Cronaca
Attentato di Brindisi, fermato ieri sera il presunto assassino
Si tratta di un 68enne di Copertino. L'uomo avrebbe confessato: "Attentato fatto per vendetta personale"
Puglia - giovedì 7 giugno 2012
10.26
Svolta nelle indagini per la bomba di Brindisi dello scorso 19 maggio. A 18 giorni di distanza dal tragico accaduto, che ha scosso la Puglia e l'Italia, avrebbe un volto l'uomo che ha ucciso la 16enne Melissa Bassi e ferito altre tre studentesse a Brindisi, con l'attentato alla scuola superiore "Morvillo-Falcone": nella mattinata di ieri inquirenti e investigatori hanno fermato Giovanni Vantaggiato, sessantottenne titolare di un deposito di carburanti agricoli di Copertino. Dopo nove ore d'interrogatorio, l'uomo, sposato con due figli, avrebbe fatto le prime ammissioni su elementi che non poteva negare e ammesso le sue responsabilità: "Sì, quella bomba l'ho fatta io da solo. L'ho pensata e l'ho costruita" Queste le sue parole riportate da ANSA. Affiora la pista della vendetta: al momento si pensa che l'uomo volesse colpire il tribunale di Brindisi, che sorge alle spalle della scuola, per vendicare qualche vecchia causa in sospeso. Non si escludono nemmeno vecchi rancori con il preside dell'istituto scolastico brindisino.
Sul sessantottenne era stata raccolta prima della sua confessione una serie di elementi che lo potrebbero "inchiodare". Ci sarebbe, innanzitutto, una somiglianza molto accentuata tra l'uomo ripreso la mattina dell'attentato dalle telecamere montate sul chiosco davanti alla scuola e il proprietario del deposito di carburanti. Il sospettato, inoltre, avrebbe una certa dimestichezza con le bombole, e avrebbe anche un problema al braccio destro, un elemento che era stato ipotizzato dagli investigatori subito dopo aver visto il video dell'attentatore. Inoltre nelle telecamere piazzate nei pressi della scuola sarebbe rimasta impressa l'immagine della sua automobile, che transita in zona intorno alle 7.40, e di un'altra vettura a lui riconducibile. Una Punto Bianca che sarebbe passata più volte nei pressi della scuola prima dell'esplosione, e un'altra auto che, dalla targa, stando a quanto riportato da ANSA, è risultata intestata ad un membro della famiglia del sessantottenne. A fornire un ulteriore elemento sarebbero state le celle telefoniche: il telefonino dell'uomo avrebbe agganciato il 'ripetitore' che copre la scuola Morvillo-Falcone, in orari compatibili sia con l'esplosione sia con il passaggio delle auto riprese dalle telecamere. Elementi che hanno portato alla sua individuazione, quando però manca ancora un movente.
Il procuratore della Dda di Lecce, Cataldo Motta, ha riferito che l'uomo fermato «ha confessato durante l'interrogatorio. La confessione non è soddisfacente, per cui le indagini comunque continueranno per completare il quadro investigativo". A chi gli chiedeva cosa sia stato sequestrato al fermato, Motta ha risposto: «Abbiamo una perquisizione ancora in corso». Il fermato, ha aggiunto Motta, avrebbe fabbricato da solo l'ordigno. "Non sappiamo se è l'uomo del video - ha concluso il procuratore della Dda di Lecce - non lo si può dire, fisicamente può essere compatibile». Vantaggiato è ora accusato del reato di strage con finalità di terrorismo.
(Twitter: @GuerraLuca88)
Sul sessantottenne era stata raccolta prima della sua confessione una serie di elementi che lo potrebbero "inchiodare". Ci sarebbe, innanzitutto, una somiglianza molto accentuata tra l'uomo ripreso la mattina dell'attentato dalle telecamere montate sul chiosco davanti alla scuola e il proprietario del deposito di carburanti. Il sospettato, inoltre, avrebbe una certa dimestichezza con le bombole, e avrebbe anche un problema al braccio destro, un elemento che era stato ipotizzato dagli investigatori subito dopo aver visto il video dell'attentatore. Inoltre nelle telecamere piazzate nei pressi della scuola sarebbe rimasta impressa l'immagine della sua automobile, che transita in zona intorno alle 7.40, e di un'altra vettura a lui riconducibile. Una Punto Bianca che sarebbe passata più volte nei pressi della scuola prima dell'esplosione, e un'altra auto che, dalla targa, stando a quanto riportato da ANSA, è risultata intestata ad un membro della famiglia del sessantottenne. A fornire un ulteriore elemento sarebbero state le celle telefoniche: il telefonino dell'uomo avrebbe agganciato il 'ripetitore' che copre la scuola Morvillo-Falcone, in orari compatibili sia con l'esplosione sia con il passaggio delle auto riprese dalle telecamere. Elementi che hanno portato alla sua individuazione, quando però manca ancora un movente.
Il procuratore della Dda di Lecce, Cataldo Motta, ha riferito che l'uomo fermato «ha confessato durante l'interrogatorio. La confessione non è soddisfacente, per cui le indagini comunque continueranno per completare il quadro investigativo". A chi gli chiedeva cosa sia stato sequestrato al fermato, Motta ha risposto: «Abbiamo una perquisizione ancora in corso». Il fermato, ha aggiunto Motta, avrebbe fabbricato da solo l'ordigno. "Non sappiamo se è l'uomo del video - ha concluso il procuratore della Dda di Lecce - non lo si può dire, fisicamente può essere compatibile». Vantaggiato è ora accusato del reato di strage con finalità di terrorismo.
(Twitter: @GuerraLuca88)