Pietro Mennea
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Candeline da record: auguri a Pietro Mennea da Barlettalife

Il simbolo e campione olimpico barlettano compie oggi 60 anni. Una vita di corsa per il detentore del primato europeo sui 200 metri

Pietro Paolo Mennea voleva essere veloce. Prima ha sfidato il vento, poi gli avversari, poi solo se stesso. Ed è riuscito a diventare il più grande atleta italiano di tutti i tempi. Ha corso da protagonista sulla scena mondiale per circa 20 anni in oltre 500 gare, ha battuto 2 primati mondiali, 8 primati europei, 33 record nazionali. Una corsa cominciata a 14 anni per guadagnare 500 lire, sfidando di sera le Alfa e le Porsche su viale Giannone, e sempre finendo davanti a loro, e passata attraverso cinque olimpiadi, quattro lauree e 23 libri. Numeri impressionanti, numeri da campione, numeri da Mennea, la "freccia del sud", ex-atleta di statura mondiale, ora Avvocato e Dottore Commercialista. Oggi, 28 giugno 2012, spegne 60 candeline. Per la rivista "Focus" una delle 150 cose (o persone) che nel mondo invidiano all'Italia. Dopo di lui, il buio nella velocità italiana. Sessant'anni sempre di corsa: nell'atletica, nella professione e nella vita. Simbolo di sudore e sacrificio per diverse generazioni di aspiranti atleti, orgoglio sportivo per la propria città. Barlettalife.it vuole fare gli auguri al nostro concittadino più famoso nel mondo.

Nato in una modesta famiglia di Barletta, da padre sarto e mamma casalinga, nel palmares di Mennea le Olimpiadi di Monaco, Montreal, Mosca, Los Angeles e Seul, 528 gare complessive, 23 libri e soprattutto il record mondiale del 1979 a Città del Messico, dove corse i 200 metri in 19 e 72, primato rimasto in piedi per ben 17 anni e ancora intatto su scala europea. Un oro e due bronzi olimpici. Tante "seconde vite" professionali: avvocato, insegnante, commercialista, deputato europeo, anche candidato sindaco nel 2002, con esiti però da dimenticare. Si è laureato a Bari una prima volta in scienze politiche, allora ministro degli Esteri. Poi ha conseguito anche le lauree in giurisprudenza, scienze dell'educazione motoria e lettere. Oggi, in occasione dei suoi 60 anni, è ora sulla copertina del libro "La corsa non finisce mai" (Limina editore, 2012), scritto con Daniela Menarini, sottotitolo perfetto per Pietro Paolo Mennea. «Ancora oggi mi dicono che quasi nessuno riesce a reggere i ritmi dei miei allenamenti (5-6 ore al giorno per 350 giorni all'anno) » ammise lo scorso anno durante un convegno a Barletta. In questo libro il Campione Olimpionico di Mosca '80 ed ex Recordman del Mondo sui 200 metri piani, racconta la sua vita, quella leggendaria sulle piste d'atletica e quella per certi versi ancora più significativa trascorsa fino ad oggi tra l'Università, come studente prima (quattro lauree) e come docente tuttora, al Parlamento Europeo (una Legislatura), nell'ambito della Professione di Avvocato e Dottore Commercialista e nell'impegno filantropico in qualità di co-Fondatore e Presidente della Fondazione che porta il suo nome.

Mennea iniziò la sua lunga carriera atletica internazionale nel 1971, quando debuttò ai Campionati europei con un terzo posto nella staffetta 4×100 metri e un sesto nei 200 metri. Fece il suo debutto olimpico a Monaco di Baviera, ai Giochi olimpici estivi del 1972, dove raggiunse la finale dei 200 m, la specialità nella quale era più forte. Tagliò il traguardo al terzo posto, dietro al sovietico Valerij Borzov e all'americano Larry Black. Dal punto di vista tecnico Mennea aveva una partenza dai blocchi relativamente lenta ma progressivamente accelerava riuscendo a raggiungere velocità di punta superiori a qualunque atleta. Questa partenza lenta ha relativamente penalizzato le sue prestazioni sui 100 metri, mentre le gare sui 200 si concludevano spesso con rimonte ai limiti dell'eccezionale.

Ai Campionati europei del 1974, Mennea vinse l'oro nei 200 davanti al pubblico di casa di Roma. Dopo alcune prestazioni deludenti, nel 1976 Mennea decise di saltare i Giochi olimpici, ma il pubblico italiano protestò e Mennea andò a Montréal. Nel 1978, a Praga, difese con successo il suo titolo europeo dei 200 m, ma mostrò le sue doti anche sulla distanza più breve, vinta anch'essa. In quell'anno si aggiudicò anche l'oro nei 400 metri piani agli europei al coperto.

Nel 1979, Mennea, studente di scienze politiche, prese parte alle Universiadi, che si disputavano sulla pista di Città del Messico. Il tempo con cui vinse i 200 metri piani, 19"72, era il nuovo record del mondo: esso resistette per ben 17 anni, ma va tenuto conto del fatto che fu ottenuto correndo a oltre duemila metri di quota come del resto il precedente primato, stabilito da Tommie Smith sempre a Città del Messico (si noti comunque che Mennea detenne anche il record del mondo a livello del mare dal 1980 al 1983, con 19"96, tempo stabilito nella sua città natale, Barletta). Il record venne battuto da Michael Johnson ai trials statunitensi per le Olimpiadi del 1996.

A Mosca 1980, nella finale dei 200 m, Mennea affrontò il campione uscente Don Quarrie e il campione dei 100 m Allan Wells. Wells sembrò dirigersi verso una vittoria netta ma Mennea lo superò negli ultimi metri, aggiudicandosi l'oro per 2 centesimi di secondo. Nel 1981 Mennea optò per un anno sabbatico: annunciò difatti il suo ritiro concedendosi più tempo per lo studio. Successivamente ritornò sui suoi passi e l'anno dopo prese parte agli europei gareggiando però solo nella 4x100 che arrivò quarta.

Il 22 marzo 1983 stabilì il primato mondiale (manuale) dei 150 metri piani, con 14"8 sulla pista dello stadio Comunale di Cassino: questo primato è ancora imbattuto, perché il tempo di 14"35 stabilito il 17 maggio 2009 da Usain Bolt a Manchester non è stato omologato dalla Federazione in quanto stabilito su pista rettilinea. Successivamente prese parte alla prima edizione dei mondiali che si svolse ad Helsinki dove vinse la medaglia di bronzo nei 200 e quella d'argento con la staffetta 4x100. Un anno dopo si ritirò dalle competizioni per la seconda volta. Ancora una volta, Mennea fece il suo ritorno e gareggiò nelle sue quinte Olimpiadi a Seul nel 1988, sempre nei 200 metri, dove si ritirò dopo aver superato il primo turno delle batterie. In quest'edizione dei Giochi fu alfiere portabandiera della squadra azzurra durante la cerimonia d'apertura.

Tante esperienze fuori dallo sport, sempre contraddistinte dalla sua sana ostinazione. Nel 2006 ha dato vita insieme alla moglie Manuela Olivieri alla "Fondazione Pietro Mennea", Onlus a carattere filantropico, ossia effettuare donazioni costanti nel tempo ed assistenza sociale ad enti caritatevoli o di ricerca medico-scientifica, associazioni culturali e sportive, attraverso progetti specifici e concreti. Lo scopo secondario è di carattere culturale, e consiste nel diffondere lo sport ed i suoi valori, nonché promuovere la lotta al doping, che è diventata una triste piaga per lo sport e la nostra società. Oltre alla carriera sportiva, ha operato come curatore fallimentare e insegnante di educazione fisica, eurodeputato (a Bruxelles dal 1999 al2004) e commercialista. Nel 2010 - insieme alla consorte si occupa di "class action" negli Stati Uniti per difendere alcuni risparmiatori italiani finiti nel crac della Lehman Brothers.

Per Mennea, nell'anno dei suoi "primi sessanta", anche un prezioso riconoscimento di statura internazionale. A 32 anni dall'oro olimpico di Mosca il velocista barlettano è stato scelto per una particolare "onorificenza": a lui verrà infatti dedicata, in occasione delle Olimpiadi di Londra 2012, una delle 361 fermate della metropolitana londinese, più precisamente Kensington High. Il nome del veloce primatista nato e cresciuto nell'attuale capoluogo della sesta provincia pugliese figura tra i 361 sportivi di tutti i tempi che presteranno il proprio nome ad una delle stazioni della metropolitana di Londra. Riconoscimento simile è stato attribuito al nuotatore Mark Spitz, al velocista Usain Bolt, uno dei protagonisti più attesi dell'evento a cui è stata attribuita la fermata Victoria, e al leggendario pugile Muhammad Alì/Cassius Clay, a cui è stata assegnata Stratford International, la fermata più vicina al grandioso parco olimpico costruito nella città britannica. Un occhio sul futuro per una leggenda che oggi compie 60 anni. Auguri, "Pietromennea", così come la conoscono in tutto il mondo.
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