Rino Daloiso
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Candido al Governo, a Barletta e a Trani. La denuncia di Rino Daloiso

Il direttore della Gazzetta del Mezzogiorno-Nord Barese chiede trasparenza. «Nicola Maffei pare Pangloss redivivo»

Con il cordiale assenso di Rino Daloiso ripetiamo sul nostro portale l'editoriale a Sua firma e che il direttore della Gazzetta del Mezzogiorno-Nord barese ha pubblicato oggi. Ripete con cadenzata periodicità richiesta severa di assunzioni di responsabilità amministrativa e trasparenza che la nostra redazione tutta, appieno condivide. Certa anche di ricevere condivisione numerosissima dei lettori di Barlettalife.

E' dimostrato che le cose non possono essere altrimenti: giacché tutto è fatto per un fine, tutto è necessariamente per il miglior fine. Notate che i nasi sono stati fatti per portare occhiali; infatti abbiamo gli occhiali. Le gambe sono visibilmente istituite per essere calzate, e noi abbiamo le brache. Le pietre sono state formate per essere tagliate e farne dei castelli; infatti monsignore ha un bellissimo castello: il massimo barone della provincia dev'essere il meglio alloggiato; e poiché i maiali sono fatti per essere mangiati, noi mangiamo maiale tutto l'anno. Perciò, quanti hanno asserito che tutto va bene hanno detto una sciocchezza: bisognava dire che tutto va per il meglio". A seguire le vicende politico-amministrative a Barletta (ma non solo), sembra davvero di assistere alla reincarnazione di Candido, il protagonista dell'omonimo romanzo "Candido o l'ottimismo", pubblicato sotto pseudonimo da Voltaire nel 1759, quattro anni dopo il terremoto di Lisbona, uno dei più disastrosi d'Europa. Candido aveva un precettore di nome Pangloss: gli aveva insegnato che "il nostro è il migliore dei mondi possibili". E di fronte all'innumerevole sequela degli avventurosi e sciagurati avvenimenti vissuti, Pangloss non si stancava di ripetere al sempre più scettico Candido: "Chi dice che sia un male?".

Ora, qui sta succedendo davvero di tutto. Cadono i fabbricati (il 3 ottobre, in via Roma, sono morte quattro operaie e una adolescente). Il Tribunale amministrativo regionale bacchetta severamente le scelte urbanistiche del Comune per la lottizzazione di 186 villette a Montaltino, peraltro finite da giovedì scorso sotto sequestro preventivo da parte della Procura di Trani che ha notificato 23 avvisi di garanzia per violazioni edilizie, abuso d'ufficio e falso ideologico anche a dirigenti e funzionari comunali. La città è tutta un pullulare di transenne, perché dopo la tragedia di inizio ottobre si sono "improvvisamente" materializzati edifici malfermi che le ordinanze del sindaco non sanano miracolosamente (i privati troppo spesso fanno orecchie da mercante). La funzionalità e l'efficienza degli uffici comunali è ai minimi termini, tra finanziamenti persi e carte portate in extremis (come d'abitudine) all'esame del consiglio comunale. La giunta dei primi dei non eletti, che già a sentirla sembra una barzelletta, ha perso anche il vicesindaco per i possibili legami con la vicenda di Montaltino e pare avere gli anni contati. Le prime case nella nuova zona 167 stanno per essere completate, ma di acqua, strade e fogna neppure l'ombra.

Insomma, ce ne sarebbe più che a sufficienza per perdere il serafico aplomb, inseparabile compagno di viaggio del sindaco Nicola Maffei, che, invece, pare Pangloss redivivo: questo forse non sarà il migliore dei mondi possibili, ma, insomma, ci si avvicina molto... Tant'è che, per citare un esempio, più che interrogarsi sulle ragioni delle approvazioni sul filo del rasoio di importanti deliberazioni, quella sulle villette a Montaltino nell'agosto 2009 su tutte, con appena 14 consiglieri comunali presenti (13 a favore, uno astenuto ma necessario per mantenere il numero legale, 27 a vedere di nascosto l'effetto che fa), dice di essere pronto a ricorrere al Consiglio di Stato contro la bocciatura della lottizzazione decisa dal Tar in primo grado: è davvero così inutile interrogarsi sulla non trascurabile circostanza che a furia di pagare cambiali politiche e amministrative sempre più care si finisce col collezionare cattive figure e determinare un futuro disastroso per la città? Il guaio è che sindaco, maggioranza di centrosinistra e minoranza di centodestra hanno mutuato lo stesso comportamento e si ispirano ormai al celebre sketch (Studiouno, 1966) in cui Totò raccontava a Mario Castellani dell'energumeno che lo aveva ripetutamente schiaffeggiato, urlando "Pasquale, maledetto, ti uccido". E alla domanda "Ma perché tu non hai reagito?", rispondeva: "E che me frega, e che so' Pasquale io?". Insomma, la realtà li pone di fronte a problemi che non li riguardano affatto: ora si nascondono dietro la rituale e fors'anche ipocrita "fiducia nella magistratura", ora imprecano contro "il destino cinico e baro", ora attendono di dispiegare l'arte del piccolo cabotaggio politico che ci ha condotto al punto in cui siamo. E la città non può che affondare.

Candido sembra aver trovato ospitalità anche a Trani. Altrimenti, diventa difficile non meravigliarsi della meraviglia provata dal sindaco Giuseppe Tarantini di fronte alla levata di scudi (anche all'interno della sua giunta, ormai dimezzata tra revoche e dimnissioni di assessori) sulla ipotizzata trasformazione a tempo indeterminato del contratto finora a tempo determinato di due dirigenti comunali: l'operazione costituisce un premio di riconoscenza, al merito, alla fedeltà? Vuole incidere anche sui futuri assetti di potere a Palazzo di Città, vista l'imminente conclusione del mandato e l'impossibilità di ricandidarsi? Perché tanta fretta di adeguarsi ai nuovi orientamenti giurisprudenziali, non si sa ancora quanto adattabili ai casi in oggetto? E perché gli inni alla flessibilità e alla precarietà dovrebbero valere sempre e comunque solo ai piani bassi del Palazzo? Sì, questo è davvero "il migliore dei mondi possibili". O forse no. O no.
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