Politica
Il dirigente provinciale del PDL si esprime sulla compravendita dei voti
Cilli: «per la prossima competizione amministrativa ogni partito, lista civica o movimento sappia porre regole chiare»
Barletta - giovedì 6 maggio 2010
«A circa un mese dalla conclusione delle elezioni regionali e a poco più di un anno dalla competizione amministrativa, anziché discutere di programmi e proposte affinché questa città torni a essere competitiva e vivibile, cittadini e classe politica sono chiamati a esprimersi sulla la "compravendita" del voto.
I magistrati sono al lavoro e sono convinto che sapranno accertare eventuali illeciti e perseguire i responsabili e quindi evito di esprimermi con riferimento a situazioni e persone amiche che, ne sono certo, sapranno chiarire le proprie posizioni. Vorrei però commentare, da elettore attivo, e proporre qualche soluzione, da dirigente politico, quanto accade nella nostra città in occasione delle tornate elettorali.»
Sono proprie soluzioni che mancano a Barletta, infatti «Non si discute più su quale idea si ha di futuro della città o quale apporto alla comunità possa dare questo o quel candidato. Diventa arduo proporsi all'attenzione degli elettori attraverso la propria storia e i propri programmi elettorali giacché l'esercito di candidati pronti a "investire" del denaro per ottenere uno scranno al Consiglio Comunale è dietro l'angolo. Gente che se eletta dimostra la più totale incapacità a ricoprire il ruolo assegnatoli, capaci di confondere il bene della comunità con il proprio tornaconto personale. A destra come a sinistra. Nel recente passato e credo anche nel prossimo futuro.
E allora, se vi è una compravendita di voti, le motivazioni vanno ricercate non solo nell'ignobile spregiudicatezza di quei candidati che non sanno fare politica se non con il portafoglio ma anche nella totale assenza di dignità di alcuni elettori che considerano il proprio consenso merce da mettere sul mercato. Ma in realtà è la quasi totale assenza di fiducia che gli elettori normalmente avrebbero sul loro nome a spingerli ad acquistare voti, e i secondi che si scherniscono dietro a motivazioni lavorative pur consapevoli che poche decine di euro non cambiano la propria condizione.
Siamo a poco più di un anno dalla competizione elettorale amministrativa ed è opportuno, comunque vada la vicenda giudiziaria, che auspico sia risolutiva, che questo mercimonio e offesa alla democrazia conosca finalmente la parola fine.
È chiaro che al fianco della magistratura deve esserci l'assunzione di responsabilità dei partiti nella scelta dei candidati e nel controllo sui metodi di "ricerca" del voto. È bene che ogni partito, lista civica o movimento sappia porre regole chiare da imporre ai propri candidati e spiegare loro che i rappresentanti sono "di lista, e tali perché all'interno del seggio rappresentano la lista, e non "del candidato". Retorica? No presa di posizione. Questo è quanto chiederò al PDL di Barletta, partito dove orgogliosamente milito e ricopro incarichi provinciali, certo della sensibilità al tema della trasparenza e della chiarezza nel voto dei tanti amici dirigenti ed eletti che è condivisa decisamente dai vertici provinciali e regionali.
Una bella iniziativa potrebbe essere anche quella di promuovere una campagna congiunta per il voto pulito, magari un anno prima così da evitare strumentalizzazioni, chiara e decisa sulla condanna del voto di scambio.
L'invito che rivolgo a tutti, anche a chi pensa di "consigliare" alla magistratura domande e filoni d'indagine, è quello di cominciare a discutere anche di programmi e d'idee per cambiare questa città. È importante strutturare una proposta definita e sostenibile da portare all'attenzione dei cittadini per assicurare a chi vive nella nostra città una stabilità economica che sarà utile anche per far riscoprire quella dignità di uomo, prima che di elettore, che in molti barattano per poche decine di euro. Barletta merita di più di quanto finora fatto su tutti i versanti. Noi andiamo avanti per cambiare, insieme a chi vuole scegliere la via del cambiamento. Per Barletta.»
I magistrati sono al lavoro e sono convinto che sapranno accertare eventuali illeciti e perseguire i responsabili e quindi evito di esprimermi con riferimento a situazioni e persone amiche che, ne sono certo, sapranno chiarire le proprie posizioni. Vorrei però commentare, da elettore attivo, e proporre qualche soluzione, da dirigente politico, quanto accade nella nostra città in occasione delle tornate elettorali.»
Sono proprie soluzioni che mancano a Barletta, infatti «Non si discute più su quale idea si ha di futuro della città o quale apporto alla comunità possa dare questo o quel candidato. Diventa arduo proporsi all'attenzione degli elettori attraverso la propria storia e i propri programmi elettorali giacché l'esercito di candidati pronti a "investire" del denaro per ottenere uno scranno al Consiglio Comunale è dietro l'angolo. Gente che se eletta dimostra la più totale incapacità a ricoprire il ruolo assegnatoli, capaci di confondere il bene della comunità con il proprio tornaconto personale. A destra come a sinistra. Nel recente passato e credo anche nel prossimo futuro.
E allora, se vi è una compravendita di voti, le motivazioni vanno ricercate non solo nell'ignobile spregiudicatezza di quei candidati che non sanno fare politica se non con il portafoglio ma anche nella totale assenza di dignità di alcuni elettori che considerano il proprio consenso merce da mettere sul mercato. Ma in realtà è la quasi totale assenza di fiducia che gli elettori normalmente avrebbero sul loro nome a spingerli ad acquistare voti, e i secondi che si scherniscono dietro a motivazioni lavorative pur consapevoli che poche decine di euro non cambiano la propria condizione.
Siamo a poco più di un anno dalla competizione elettorale amministrativa ed è opportuno, comunque vada la vicenda giudiziaria, che auspico sia risolutiva, che questo mercimonio e offesa alla democrazia conosca finalmente la parola fine.
È chiaro che al fianco della magistratura deve esserci l'assunzione di responsabilità dei partiti nella scelta dei candidati e nel controllo sui metodi di "ricerca" del voto. È bene che ogni partito, lista civica o movimento sappia porre regole chiare da imporre ai propri candidati e spiegare loro che i rappresentanti sono "di lista, e tali perché all'interno del seggio rappresentano la lista, e non "del candidato". Retorica? No presa di posizione. Questo è quanto chiederò al PDL di Barletta, partito dove orgogliosamente milito e ricopro incarichi provinciali, certo della sensibilità al tema della trasparenza e della chiarezza nel voto dei tanti amici dirigenti ed eletti che è condivisa decisamente dai vertici provinciali e regionali.
Una bella iniziativa potrebbe essere anche quella di promuovere una campagna congiunta per il voto pulito, magari un anno prima così da evitare strumentalizzazioni, chiara e decisa sulla condanna del voto di scambio.
L'invito che rivolgo a tutti, anche a chi pensa di "consigliare" alla magistratura domande e filoni d'indagine, è quello di cominciare a discutere anche di programmi e d'idee per cambiare questa città. È importante strutturare una proposta definita e sostenibile da portare all'attenzione dei cittadini per assicurare a chi vive nella nostra città una stabilità economica che sarà utile anche per far riscoprire quella dignità di uomo, prima che di elettore, che in molti barattano per poche decine di euro. Barletta merita di più di quanto finora fatto su tutti i versanti. Noi andiamo avanti per cambiare, insieme a chi vuole scegliere la via del cambiamento. Per Barletta.»