Barletta fa un altro passo verso il registro delle unioni civili
Barletta fa un altro passo verso il registro delle unioni civili
Politica

Barletta fa ancora un passo avanti per il registro delle unioni civili

Riunione della prima commissione consiliare, inizia il countdown

Un piccolo passo che può diventare una conquista. Questo può diventare il registro delle unioni civili, progetto portato avanti dalla Prima Commissione Consiliare e fortemente voluto dall'Arcigay Bat. Si è riunita mercoledì sera presso la sala conferenze del Circolo Unione la I Commissione Consiliare Permanente – affari generali ed istituzionali – annona – sicurezza – legalità per un ulteriore discussione in merito ai diritti civili e al tanto chiacchierato registro delle unioni civili, tematica che sta alimentando il dibattito in città tra opposti punti di vista. A fare gli "onori di casa" il presidente della Commissione Cosimo Bruno e i consiglieri Cascella, Campese e Piazzolla, ma erano presenti diversi rappresentanti della politica cittadina. A testimonianza dell'importanza della tematica, sentita in maniera trasversale dai rappresentanti della maggioranza e della minoranza, hanno assistito alla riunione di Commissione il sindaco Cascella, il presidente del Consiglio Comunale Peschechera, l'assessore Rizzi e i consiglieri Damiani, Damato e Lanotte. Dopo un breve preambolo del presidente Bruno, che ha ricordato ai presenti le tappe della Commissione, precisando che si sta prestando attenzione a tutte le criticità presenti in città: «Abbiamo bisogno di innescare in città una serie di ragionamenti che finora non era mai stata presa in considerazione. Abbiamo cominciato con gli istituti di partecipazione, i quali sottraggono risorse, ma garantiscono la partecipazione del cittadino. Quello che è mancato in questi anni è l'apporto associativo. Concluso questo iter, abbiamo ideato una bozza del registro delle unioni civili. Non abbiamo sancito priorità. Ci sembrava opportuno fare questo passo. Ci stiamo muovendo in maniera organica per rispondere ai diritti di ognuno. A breve, su suggerimento del M5S, discuteremo anche del testamento biologico».

Il clou dell'incontro è stato dedicato all'interessante intervento del professor Villani, già assessore dell'amministrazione Cascella, che ha spiegato le ragioni giuridiche di uno strumento anagrafico di pubblica utilità: «Muoviamo dalla ragioni che hanno portato alla creazione dei registri delle unioni civili. La ragione di fondo è lo scarso impegno del legislatore per dare riconoscimento ad un fenomeno che è sempre esistito, ma che è emerso negli ultimi decenni. Il primo esempio di registro è datato 1993 ad Empoli. Bisogna muovere dalla nozione di famiglia anagrafica. La posizione della Corte Europea dei diritti dell'uomo, pur non avendo mai emanato sentenze sull'Italia, ha già sanzionato e condannato alcune nazioni per un mancato rispetto dei diritti degli omosessuali. Cioè che la Corte dice ad altri stati, dovrebbe valere anche da noi, anche se i diritti costituzionali restano intangibili. La sentenza più nota in tal senso è quella risalente al 24 giugno 2010, la Schalk e Kopf contro l'Austria. La Corte europea dice che non è più possibile parlare di matrimonio solo tra persone di sesso diverso. Si parla di diritto alla vita famigliare e al matrimonio per la Corte Europea anche tra persone dello stesso sesso. In una sentenza del 7 novembre 2013, la Corte Europea ha sanzionato la Grecia, perché lì c'è un registro delle unioni civili ma limitato a persone di sesso diverso, e questo discrimina il concetto di famiglia. Il contesto giustifica, spiega e richiede un'iniziativa comunale, dal momento che, a livello legislativo, non ci sono considerazioni in merito. La prova di stabile convivenza può servire anche a livello lavorativo e/o sanitario. I punti di criticità ci sono: che dire delle norme sulla privacy? C'è rischio di ghettizzazione? Qual è il discrimine tra famiglia anagrafica e famiglia matrimoniale? Queste sono scelte impegnative. Il registro delle unioni civili è troppo o è troppo poco? Il punto di riferimento è l'Articolo 3 della Costituzione: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali"».

La seduta si è conclusa con un interessante dibattito tra le parti in causa, ma la sensazione è che non ci si fermerà davanti ad alcun ostacolo, che è cominciato il countdown per l'istituzione del registro delle unioni civili a Barletta.
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