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«La Timac inquina ma la bonifica non si fa»

Exit ammonisce la politica locale presente e passata

"La vicenda della Timac è diventata emblematica per capire - interviene la severa nota di Alessandro Zagaria per il Collettivo Exir - come vengono affrontate dagli organi istituzionali le numerose emergenze ambientali che da anni gravano come macigni su un territorio come il nostro ormai al collasso.

Oggi sembra che alcune istituzioni come la Provincia e il Comune di Barletta abbiano deciso di prendere dei provvedimenti soprattutto per quanto riguarda l'inquinamento della falda sotto il sito industriale. Ma l'ordinanza emessa dalla provincia Bat,sostenuta anche dall'amministrazione di Barletta e che intima alla Timac di procedere alla bonifica ambientale del sito industriale arriva come al solito in ritardo,parafrasando un vecchio detto secondo cui si sta cercando di chiudere il recinto quando ormai i buoi sono scappati.

Infatti gli organi competenti erano a conoscenza della contaminazione della falda sin dal 2009 e hanno tranquillamente rilasciato l'autorizzazione Integrata Ambientale nel 2011 attraverso l'Ufficio regionale inquinamento e grandi impianti,usando uno scellerato escamotage per dare continuità alla produzione, arrivando a stralciare dal procedimento autorizzativo il piano di bonifica. Se l'ufficio regionale non avesse usato questo escamotage probabilmente l'azienda non sarebbe riuscita ad ottenere l'autorizzazione. Ma tutto questo non ci stupisce come non ci stupisce il fatto che l'autorizzazione e lo stralcio dal procedimento della bonifica,vero e proprio capolavoro di ingegneria politica, sia stata realizzato dall'ing. Dibitonto ex assessore all'Ambiente dell'Amministrazione Maffei e all'epoca promotrice di una centrale a biomasse nella nostra città,poi affossata dalle nostre mobilitazioni.

Oggi si cerca di correre ai ripari con questa ordinanza emessa dalla Provincia che rischia di cadere nel vuoto visto che l'azienda non ha nessuna intenzione di adempiere alla bonifica affermando che non è accertato che la contaminazione sia avvenuta durante la gestione dell'attuale proprietà. Forse dovremmo ricordare ai dirigenti della Timac che hanno la responsabilità del sito industriale e che da questo stabilimento traggono i loro profitti che devono farsi carico del danno ambientale che è stato causato alla comunità. Il rischio è che se non dovesse esserci un intervento concreto della politica sull'azienda o non ci sarà nessuna bonifica,con la possibilità di accentuare nei prossimi anni la contaminazione,o i costi ricadranno su tutti i cittadini.

Secondo noi non basta l'ordinanza della Provincia,il Sindaco Cascella deve mettere in campo iniziative più incisive visto che come primo cittadino è il garante della salute dei cittadini. Al riguardo non possiamo dimenticare che poche settimane fa il Sindaco Cascella ha rigettato la proposta di delibera presentata dai movimenti proprio sulle aziende insalubri come la Timac presenti in città. Come non ci sfugge il fatto che chi dovrebbe intervenire a livello regionale come i consiglieri Mennea e Caracciolo(quest'ultimo Presidente della Commissione Ambiente) in tutti questi anni hanno fatto finta di nulla,come se la questione non li riguardasse. L'amministrazione Cascella deve svegliare dal suo torpore politico il neo assessore regionale all'Ambiente Santorsola,nominato non certo per le sue doti politiche o per il suo impegno sulle questioni ambientali ma solo perché espressione di questo territorio.

Quindi è venuto il momento di difendere questo territorio perché non è possibile mettere in sicurezza lo stabilimento Timac senza prevedere la bonifica della falda;non accetteremo che ancora una volta queste emergenze cadano nel dimenticatoio,con una classe politica che lavandosene le mani, continui a far ricadere sulla collettività i costi sociali e ambientali".
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  • Pasquale Cascella
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