Scuola e Lavoro
«Il piano del commercio su aree pubbliche arriva con ben 13 anni di ritardo»
Una nota congiunta delle associazione di categoria
Barletta - mercoledì 14 gennaio 2015
Domani il Consiglio Comunale della città della Disfida si appresta ad approvare il Piano del Commercio su Aree Pubbliche, con oltre 13 anni di ritardo sul tempo massimo concesso ai comuni dalla Regione Puglia che, ancor più colpevole, non ha mai inteso nominare il Commissario ad Acta a Barletta, come previsto dalla legge vigente regionale, la stessa che vigeva 13 anni fa. Un Piano, quello tanto atteso da anni, che però ha già fatto registrare molte perplessità da parte delle Associazioni di Categoria FIVA CONFCOMMERCIO BARI E BAT – ANVA CONFESERCENTI BAT – UNIMPRESA BAT – FEDERCOMMERCIO – BATCOMMERCIO2010 CNA PUGLIA – ACAB (Associazione Commercianti Ambulanti Bat) i cui massimi dirigenti e legali rappresentanti, riunitisi in data 29 luglio 2014 a Barletta, inviarono una nota indirizzata al Signor Sindaco Pasquale Cascella, all'Assessore alle Attività Produttive ed Economiche Antonio Divincenzo, alla Dirigente Politiche Attive di Sviluppo Dott.ssa Santa Scommegna avente ad oggetto "Osservazioni sulla bozza del Nuovo Piano del Commercio su Aree Pubbliche."
In tale nota tutte le Associazioni firmatarie, che su quel documento sottoposto all'esame delle medesime avrebbero dovuto esprimere un parere obbligatorio richiesto per legge, all'unanimità, scrivevano che esso risultava essere privo dei necessari, preliminari criteri di valutazione delle caratteristiche economiche del territorio, della sua rete distributiva, della domanda e della possibilità di rendere al consumatore un adeguato servizio. Le Associazioni di Categoria inoltre, dopo un'attenta ed approfondita analisi del documento fornito dal competente Settore Comunale, ritenevano altresì opportuno l'inserimento nel Piano, di cui era mancante, di un quadro economico territoriale e locale su dati precisi e scientifici anche in relazione a quelli demografici e dei flussi turistici. Le Associazioni di Categoria, con competenza e spirito critico costruttivo, intervenivano anche sul piano tecnico chiedendo l'inserimento "puntuale" nello strumento di programmazione di quanto previsto dalle vigenti norme in materia di commercio su aree pubbliche, non contemplate e soprattutto in materia di sicurezza, igienico-sanitaria e di prevenzione incendi.
Al termine della lunga analisi e dopo una discussione pacata e lungimirante, consci che il Piano non deve essere solo uno strumento operativo in quanto, in tal caso sarebbe bastata la scopiazzatura da altri piani già vigenti in altri comuni, ma bensì uno strumento di Programmazione Locale e Territoriale univoco ed originale nella sua stesura, si addivenne alla decisone di inviare la nota al comune e di chiedere la sospensiva delle procedure in corso, manifestando sin da allora la disponibilità affinché le osservazioni ed integrazioni che le Associazioni firmatarie avrebbero voluto formulare sulla base delle considerazioni espresse, diventassero poi parte integrante e sostanziale del Piano nella sua stesura definitiva che solo in quel modo sarebbe risultato ampiamente condiviso e realmente rappresentativo delle esigenze della città di Barletta. Di quel documento unitario, avente anche valore di ufficialità nella formulazione del parere obbligatorio delle Associazioni stesse rispetto all'approvazione del Piano, non si ha mai avuto riscontro da parte delle Autorità cui venne indirizzato quindi anche la sospensione delle procedure non vennero mai recepite, né avviate.
A proposito dell'intera vicenda si è espresso il Sindacalista Presidente di Unimpresa Bat, Savino Montaruli il quale ha rilasciato queste dichiarazioni ufficiali: "non so francamente quale Piano del Commercio su Aeree Pubbliche i Consiglieri comunali barlettani si apprestano a votare, dando per certo che lo voteranno. Noi Associazioni di Categoria, unitariamente, abbiamo espresso la nostra opinione negativa su quell'importante strumento che, privo del recepimento delle nostre osservazioni, risulterebbe, qualora approvato così come sottoposto alla nostra attenzione e valutazione, privo di fondamentali prerequisiti di ordine valutativo rispetto alla realtà sociale, economica, produttiva, urbanistica, occupazionale e infrastrutturale nel cui contesto si andrebbe ad inserire quindi si rischia, a distanza di oltre 13 anni dal termine ultimo per la sua dotazione, di vanificare una buona opportunità di programmazione, riqualificazione, riordino e dunque di sviluppo dell'intero comparto economico barlettano, non solo del commercio su aree pubbliche e private. D'altronde ritengo che la situazione del commercio a Barletta, anche di quello su aree pubbliche, sia veramente delicata e questa condizione di fragilità rinviene anche dall'assenza dei minimi strumenti di programmazione dei quali il comune non si è mai dotato ed, in alcuni casi come quello del Piano in discussione, non ha neanche preventivato per tempo e questo vale anche per il commercio a sede fissa nonostante risorse economiche pubbliche siano state già spese per tali scopi. Non so quale lavoro abbia svolto la Competente Commissione consiliare a proposito della Deliberazione di Consiglio Comunale che si andrà ad approvare giovedì prossimo così come non capisco perché i componenti di quella Commissione, tutti e ciascuno di essi, alla lettura del nostro documento di non condivisione allegato agli atti, non abbia ritenuto opportuno e giusto sentirci ma è ovvio che a questo punto ognuno è chiamato ad assumersi le proprie responsabilità e crediamo che la più grande irresponsabilità sarebbe quella di esprimersi su un provvedimento che non sia stato opportunamente approfondito e che venga fatto passare come un qualsiasi atto di ordinaria amministrazione, cosa che invece, a nostro avviso, così non è".
In tale nota tutte le Associazioni firmatarie, che su quel documento sottoposto all'esame delle medesime avrebbero dovuto esprimere un parere obbligatorio richiesto per legge, all'unanimità, scrivevano che esso risultava essere privo dei necessari, preliminari criteri di valutazione delle caratteristiche economiche del territorio, della sua rete distributiva, della domanda e della possibilità di rendere al consumatore un adeguato servizio. Le Associazioni di Categoria inoltre, dopo un'attenta ed approfondita analisi del documento fornito dal competente Settore Comunale, ritenevano altresì opportuno l'inserimento nel Piano, di cui era mancante, di un quadro economico territoriale e locale su dati precisi e scientifici anche in relazione a quelli demografici e dei flussi turistici. Le Associazioni di Categoria, con competenza e spirito critico costruttivo, intervenivano anche sul piano tecnico chiedendo l'inserimento "puntuale" nello strumento di programmazione di quanto previsto dalle vigenti norme in materia di commercio su aree pubbliche, non contemplate e soprattutto in materia di sicurezza, igienico-sanitaria e di prevenzione incendi.
Al termine della lunga analisi e dopo una discussione pacata e lungimirante, consci che il Piano non deve essere solo uno strumento operativo in quanto, in tal caso sarebbe bastata la scopiazzatura da altri piani già vigenti in altri comuni, ma bensì uno strumento di Programmazione Locale e Territoriale univoco ed originale nella sua stesura, si addivenne alla decisone di inviare la nota al comune e di chiedere la sospensiva delle procedure in corso, manifestando sin da allora la disponibilità affinché le osservazioni ed integrazioni che le Associazioni firmatarie avrebbero voluto formulare sulla base delle considerazioni espresse, diventassero poi parte integrante e sostanziale del Piano nella sua stesura definitiva che solo in quel modo sarebbe risultato ampiamente condiviso e realmente rappresentativo delle esigenze della città di Barletta. Di quel documento unitario, avente anche valore di ufficialità nella formulazione del parere obbligatorio delle Associazioni stesse rispetto all'approvazione del Piano, non si ha mai avuto riscontro da parte delle Autorità cui venne indirizzato quindi anche la sospensione delle procedure non vennero mai recepite, né avviate.
A proposito dell'intera vicenda si è espresso il Sindacalista Presidente di Unimpresa Bat, Savino Montaruli il quale ha rilasciato queste dichiarazioni ufficiali: "non so francamente quale Piano del Commercio su Aeree Pubbliche i Consiglieri comunali barlettani si apprestano a votare, dando per certo che lo voteranno. Noi Associazioni di Categoria, unitariamente, abbiamo espresso la nostra opinione negativa su quell'importante strumento che, privo del recepimento delle nostre osservazioni, risulterebbe, qualora approvato così come sottoposto alla nostra attenzione e valutazione, privo di fondamentali prerequisiti di ordine valutativo rispetto alla realtà sociale, economica, produttiva, urbanistica, occupazionale e infrastrutturale nel cui contesto si andrebbe ad inserire quindi si rischia, a distanza di oltre 13 anni dal termine ultimo per la sua dotazione, di vanificare una buona opportunità di programmazione, riqualificazione, riordino e dunque di sviluppo dell'intero comparto economico barlettano, non solo del commercio su aree pubbliche e private. D'altronde ritengo che la situazione del commercio a Barletta, anche di quello su aree pubbliche, sia veramente delicata e questa condizione di fragilità rinviene anche dall'assenza dei minimi strumenti di programmazione dei quali il comune non si è mai dotato ed, in alcuni casi come quello del Piano in discussione, non ha neanche preventivato per tempo e questo vale anche per il commercio a sede fissa nonostante risorse economiche pubbliche siano state già spese per tali scopi. Non so quale lavoro abbia svolto la Competente Commissione consiliare a proposito della Deliberazione di Consiglio Comunale che si andrà ad approvare giovedì prossimo così come non capisco perché i componenti di quella Commissione, tutti e ciascuno di essi, alla lettura del nostro documento di non condivisione allegato agli atti, non abbia ritenuto opportuno e giusto sentirci ma è ovvio che a questo punto ognuno è chiamato ad assumersi le proprie responsabilità e crediamo che la più grande irresponsabilità sarebbe quella di esprimersi su un provvedimento che non sia stato opportunamente approfondito e che venga fatto passare come un qualsiasi atto di ordinaria amministrazione, cosa che invece, a nostro avviso, così non è".