La città
A Barletta sorgerà una "cittadella" della musica concentrazionaria
Dall’idea di Francesco Lotoro, nel cuore dell’ex Distilleria
Barletta - mercoledì 19 ottobre 2016
Una "cittadella" della musica concentrazionaria: è quanto concepito dalla fervida mente di Francesco Lotoro, barlettano classe 1964, pianista e massimo esperto mondiale della musica prodotta nei lager, nei gulag e nei campi di lavoro forzato tra il 1933 e il 1953. Sarà sita nella città della Disfida, nell'area dell'ex distilleria e ospiterà circa ottomila opere musicali e dodicimila di letteratura concentrazionaria, raccolte nella sua trentennale carriera sino ad oggi. Proprio a Francesco Lotoro è dedicato il cortometraggio realizzato dal regista franco-argentino Alexandre Valenti, dal titolo "The Maestro" che aprirà il Festival cinematografico ebraico londinese.
Al maestro non sarebbe certamente bastato un solo museo per un progetto tanto ambizioso: la Cittadella infatti si estenderà in un'area di ottomila metri quadri edificati sul finire dell'Ottocento, abbandonata nel 1977 per poi essere vincolata alla Soprintendenza. Così il grande maestro Lotoro – presidente della fondazione ILMC - ha presentato al comune di Barletta un progetto firmato dall'architetto Nicolangelo Dibitonto per il Bando di concorso della Presidenza dei ministri. A seguito dell'ok da parte della Giunta comunale ad agosto, i lavori prenderanno inizio a marzo e saranno conclusi entro il 2020.
Sul Messaggero, l'ideatore ha rivelato che uno dei cinque poli che comporranno la cittadella, sarà il Museo dell'arte rigenerata in opposizione all'arte degenerata, concepita dai nazisti. Essa comprendeva il jazz, la dodecafonia e il musical. Saranno poi esposti strumenti musicali recuperati nei campi e partiture scritte in cattività civile e militare. Vi saranno inoltre un archivio fotografico - in cui poter ascoltare quanto è stato già registrato - un Campus delle scienze musicali con corsi triennali e master, una libreria del Novecento e un teatro destinato alla produzione concertistica, sinfonica e teatrale. Nelle ampie vasche di decantazione saranno proiettate sul fondo cortometraggi e fotografie. Alcune sale ospiteranno lo staff, al momento impegnato nella realizzazione di un'enciclopedia cartacea "Thesaurus musicae concentrationariae".
La cittadella dunque, stando ai progetti del maestro barlettano, sarà un modo per salvare la musica scritta su qualunque mezzo di fortuna, dalla carta igienica ai sacchi di juta da parte di chi la vita l'ha persa per ragioni politiche o razziali in un momento epocale di aberrazione della civiltà. Torneranno a vivere le loro opere e un po', in fondo, anche le anime che le hanno concepite, nella consapevolezza che: "se tutti questi musicisti fossero sopravvissuti, la cultura umana ed il mondo musicale del XX secolo si sarebbero sviluppati in modo diverso".
Al maestro non sarebbe certamente bastato un solo museo per un progetto tanto ambizioso: la Cittadella infatti si estenderà in un'area di ottomila metri quadri edificati sul finire dell'Ottocento, abbandonata nel 1977 per poi essere vincolata alla Soprintendenza. Così il grande maestro Lotoro – presidente della fondazione ILMC - ha presentato al comune di Barletta un progetto firmato dall'architetto Nicolangelo Dibitonto per il Bando di concorso della Presidenza dei ministri. A seguito dell'ok da parte della Giunta comunale ad agosto, i lavori prenderanno inizio a marzo e saranno conclusi entro il 2020.
Sul Messaggero, l'ideatore ha rivelato che uno dei cinque poli che comporranno la cittadella, sarà il Museo dell'arte rigenerata in opposizione all'arte degenerata, concepita dai nazisti. Essa comprendeva il jazz, la dodecafonia e il musical. Saranno poi esposti strumenti musicali recuperati nei campi e partiture scritte in cattività civile e militare. Vi saranno inoltre un archivio fotografico - in cui poter ascoltare quanto è stato già registrato - un Campus delle scienze musicali con corsi triennali e master, una libreria del Novecento e un teatro destinato alla produzione concertistica, sinfonica e teatrale. Nelle ampie vasche di decantazione saranno proiettate sul fondo cortometraggi e fotografie. Alcune sale ospiteranno lo staff, al momento impegnato nella realizzazione di un'enciclopedia cartacea "Thesaurus musicae concentrationariae".
La cittadella dunque, stando ai progetti del maestro barlettano, sarà un modo per salvare la musica scritta su qualunque mezzo di fortuna, dalla carta igienica ai sacchi di juta da parte di chi la vita l'ha persa per ragioni politiche o razziali in un momento epocale di aberrazione della civiltà. Torneranno a vivere le loro opere e un po', in fondo, anche le anime che le hanno concepite, nella consapevolezza che: "se tutti questi musicisti fossero sopravvissuti, la cultura umana ed il mondo musicale del XX secolo si sarebbero sviluppati in modo diverso".