Politica
Assuntela Messina incontra il nobel per la pace Nadia Murad: "L'italia si impegni contro l'Isis"
Fu picchiata dagli uomini del sedicente stato islamico. Poi, per fortuna, riuscì a fuggire
Barletta - venerdì 14 giugno 2019
10.16 Comunicato Stampa
In Commissione Straordinaria per la Tutela e la promozione dei Diritti Umani del Senato, abbiamo avuto il piacere e l'onore di ospitare in audizione Nadia Murad, attivista per i diritti umani irachena yazida (comunità di etnia curda), nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui livelli e i meccanismi di tutela dei diritti umani vigenti in Italia e nella realtà internazionale.
Nadia, insignita del Premio Nobel per la pace 2018, ha una storia che dovrebbe invitare tutti a una profonda riflessione su quanto accade ancora oggi in tante parti del mondo: nell'agosto del 2014, a soli 21 anni, fu rapita e tenuta in ostaggio da parte dell'allora sedicente Stato islamico, insieme con altre 6700 donne yazide. Fu picchiata, ustionata con mozziconi di sigarette e stuprata dagli uomini dell'ISIS. Poi, per fortuna, riuscì a fuggire.
Nadia oggi è una donna libera che si batte come ambasciatrice delle Nazioni Unite per denunciare gli orrendi crimini contro l'umanità che lei stessa ha subìto e per i quali chiede giustizia.
In Iraq, sono ancora oltre 350mila gli yazidi sfollati nei campi profughi, senza identità. Nadia lotta per far sì che al suo popolo sia restituita la possibilità di tornare nella terra natia e ricostruire il Sinjad iracheno, nel nord del Paese. Da oltre un anno, gira il mondo per portare l'eco di una realtà tormentata e per chiedere la risoluzione dei conflitti e la ricostruzione umana, civile, culturale ed economica della sua terra. In qualità di membro della Commissione Diritti Umani del Senato, ritengo urgente e necessario profondere il nostro massimo impegno affinché la Repubblica Italiana aiuti gli yazidi a combattere l'emergenza sanitaria nei campi profughi, per poi farli tornare a casa, e sostenga Nadia a far riconoscere il genocidio del popolo yazida perseguitato dall'Isis"
Nadia, insignita del Premio Nobel per la pace 2018, ha una storia che dovrebbe invitare tutti a una profonda riflessione su quanto accade ancora oggi in tante parti del mondo: nell'agosto del 2014, a soli 21 anni, fu rapita e tenuta in ostaggio da parte dell'allora sedicente Stato islamico, insieme con altre 6700 donne yazide. Fu picchiata, ustionata con mozziconi di sigarette e stuprata dagli uomini dell'ISIS. Poi, per fortuna, riuscì a fuggire.
Nadia oggi è una donna libera che si batte come ambasciatrice delle Nazioni Unite per denunciare gli orrendi crimini contro l'umanità che lei stessa ha subìto e per i quali chiede giustizia.
In Iraq, sono ancora oltre 350mila gli yazidi sfollati nei campi profughi, senza identità. Nadia lotta per far sì che al suo popolo sia restituita la possibilità di tornare nella terra natia e ricostruire il Sinjad iracheno, nel nord del Paese. Da oltre un anno, gira il mondo per portare l'eco di una realtà tormentata e per chiedere la risoluzione dei conflitti e la ricostruzione umana, civile, culturale ed economica della sua terra. In qualità di membro della Commissione Diritti Umani del Senato, ritengo urgente e necessario profondere il nostro massimo impegno affinché la Repubblica Italiana aiuti gli yazidi a combattere l'emergenza sanitaria nei campi profughi, per poi farli tornare a casa, e sostenga Nadia a far riconoscere il genocidio del popolo yazida perseguitato dall'Isis"