Politica
La confusa sanità nella Bat
La politica sul riordino ospedaliero. Proposta «nobile negli intenti»
BAT - mercoledì 16 gennaio 2013
Oggi la sanità pubblica diviene un argomento nevralgico, soprattutto se caliamo l'argomento nell'agone del dibattito politico e partitico. Si parla di riordino ospedaliero. La questione è complessa e merita una lettura a 360° per ovviare a sterili prese di posizione di questa o di quella parte politica. Ci possiamo rendere conto dell'interesse che occupa la questione sul riordino ospedaliero, regolamentato dalla Regione Puglia intervenendo sulla LR del 19 settembre 2008, anche dai tanti comunicati che giungono in redazione.
Cominciamo con il chiarire che la legge regionale del 2008 e le successive modifiche e regolamentazioni perseguivano il miglioramento dell'offerta sanitaria pubblica nel territorio, creando centri ospedalieri grandi e meglio attrezzati. Quindi nobile negli intenti, volta a offrire un più elevato livello professionale e tecnologico. Dall'altra parte si è prevista la dismissione in alcuni centri minori. Il proposito però, pare non sia apprezzato da tutti.
La questione ha, chiaramente, coinvolto anche gli ospedali, in toto o per quanto concerne alcuni reparti, del territorio della BAT, con il mantenimento degli ospedali di Barletta, Andria e Bisceglie, e ridimensionamento di altri. Diversi rappresentanti politici locali si sono fatti carico delle preoccupazioni a riguardo del territorio, perorando la causa agli organi regionali competenti, in particolare l'Assessore alla Sanità Ettore Attolini. Questi, oltre ai vari gruppi come il Comitato locale canosino "B619", ha incontrato più volte il Consigliere regionale Filippo Caracciolo, una delegazione di medici della Bat. La delegazione ha presentato all'assessore le preoccupazioni circa i criteri di attribuzione dei posti letto ospedalieri nella provincia, nonché sulla collocazione di alcuni reparti negli ospedali di riferimento. Infatti, il Regolameto regionale descrive l'assegnazione di posti letto al disotto di quelli previsti dal decreto del Ministro Balduzzi. È stato evidenziato che la Bat risulta fortemente penalizzata da ciò.
Sono stati allocati reparti a vocazione oncologica ad Andria e reparti preminentemente per acuti a Barletta, «Ripartizione che appare ispirata da preoccupazioni più politiche che tecnico scientifiche». Esiguo risulta anche il numero di posti letto di UTIC (Unità di Terapia Intensiva Coronarica) rispetto alla popolazione residente. Problemi posti sono anche stati quelli relativi al numero scarso di personale in alcuni reparti, come radioterapia al "Dimiccoli" di Barletta. Il problema sta anche nel creare strutture intermedie fra gli ambulatori di medicina generale, dei medici di famiglia e le strutture ospedaliere ora numericamente inferiori e dunque più distanti da alcuni centri (vedi Minervino e Spinazzola).
La nota più ottimistica diffusa da una delegazione provinciale di SEL in seguito ad incontro con Attolini, fa sapere che il nosocomio di Canosa non sarà chiuso e poi «L'assessore Attolini ha sottolineato l'avvio della sperimentazione del progetto pilota della "Casa del Parto" un progetto che riguarda il percorso nascita e la salute materno-infantile come progetto di avanguardia e come prima esperienza in Puglia». «Spesso si ha l'impressione – ha detto il dott. Dino Del Vecchio, Presidente Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della BAT - che lo stato di salute dei cittadini sia preoccupazione secondaria nei pensieri degli amministratori e dei rappresentanti politici del nostro territorio». Speriamo che politici e amministratori sappiano mettere da parte interessi personali e inutili campanilismi per migliorare una situazione così confusa. Si lavori per il bene dei cittadini, dei medici, dei lavoratori impiegati in queste strutture, ma soprattutto per la salute pubblica.
Cominciamo con il chiarire che la legge regionale del 2008 e le successive modifiche e regolamentazioni perseguivano il miglioramento dell'offerta sanitaria pubblica nel territorio, creando centri ospedalieri grandi e meglio attrezzati. Quindi nobile negli intenti, volta a offrire un più elevato livello professionale e tecnologico. Dall'altra parte si è prevista la dismissione in alcuni centri minori. Il proposito però, pare non sia apprezzato da tutti.
La questione ha, chiaramente, coinvolto anche gli ospedali, in toto o per quanto concerne alcuni reparti, del territorio della BAT, con il mantenimento degli ospedali di Barletta, Andria e Bisceglie, e ridimensionamento di altri. Diversi rappresentanti politici locali si sono fatti carico delle preoccupazioni a riguardo del territorio, perorando la causa agli organi regionali competenti, in particolare l'Assessore alla Sanità Ettore Attolini. Questi, oltre ai vari gruppi come il Comitato locale canosino "B619", ha incontrato più volte il Consigliere regionale Filippo Caracciolo, una delegazione di medici della Bat. La delegazione ha presentato all'assessore le preoccupazioni circa i criteri di attribuzione dei posti letto ospedalieri nella provincia, nonché sulla collocazione di alcuni reparti negli ospedali di riferimento. Infatti, il Regolameto regionale descrive l'assegnazione di posti letto al disotto di quelli previsti dal decreto del Ministro Balduzzi. È stato evidenziato che la Bat risulta fortemente penalizzata da ciò.
Sono stati allocati reparti a vocazione oncologica ad Andria e reparti preminentemente per acuti a Barletta, «Ripartizione che appare ispirata da preoccupazioni più politiche che tecnico scientifiche». Esiguo risulta anche il numero di posti letto di UTIC (Unità di Terapia Intensiva Coronarica) rispetto alla popolazione residente. Problemi posti sono anche stati quelli relativi al numero scarso di personale in alcuni reparti, come radioterapia al "Dimiccoli" di Barletta. Il problema sta anche nel creare strutture intermedie fra gli ambulatori di medicina generale, dei medici di famiglia e le strutture ospedaliere ora numericamente inferiori e dunque più distanti da alcuni centri (vedi Minervino e Spinazzola).
La nota più ottimistica diffusa da una delegazione provinciale di SEL in seguito ad incontro con Attolini, fa sapere che il nosocomio di Canosa non sarà chiuso e poi «L'assessore Attolini ha sottolineato l'avvio della sperimentazione del progetto pilota della "Casa del Parto" un progetto che riguarda il percorso nascita e la salute materno-infantile come progetto di avanguardia e come prima esperienza in Puglia». «Spesso si ha l'impressione – ha detto il dott. Dino Del Vecchio, Presidente Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della BAT - che lo stato di salute dei cittadini sia preoccupazione secondaria nei pensieri degli amministratori e dei rappresentanti politici del nostro territorio». Speriamo che politici e amministratori sappiano mettere da parte interessi personali e inutili campanilismi per migliorare una situazione così confusa. Si lavori per il bene dei cittadini, dei medici, dei lavoratori impiegati in queste strutture, ma soprattutto per la salute pubblica.