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L'ira dei commercialisti: «Proroga cialtronesca delle scadenze fiscali all’ultimo istante»

Il Presidente dell’Ordine di Trani Antonello Soldani riprende il documento dell’Aidc

Con una nota trasmessa nel pomeriggio di venerdì 27 novembre, il Ministero dell'Economia e delle Finanze ha comunicato che «Il termine per il versamento della seconda o unica rata d'acconto delle imposte sui redditi e dell'IRAP dovuta dagli operatori economici verrà prorogato dal 30 novembre al 10 dicembre 2020 con una norma nel decreto legge cosiddetto 'Ristori Quater', in corso di adozione. Inoltre sarà prevista una più ampia proroga per le imprese non interessate dagli ISA, ovunque localizzate, che hanno conseguito nel periodo d'imposta precedente a quello in corso ricavi o compensi non superiori a 50 milioni di euro e che, nel primo semestre 2020, hanno subito una diminuzione del fatturato o dei corrispettivi di almeno il 33% rispetto al primo semestre 2019. Per queste imprese il termine per il versamento della seconda o unica rata d'acconto delle imposte sui redditi e dell'IRAP sarà prorogato al 30 aprile 2021».

Inoltre: «I versamenti sospesi dovranno essere effettuati in un'unica soluzione entro il 30 aprile 2021. Per i soggetti che applicano gli ISA e che si trovano nelle condizioni richieste, resta ferma la proroga al 30 aprile 2021 già prevista dall'articolo 98 del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104, e dall'articolo 6 del decreto-legge "Ristori bis". Il decreto legge in arrivo prorogherà anche il termine per la presentazione della dichiarazione dei redditi e della dichiarazione IRAP, che sarà fissato al 10 dicembre, assicurando in tal modo dieci giorni in più ai contribuenti e agli intermediari».

Immediata e durissima la reazione del Presidente dell'Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Trani, Antonello Soldani, che riprende e fa proprie le legittime rimostranze del Sindacato Aidc che attraverso il suo Consiglio direttivo, aveva stigmatizzato la decisione annunciata nelle scorse ore dal Governo di procedere ad una non meglio precisata moratoria delle scadenze fiscali: «Un insulto alla dignità dei contribuenti, dei professionisti che hanno compromesso la propria salute per rispettare le regole, di quelli che non ce l'hanno fatta perché sommersi da scadenze inutilmente confermate fino a poche ore dallo scadere. Una proroga che rimarca la superbia di un'amministrazione dello Stato irrispettosa dei cittadini, incapace di svolgere il ministero affidato».

«Una decisione – sottolinea il Presidente Soldani – che ha provocato solo tanta irritazione in coloro che, rifiutandosi di confidare nella solita, cialtronesca, proroga dell'ultimo minuto, hanno continuato a lavorare nonostante lo stato di emergenza e nonostante i problemi di salute registrati in decine di studi di commercialisti. Ma restare a casa era un lusso che, secondo quanto rilevato dall'Agenzia delle Entrate, noi non ci potevamo permettere».

Ordine e Sindacato Aidc (Associazione Italiana Dottori Commercialisti), ma anche ogni singolo professionista del nostro territorio, mettono nel mirino Il continuo ricorso a proroghe "last minute". «Questo uso invalso della proroga sul filo di lana – scrivono i rappresentanti di Ordine e Sindacato - mostra, plasticamente, l'incapacità di vera programmazione dell'amministrazione finanziaria, a partire dalla sua massima espressione, il Ministero, che sembra accompagnarsi ad una specie di sottile sadismo di una pubblica amministrazione, che parrebbe quasi bearsi di piccole angherie da bravo manzoniano. Sono anni che si dispongono proroghe solo nell'imminenza delle scadenze. Scadenze spesso imposte, però, proprio dal proliferare di norme incomprensibili, se non da ritardi della pubblica amministrazione nell'adeguare tempestivamente i propri software alle modifiche normative. Alla fine di questo difficile 2020, due aspetti incidono ulteriormente sul peggior quadro di sempre: l'impossibilità di adottare una qualsiasi programmazione fiscale ed il mancato ascolto dei dottori commercialisti al tavolo delle riforme.

Le scadenze fiscali e contributive si prorogano tardivamente, le agevolazioni pluriennali si cancellano in corso di efficacia, le misure annunciate si modificano all'atto della loro emanazione, come meri esempi. Lo Stato diviene, cosi, inaffidabile, il che dovrebbe essere un ossimoro, ma purtroppo non lo è».

«E allora, questa proroga beffa –concludono -, questo passettino da pulcino non può essere spacciato per un volo d'aquila. La proroga tardiva non è una vittoria, ma l'ennesima sconfitta non già della categoria, ma di uno Stato, che, per tramite dell'amministrazione finanziaria, mostra ancora, e adesso davvero senza ritegno, irriguardo per i propri cittadini. Ogni giorno più lontano dal mai rispettato Statuto dei Diritti del Contribuente».
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