Criminalità organizzata a Barletta e provincia
Criminalità organizzata a Barletta e provincia
Cronaca

Il panorama criminale su Barletta nel report della Direzione Investigativa Antimafia

Importante l'influenza della mafia cerignolana insieme al permanere degli storici clan barlettani

Secondo l'ultimo report inviato al Parlamento dalla Direzione Investigativa Antimafia nella cosiddetta Valle dell'Ofanto, e dunque a San Ferdinando di Puglia, Trinitapoli e Margherita di Savoia, "è evidente l'influenza della mafia cerignolana". Ma il focus della DIA relativo al primo semestre 2019 fotografa anche la situazione di Barletta e Canosa di Puglia.

"A Barletta – scrivono gli investigatori baresi - come emerso nell'ambito delle'operazione «Nabucodonosor», il mercato degli stupefacenti sarebbe gestito non solo dal clan storico Cannito-Lattanzio (che prevalentemente curava il mercato della cocaina) ma anche dei sodalizi Albanese (cocaina e marjuana), Sarcina e Lombardi (marjuana). L'inchiesta, che ha riguardato di 126 soggetti (indagati anche per estorsioni, rapine, detenzione illegale di armi e munizioni, incendio doloso, con l'aggravante, per alcune delle fattispecie contestate, del metodo mafioso), ha ricostruito le evoluzioni dei sodalizi operanti in quel comune a partire dagli anni '80, mettendo in evidenza come la detenzione dello storico capoclan Cannito non abbia frenato la recente riorganizzazione del gruppo, che avrebbe riconquistato una posizione di egemonia. A Canosa di Puglia permane l'influenza dei gruppi limitrofi comprensori di Andria e Barletta e, soprattutto, della malavita cerignolana."

Tornando alla Valle dell'Ofanto, a pagina 234 della relazione semestrale al Parlamento si legge: "Grazie all'importazione dei suoi modelli operativi, alcuni sodalizi avrebbero consolidato la propria posizione sul territorio, dimostrando una particolare capacità pervasiva del tessuto socio-economico attraverso l'immissione di capitali illeciti, principalmente nel comparto agricolo. Dinamiche turbolente si registrano principalmente nel territorio di Trinitapoli dove, dopo la scarcerazione del capoclan del gruppo Carbone- Gallone, tra questi ed il contrapposto clan Miccoli-De Rosa, dall'inizio del 2019, sarebbe scoppiata una nuova faida, nel cui ambito sono maturati gli omicidi dei rispettivi elementi di vertice: il 20 gennaio 2019 del clan Miccoli-De Rosa ed il 14 aprile 2019, del clan Carbone-Gallone. L'operazione «Nemesi», scaturita dalle indagini sul primo omicidio, ha ricostruito la strategia del gruppo Gallone-Carbone, volta a destabilizzare gli assetti della criminalità locale, colpendo, in una serie di agguati, l'antagonista clan Miccoli-De Rosa, il gruppo Visaggio, originario di San Ferdinando di Puglia e referente della malavita cerignolana nella Valle d'Ofanto, e la criminalità organizzata andriese. Il riconoscimento della caratura criminale del capoclan Gallone in ambito provinciale sarebbe emerso quando il boss Moretti (della Società foggiana) avrebbe chiesto una mediazione presso il reggente del clan Li Bergolis, per giungere ad un compromesso con il clan Romito-Ricucci-Lombardi (mafia garganica) ai fini di una tregua alla faida del Gargano. L'indagine individua, infine, una propaggine del clan Carbone-Gallone nel territorio di Trani, in due pregiudicati già legati al clan tranese Corda, fortemente indebolito a seguito delle inchieste giudiziarie che lo hanno colpito. A Margherita di Savoia l'assenza di organizzazioni strutturate locali favorisce le strategie di espansione dei clan limitrofi (in particolare degli andriesi) che individuano in quella città, in quanto meta turistica, un obiettivo altamente remunerativo per le floride piazze di spaccio e per la presenza di esercizi commerciali e strutture balneari da sottoporre ad estorsione o da utilizzare per le attività di riciclaggio".
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