Commemorazione dei caduti slavi
Commemorazione dei caduti slavi
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Caduti per una nuova vita, caduti per la nostra libertà

Commemorazione dei caduti slavi all’Ossario del Cimitero di Barletta. Quando l’accoglienza incontra la memoria

«Barletta custodisce gelosamente i resti mortali di una parte dei figli minori del popolo jugoslavo; e sono questi Eroi che, pur nel sonno della morte, vegliano dall'opposta sponda adriatica sulla loro terra natia, sui loro cari, invocando fratellanza amorosa e pace fra tutti gli uomini. Esse ci ammoniscono di continuare il cammino già intrapreso per una leale ed amichevole collaborazione sempre più stretta fra il popolo jugoslavo e quello italiano nel settore economico, culturale, tecnico e scientifico».

Quel cammino che il tenace avvocato Michele Morelli, primo cittadino di Barletta tra la metà degli Anni Sessanta e l'alba dei Settanta auspicava, ha segnato ieri mattina un passo deciso e sincero con la commemorazione dei Caduti slavi sepolti presso l'Ossario a loro dedicato nel camposanto di Barletta. Una commemorazione che cade ben 41 anni dopo l'inaugurazione di quello che è uno dei tre Sacrari più importanti esistenti in Italia dedicato alla conservazione delle spoglie mortali di militari e partigiani jugoslavi, realizzato grazie all'intelligenza e la lungimiranza proprio dell'amministrazione guidata dal Morelli. Un impegno a cui oggi viene dato la giusta valorizzazione anche grazie alla mostra fotografica "La memoria dell'accoglienza. Quando l'ospitalità è condivisione di valori", installata nella Galleria del Teatro Curci e che vede esposti gli scatti realizzati in occasione di quella celebrazione del 4 luglio 1970 e durante i lavori di costruzione dell'opera monumentale, tratti dalla preziosa collezione fotografica del costruttore Giacomo Calò.

Era già il 1968 quando l'allora amministrazione comunale gettò il seme della pace e del dialogo tra i popoli delle due sponde dell'Adriatico – ricordiamo che gli Accordi di Osimo sulla sistemazione definitiva del confine orientale italo-jugoslavo si ebbero solo nel novembre 1975 –, stipulando il gemellaggio della città della Disfida con la dirimpettaia Herceg Novi, gemellaggio sorto proprio in seguito alla disponibilità della nostra città ad ospitare il Sacrario.

Rapporti con i nostri vicini che vanno mantenuti vivi, anche se in tutti questi anni non è stato così. E allora ben venga la visita della delegazione del club B.P.W di Niš e del Coro delle voci bianche "Branko" della cattedrale ortodossa della stessa città, di autorità religiose ortodosse che si sono alternate a quelle cattoliche – anche quello un dialogo che va riannodato – nelle preghiere ai defunti.

Una celebrazione molto composta e sentita dai presenti. Alla deposizione delle corone di alloro hanno partecipato il Sindaco Nicola Maffei, che ha portato il saluto del suo omologo della città di Niš; le autorità militari e il picchetto d'onore dell'82° reggimento fanteria "Torino"; il Corpo dei Vigili Urbani di Barletta; l'ANPI BAT; il club FIDAPA sezione di Barletta; l'Archivio della Resistenza e della Memoria. Unica assente la cittadinanza di Barletta che, nonostante gli imponenti sforzi dell'Archivio della Resistenza e del suo responsabile, il Prof. Di Cuonzo, risulta ancora poco informata delle importanti iniziative storico-culturali e assente dalle stesse. C'è da domandarsi quanti concittadini siano a conoscenza dell'esistenza o del valore storico, artistico e morale del monumento Ossario dei Caduti slavi. Sicuramente qualcosa va cambiato, il grandioso lavoro svolto nelle scuole purtroppo non basta, qualcosa va escogitato in questa grande opera di educazione civica alla memoria.
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