella operazione politica in cui questa Giunta trova la sua legittimità, avrei dovuto cercare di contrastare ogni equivoco sull'onestà intellettuale e la dignità personale, e – perché no? – politica, con cui un "assessore amico", come lo si era voluto definire, ha coerentemente riconosciuto di non riuscire ad assolvere, come avrebbe voluto e come pure ha cercato di fare durante il primo decisivo tratto di strada, al particolare impegno che il delicato incarico di amministratore richiede, e che in questa fase all'assessore alla legalità e alla trasparenza è ancor più richiesto dai cittadini. Basti pensare all'acuirsi del livello di conflittualità giudiziaria sulla attività ordinaria dell'Amministrazione: scontiamo fors'anche così, una certa non curanza delle lacerazioni intervenute nella coesione sociale per particolari pratiche, diffuse per lungo tempo, indifferenti al primato del bene collettivo.

Ma la politica che voglia tutelare il proprio ruolo non si può arrendere alle difficoltà, alle resistenze e alle tensioni che inevitabilmente ogni azione di cambiamento comporta. Altrimenti le inevitabili turbolenze di stagione rischierebbero di destabilizzare il rapporto tra sistema politico e la società civile e lo stesso ancoraggio maggioritario che vincola i sindaci e le coalizioni amministrative al mandato degli elettori. Non serve, allora, attardarsi nel rimpianto dei bei tempi andati, che tali non erano e comunque non potranno tornare. Né servono i "bignami" dei problemi o i "libri dei sogni". Ognuno può misurare i bisogni e immaginare cosa si debba fare. E si è cominciato a fare, con i cantieri che tornano ad aprirsi – senza cerimonie- per la ristrutturazione di piazza Marina, per il parco dell'intersettore della 167, per l'interramento dell'elettrodotto.

Da questa diversa visuale, del fare (non del dire), le linee programmatiche appaiono, semmai, come una sorta di "manuale delle istruzioni" su come e dove intervenire, con quale impronta sociale, utilizzando al meglio le risorse disponibili per rimettere in movimento gli ingranaggi inceppati nella vita cittadina e nel più vasto territorio di cui il Comune è capofila. Un "manuale" elaborato in corso d'opera, da completare tenendo conto delle "lezioni" delle prime esperienze. E ringrazio chi già ci ha fornito utili contributi, quanti lo faranno in questa sede e coloro che partecipano al confronto da aprire con la città: ne terremo conto, ancora una volta sul campo in cui quotidianamente si deve operare. E ci ritroveremo qui per la giusta sintesi politica e sociale, indicando priorità, tempi e strumenti operativi. Lo misureremo, appunto, con la consapevolezza di comportamenti "più consoni".

Serve passare dalla protesta alla proposta: saltare le varianti a getto continuo per giungere a un Piano urbanistico generale finalmente compiuto; aprire il cantiere della riunificazione del territorio da piazza della Marina alla 167; animare l'incubatore di imprese e l'orto botanico nella ex distilleria per rilanciare nuove attività economiche; trasformare la Barsa in modo da affrontare in termini efficienti i servizi a tutela del bene pubblico; onorare la tradizione storica e culturale coltivando la memoria e i talenti.
Serve, insomma, corrispondere pienamente a ogni disponibilità, in particolare delle nuove generazioni, a percorrere strade forse più ardue e faticose ma smart, come oggi l'Europa proiettata al 2020 ci chiede: strade innovative, capaci di raggiungere le moderne frontiere della rigenerazione urbana, del consolidamento del patrimonio produttivo e sociale, della valorizzazione della migliore tradizione culturale.

Ecco il cuore pulsante delle linee programmatiche: la ripresa della crescita, ma che sia per uno sviluppo sostenibile; il rilancio dell'occupazione, ma che sia vera e offra opportunità di lavori di qualità per i quali i nostri ragazzi hanno studiato; la riscoperta delle tante potenzialità della città della disfida. La nostra sfida - la sfida che ha davvero senso oggi – è riconciliare il sistema politico-istituzionale con la società civile. Per questo, la politica non può limitarsi a rappresentare e inseguire gli interessi che pure nel voto si esprimono nella loro particolarità: deve ispirare ogni azione a valori condivisi, in nome dei quali scegliere, sfidare anche l'impopolarità, affermare un ruolo di ricomposizione dei diversi interessi nell'interesse generale, avere il coraggio di fermare la deriva, di perseguire il cambiamento necessario e possibile e restituire alla città una immagine degna della sua storia. Lungo questo percorso l'Amministrazione farà la propria parte con convinzione e determinazione, tenendo le porte sempre aperte alla partecipazione, assumendosi tutta intera la responsabilità - ad un tempo istituzionale, politica e civile - di rispettare fino in fondo il primato del bene pubblico".


La replica di Franco Corcella, coordinatore Cgil Barletta, in una nuova lettera aperta al sindaco Cascella:

Oggi, dalla presentazione delle Sue "Linee programmatiche di mandato amministrativo 2013/2015", la CGIL si attende di ricevere qualche minima risposta a quanto – da oltre un paio d'anni – va richiedendo all'Amministrazione Comunale di Barletta in ordine alla necessità di riportare a maggiore decenza la condizione e la qualità della vita dei cittadini barlettani, ricordandoLe di aver Lei sottoscritto – durante la passata campagna elettorale per le amministrative – la cd "PROPOSTA DI PIANO ANTI/CRISI PER BARLETTA"; vi erano contenute articolate proposte che noi non abbiamo scordato e che Lei, forse, sì! Ad oggi, non si è avuta ancora la possibilità di discuterne, in modo approfondito, convinto e realistico, in alcuna circostanza formale, in nessun incontro specifico, né con Lei e nemmeno con qualche Suo delegato.

Abbiamo notato un grande e – per certi versi – spropositato attivismo quasi prevalentemente appiattito su celebrazioni e ricorrenze di ogni tipo e di ogni ordine e grado, con invitati di rango politico ed istituzionale di alto livello, nazionale ed internazionale. Questo lo avevamo già evidenziato nella Lettera Aperta inviataLe il 17 luglio u.s.; ciononostante il Suo agire ha avuto una ulteriore e più marcata caratterizzazione in tal senso. Le ricorrenze del calendario Le hanno dato sicuramente una mano, ma Le ricordiamo che siamo anche noi italiani, pugliesi e barlettani quanto Lei, e vogliamo essere parte attiva di qualunque cambiamento interessi questa comunità, senza tralasciare la storia e la memoria collettiva che ci consente di avere la identità che noi tutti oggi abbiamo!

Detto ciò… È necessario fare un passo in avanti e non tenere la testa sempre rivolta all'indietro, ma anche e necessariamente protesa in avanti, verso il futuro, facendo attenzione dove mettere testa, mani e piedi. In quella "lettera aperta" avevamo anche chiesto un'apposita convocazione del Consiglio Comunale per discutere … "… in modo esclusivo e monotematico della condizione di vita dei cittadini barlettani, del loro diffuso disagio, della implacabile continua perdita di lavoro e della sfiducia, di vecchi e giovani, nei confronti delle istituzioni pubbliche, vicine e lontane".

Se non lo dovesse fare, come – purtroppo - crediamo, nella seduta di oggi (ieri ndr), 13 novembre 2013, definisca la prossima ed immediata convocazione almeno nel corso della discussione sul Suo programma e sui vari riconoscimenti di debiti fuori bilancio, senza ulteriori piagnistei sulle cattive amministrazioni precedenti che rischiano di diventare soltanto un alibi perdi-tempo per non affrontare alla radice le questioni cruciali della vita amministrativa di Barletta! Cominci a dare un senso compiuto a questa Sua esperienza e dimostrare che se non ci fosse stato Lei a Capo di questa amministrazione, tutto sarebbe stato peggio; evitando di far prendere piede il convincimento di quanti cominciamo a dire che si stava meglio quando si stava peggio! Poiché nella "lettera aperta" avevamo anche aggiunto che in Lei avevamo riposto …"… illimitate aspettative sulle Sue capacità e potenzialità amministrative, specie in questo particolare momento storico.".

Ci auguriamo, perciò, di vederla partecipare al corteo di venerdì 15 p.v. in occasione dello sciopero nazionale generale indetto da CGIL, CISL e UIL, invitando a fare altrettanto a tutto il Consiglio Comunale, in modo che ognuno – personalmente e/o per il tramite delle forze politiche che esprimono – possa dimostrare un sentimento di appartenenza alla comunità e assumere l'impegno, anche implicito, di voler mettere in campo tutto quel che serve per migliorare la sua generale condizione di difficoltà".

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