La città
Ex Palazzo delle Poste di Barletta, nasce un comitato: «Facciamone una casa della Memoria»
I promotori vogliono «riportare al centro del dibattito cittadino il valore simbolico di quel Palazzo e l’importanza di quegli eventi»
Barletta - lunedì 13 settembre 2021
Comunicato Stampa
Si è costituito, a Barletta, il Comitato ex Palazzo delle Poste che «raccoglie e rappresenta i tanti cittadini che auspicano e sostengono un uso pubblico dello storico edificio e che hanno aderito al Comitato». A comunicarlo sono gli stessi promotori Filomena Rita Farano, Luigia Filannino, Riccardo Losappio, Raffaele Patella e Roberto Tarantino.
«Sono a tutti note - proseguono - le vicende relative all'ex Palazzo delle Poste: la lunga controversia legale circa la proprietà dell'immobile; il vincolo apposto dalla Soprintendenza; la decisione, a maggioranza, del Consiglio comunale di non esercitare il diritto di prelazione e di non acquisire al patrimonio comunale il palazzo; l'acquisto da parte di privati; gli impegni dell'Amministrazione di tentare ogni altra strada che garantisse la fruibilità pubblica dell'edificio. Trascorsi mesi, nulla più si è saputo.
Da ciò la necessità e l'urgenza di richiamare l'attenzione della cittadinanza e dell'Amministrazione comunale sulla vicenda. Il Comitato, con l'ausilio e la collaborazione di esperti del settore, ha elaborato una proposta sull'auspicabile destinazione dell'ex Palazzo delle Poste a "Casa della Memoria" che, oltre a raccogliere e far conoscere al grande pubblico il patrimonio storico e culturale che il nostro territorio vanta, darebbe nuovo impulso e organicità alla ricerca storica, con particolare riferimento alla partecipazione della città di Barletta e dell'intero territorio, alla Resistenza e alla Lotta di Liberazione, nonché agli anni dal 1920 sino al dopoguerra.
La decisione di presentare ufficialmente il Comitato alla città nel mese di settembre, a 78 anni dalla battaglia di Barletta e dall'occupazione tedesca, vuole riportare al centro del dibattito cittadino il valore simbolico di quel Palazzo e l'importanza di quegli eventi che devono essere ricordati al di là della sterile, rituale celebrazione e sulla necessità di tutelare la memoria delle donne e degli uomini che, travolti dalla grande Storia, in momenti tragici e difficili, rifiutarono ogni scelta opportunistica e seppero da che parte schierarsi».
«Sono a tutti note - proseguono - le vicende relative all'ex Palazzo delle Poste: la lunga controversia legale circa la proprietà dell'immobile; il vincolo apposto dalla Soprintendenza; la decisione, a maggioranza, del Consiglio comunale di non esercitare il diritto di prelazione e di non acquisire al patrimonio comunale il palazzo; l'acquisto da parte di privati; gli impegni dell'Amministrazione di tentare ogni altra strada che garantisse la fruibilità pubblica dell'edificio. Trascorsi mesi, nulla più si è saputo.
Da ciò la necessità e l'urgenza di richiamare l'attenzione della cittadinanza e dell'Amministrazione comunale sulla vicenda. Il Comitato, con l'ausilio e la collaborazione di esperti del settore, ha elaborato una proposta sull'auspicabile destinazione dell'ex Palazzo delle Poste a "Casa della Memoria" che, oltre a raccogliere e far conoscere al grande pubblico il patrimonio storico e culturale che il nostro territorio vanta, darebbe nuovo impulso e organicità alla ricerca storica, con particolare riferimento alla partecipazione della città di Barletta e dell'intero territorio, alla Resistenza e alla Lotta di Liberazione, nonché agli anni dal 1920 sino al dopoguerra.
La decisione di presentare ufficialmente il Comitato alla città nel mese di settembre, a 78 anni dalla battaglia di Barletta e dall'occupazione tedesca, vuole riportare al centro del dibattito cittadino il valore simbolico di quel Palazzo e l'importanza di quegli eventi che devono essere ricordati al di là della sterile, rituale celebrazione e sulla necessità di tutelare la memoria delle donne e degli uomini che, travolti dalla grande Storia, in momenti tragici e difficili, rifiutarono ogni scelta opportunistica e seppero da che parte schierarsi».