La città
Barletta e l'Assunta: dalla grandiosa fiera di Re Manfredi al ricordo della storica Disfida
Una ricostruzione a firma di Michele Grimaldi, storico e archivista
Barletta - mercoledì 14 agosto 2024
15 agosto, solennità dell'Assunzione di Maria al cielo: per Barletta, si tratta di una giornata particolare dal significato sfaccettato. Proponiamo di seguito l'interessante ricostruzione storica a firma dell'archivista barlettano Michele Grimaldi.
«Quando il poeta dialettale "Giggi" Zanazzo diceva che a Roma "ar tempo der papa c'ereno più precissione che preti", non diceva cose lontane dal vero. Basta verificarlo, anche per la nostra Città, nelle cronache dell'epoca: non c'era chiesa o confraternita che nell'arco dell'anno non facesse una processione. Oltre a quelle maggiori che coinvolgevano tutta la città, erano importanti quelle per le solennità mariane, particolarmente sentite dalla gente del popolo che aveva venerazione per le diverse immagini della Madonna conservate nelle chiese e nelle edicole sacre.
Per tutte queste occasioni era previsto un rigido cerimoniale che elencava in modo preciso sia l'abbigliamento sia le regole su chi dovesse avere la precedenza nella sfilata. Era una delle rare occasioni in cui le differenti classi sociali si trovavano fianco a fianco, anche se la popolazione perdeva spesso di vista le finalità religiose.
Il rituale sacro del momento festivo rappresenta un continuum esistenziale nell'avvicendarsi degli eventi apicali umani, consiste in un rito comunitario nel cui ambito si afferma la cultura della convivenza che si esplica in un tempo feriale, libero da obblighi e in uno spazio ambiente, a cui si attribuiscono, in senso antropologico, caratteristiche magiche e sacre, perché collegate alla sfera del collettivo e sublimate nell'attività creativa comunitari.
Nella società occidentale attuale, il momento religioso della festa è assorbito dall'industria e il contesto festivo risulta mercificato dal consumismo, per cui il tempo libero ritorna al sistema, in termini di denaro, nell'ingranaggio della produzione industriale su larga scala.
Ma non si deve pensare che questo accada solo da un po' di tempo a questa parte. Infatti rifacendosi alla Storia Maestra, si può comprendere come, quasi 900 anni fa, l'andazzo non era così tanto diverso da oggi.
Parlo della festa dell'Assunta o per i non credenti, Ferragosto. A dirla tutta Ferragosto, dal latino Feriae Augusti (vacanze di Augusto) è una festa antichissima e sicuramente non di origine cristiana come qualche (o tanti?) sacerdote vuol far credere ed ha documentate origini pagane.
Nel 18 a.C. l'imperatore romano Ottaviano, proclamato Augusto (ossia venerabile e sacro) dal senato romano, dichiarò che tutto il mese di agosto sarebbe stato festivo e dedicato alle Feriae Augusti, una serie di celebrazioni solenni, la più importante delle quali cadeva il 13 ed era dedicata a Diana, dea patrona del legno, delle fasi della luna e della maternità.
Con l'avvento del cristianesimo la gente attribuì queste medesime prerogative alla Vergine Maria, la cui solennità cominciò ad essere celebrata in luogo di quella di Diana. È importante notare, però, che si trattava solo di una celebrazione di Maria Vergine perché, il dogma moderno secondo cui la Vergine sarebbe stata assunta in cielo a Ferragosto, non si diffuse che nel diciottesimo secolo e fu dichiarato formalmente da papa Pio XII solo il 1° novembre 1950. Fondamentale per questa decisione fu la meditazione sul dogma dell'Assunzione di Maria al Cielo, del barlettano padre Giuseppe Filograsso, gesuita, il quale spese numerose riflessioni, essendo il dogma dichiarato uno dei caratteri fondanti della vicenda storica della Chiesa. Basti pensare a Barletta, città solennemente dichiarata alla Vergine proprio nei giorni della sua Assunzione.
Ma torniamo a noi e alla festa dell'Assunta a Barletta.
Indubbiamente remoto è il culto di Barletta verso la Madonna, legato alla lontana costruzione del primo tempio cristiano della città intorno alla prima metà del VI secolo, nel quartiere della marineria che assunse la denominazione di "pittagium Sanctae Mariae".
Per avere un sicuro riferimento documentale sull'inizio della festa dell'Assunta, bisogna attendere poco oltre la metà del XIII secolo allorquando Re Manfredi, nell'agosto del 1258, da Palermo, concesse all'Università di Barletta "ad istanza del Razionale Giacomo della Marra, suo familiare e fedele" il privilegio "[…] di tenere una generale fiera annua nel mese di agosto per nove giorni, dal 7 fino al giorno incluso della festa della Vergine, con esenzione dei diritti di dogana o da qualsiasi altro diritto dovuto alla regia Corte". A margine e per deduzione, si riconosceva la Madonna dell'Assunta come protettrice della città "sub titulo Beatae Virginis Marie sub cuius patrocinio nominata civitas".
Orbene, come è facilmente intuibile, il punto di attrazione non era la festa religiosa in se bensì la grandiosa fiera, di qualsivoglia mercanzia, che per nove giorni, affrancata da tasse varie ed eventuali, teneva banco a Barletta con le documentate invasioni degli abitanti dei paesi vicini i quali non avevano avuto la fortuna di ricevere, a differenza dei barlettani, un simile "privilegio" nientepopodimenoche dal Re. Il privilegio del 1258 era "figlio" di un precedente, dello stesso contenuto prettamente fiscale, elargito dall'imperatore Federico II datato da Salpi nel giorno di Natale del 1234, con il quale si concedeva la facoltà "[…] all'arciprete della maggiore chiesa di Barletta ed al capitolo, di riscuotere la quarta parte delle decime, de' diritti di bagliva, di dogana e degli altri diritti dovuti alla regia Corte di Barletta. Questi privilegi si godevano da quella chiesa e capitolo per concessioni avute da Re Guglielmo II e dall'Imperatore Enrico VI " ed era durato finché la chiesa di Trani non s'impossessò illecitamente di quei diritti (passano i secoli ma le brutte abitudini non si perdono…povera Barletta!).
Collegato al culto prettamente religioso dell'icona dell'Assunta, tavola processionale bifacciale di Paolo de' Serafinis, risalente al 1387, c'è il ricordo della storica Disfida in quanto davanti quella immagine giurarono i 13 Cavalieri Italiani e al termine delle contesa, fu portata in processione, come ringraziamento per il coraggio e il valore mostrato dagli Italiani nel difendere l'onore nella gloriosa battaglia.
Bene, da quanto detto, vien fuori chiaramente che non è "l'amor che move il sole e l'altre stelle", come scrive Dante nell'ultimo verso del Paradiso e similmente catechizza il clero contemporaneo, bensì, più prosaicamente, per spiegare al meglio l'origine della festa dell'Assunta e similari, ci si può riferire ad un'altra celebre frase che, più realisticamente, sentenzia "l'argent qui fait la guerre" … ieri, oggi e domani!».
«Quando il poeta dialettale "Giggi" Zanazzo diceva che a Roma "ar tempo der papa c'ereno più precissione che preti", non diceva cose lontane dal vero. Basta verificarlo, anche per la nostra Città, nelle cronache dell'epoca: non c'era chiesa o confraternita che nell'arco dell'anno non facesse una processione. Oltre a quelle maggiori che coinvolgevano tutta la città, erano importanti quelle per le solennità mariane, particolarmente sentite dalla gente del popolo che aveva venerazione per le diverse immagini della Madonna conservate nelle chiese e nelle edicole sacre.
Per tutte queste occasioni era previsto un rigido cerimoniale che elencava in modo preciso sia l'abbigliamento sia le regole su chi dovesse avere la precedenza nella sfilata. Era una delle rare occasioni in cui le differenti classi sociali si trovavano fianco a fianco, anche se la popolazione perdeva spesso di vista le finalità religiose.
Il rituale sacro del momento festivo rappresenta un continuum esistenziale nell'avvicendarsi degli eventi apicali umani, consiste in un rito comunitario nel cui ambito si afferma la cultura della convivenza che si esplica in un tempo feriale, libero da obblighi e in uno spazio ambiente, a cui si attribuiscono, in senso antropologico, caratteristiche magiche e sacre, perché collegate alla sfera del collettivo e sublimate nell'attività creativa comunitari.
Nella società occidentale attuale, il momento religioso della festa è assorbito dall'industria e il contesto festivo risulta mercificato dal consumismo, per cui il tempo libero ritorna al sistema, in termini di denaro, nell'ingranaggio della produzione industriale su larga scala.
Ma non si deve pensare che questo accada solo da un po' di tempo a questa parte. Infatti rifacendosi alla Storia Maestra, si può comprendere come, quasi 900 anni fa, l'andazzo non era così tanto diverso da oggi.
Parlo della festa dell'Assunta o per i non credenti, Ferragosto. A dirla tutta Ferragosto, dal latino Feriae Augusti (vacanze di Augusto) è una festa antichissima e sicuramente non di origine cristiana come qualche (o tanti?) sacerdote vuol far credere ed ha documentate origini pagane.
Nel 18 a.C. l'imperatore romano Ottaviano, proclamato Augusto (ossia venerabile e sacro) dal senato romano, dichiarò che tutto il mese di agosto sarebbe stato festivo e dedicato alle Feriae Augusti, una serie di celebrazioni solenni, la più importante delle quali cadeva il 13 ed era dedicata a Diana, dea patrona del legno, delle fasi della luna e della maternità.
Con l'avvento del cristianesimo la gente attribuì queste medesime prerogative alla Vergine Maria, la cui solennità cominciò ad essere celebrata in luogo di quella di Diana. È importante notare, però, che si trattava solo di una celebrazione di Maria Vergine perché, il dogma moderno secondo cui la Vergine sarebbe stata assunta in cielo a Ferragosto, non si diffuse che nel diciottesimo secolo e fu dichiarato formalmente da papa Pio XII solo il 1° novembre 1950. Fondamentale per questa decisione fu la meditazione sul dogma dell'Assunzione di Maria al Cielo, del barlettano padre Giuseppe Filograsso, gesuita, il quale spese numerose riflessioni, essendo il dogma dichiarato uno dei caratteri fondanti della vicenda storica della Chiesa. Basti pensare a Barletta, città solennemente dichiarata alla Vergine proprio nei giorni della sua Assunzione.
Ma torniamo a noi e alla festa dell'Assunta a Barletta.
Indubbiamente remoto è il culto di Barletta verso la Madonna, legato alla lontana costruzione del primo tempio cristiano della città intorno alla prima metà del VI secolo, nel quartiere della marineria che assunse la denominazione di "pittagium Sanctae Mariae".
Per avere un sicuro riferimento documentale sull'inizio della festa dell'Assunta, bisogna attendere poco oltre la metà del XIII secolo allorquando Re Manfredi, nell'agosto del 1258, da Palermo, concesse all'Università di Barletta "ad istanza del Razionale Giacomo della Marra, suo familiare e fedele" il privilegio "[…] di tenere una generale fiera annua nel mese di agosto per nove giorni, dal 7 fino al giorno incluso della festa della Vergine, con esenzione dei diritti di dogana o da qualsiasi altro diritto dovuto alla regia Corte". A margine e per deduzione, si riconosceva la Madonna dell'Assunta come protettrice della città "sub titulo Beatae Virginis Marie sub cuius patrocinio nominata civitas".
Orbene, come è facilmente intuibile, il punto di attrazione non era la festa religiosa in se bensì la grandiosa fiera, di qualsivoglia mercanzia, che per nove giorni, affrancata da tasse varie ed eventuali, teneva banco a Barletta con le documentate invasioni degli abitanti dei paesi vicini i quali non avevano avuto la fortuna di ricevere, a differenza dei barlettani, un simile "privilegio" nientepopodimenoche dal Re. Il privilegio del 1258 era "figlio" di un precedente, dello stesso contenuto prettamente fiscale, elargito dall'imperatore Federico II datato da Salpi nel giorno di Natale del 1234, con il quale si concedeva la facoltà "[…] all'arciprete della maggiore chiesa di Barletta ed al capitolo, di riscuotere la quarta parte delle decime, de' diritti di bagliva, di dogana e degli altri diritti dovuti alla regia Corte di Barletta. Questi privilegi si godevano da quella chiesa e capitolo per concessioni avute da Re Guglielmo II e dall'Imperatore Enrico VI " ed era durato finché la chiesa di Trani non s'impossessò illecitamente di quei diritti (passano i secoli ma le brutte abitudini non si perdono…povera Barletta!).
Collegato al culto prettamente religioso dell'icona dell'Assunta, tavola processionale bifacciale di Paolo de' Serafinis, risalente al 1387, c'è il ricordo della storica Disfida in quanto davanti quella immagine giurarono i 13 Cavalieri Italiani e al termine delle contesa, fu portata in processione, come ringraziamento per il coraggio e il valore mostrato dagli Italiani nel difendere l'onore nella gloriosa battaglia.
Bene, da quanto detto, vien fuori chiaramente che non è "l'amor che move il sole e l'altre stelle", come scrive Dante nell'ultimo verso del Paradiso e similmente catechizza il clero contemporaneo, bensì, più prosaicamente, per spiegare al meglio l'origine della festa dell'Assunta e similari, ci si può riferire ad un'altra celebre frase che, più realisticamente, sentenzia "l'argent qui fait la guerre" … ieri, oggi e domani!».