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Politica

Barletta, tagli per 1,2 milioni di euro

Cgil Bat «giù le mani da politiche sociali e cultura». Non devono pagare le fasce più deboli della società

La segreteria provinciale del sindacato esprime forte preoccupazione per i tagli decisi in consiglio comunale a Barletta qualora dovessero abbattersi prevalentemente sulle politiche sociali e sulla cultura.«Va bene risparmiare, ma bisogna partire dagli sprechi».
«Nessuno provi a toccare la spesa in favore delle politiche sociali o gli interventi a sostegno dei lavoratori e quindi delle famiglie». È l'urlo lanciato dalla Cgil Bat all'indomani dei tagli decisi dal consiglio comunale di Barletta, pari a 1 milione e 200 mila euro, a seguito della non riconferma dell'addizionale Irpef per l'anno d'imposta 2010.
«Non ci interessa entrare nel merito delle motivazioni che hanno portato parte della maggioranza a decidere per questi tagli, la cosa che ci sta a cuore è che non si mettano le mani nelle tasche dei cittadini. Vogliamo difendere i diritti dei più deboli e assicurare un futuro alle giovani generazioni».

La Cgil Bat teme che questi tagli possano abbattersi prevalentemente sui fondi destinati alle politiche sociali ed alla cultura. «Sarebbe disastroso – dicono dal sindacato – se a repentaglio fossero messi, per esempio, i finanziamenti comunali ai piani sociali di zona, uno dei pochi mezzi a disposizione delle pubbliche amministrazioni per occuparsi delle esigenze reali delle famiglie, dei disabili e degli anziani o, peggio ancora, se fossero congelate le politiche in favore del welfare».

Va bene risparmiare, i tempi di crisi che stiamo vivendo lo impongono, ma noi della Cgil non vorremmo che, ancora una volta, a pagare il prezzo più alto dei tagli fossero le fasce più deboli della società. È molto semplice ridurre le spese di un comune intervenendo sui diritti dei cittadini. Se davvero si vogliono risanare le finanze bisogna ridurre gli sprechi che ci sono nelle pubbliche amministrazioni e che sono anche tanti.
E poi, se i politici di centrosinistra confermassero i tagli al settore cultura, che a Barletta significa, tra le altre cose, stagione teatrale del "Curci" e Pinacoteca "Giuseppe De Nittis", non farebbero altro che dare ragione al ministro dei Beni Culturali, Sandro Bondi, che ha più volte dichiarato che "la cultura non ha bisogno di sostegno".

La Cgil Bat, infine, ricorda alla classe politica barlettana, che investire in cultura significa anche sostenere la crescita di una comunità, creare nuovi posti di lavoro e guardare al futuro dei cittadini.
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