Povera Barletta, la lettera di un quasi 20enne ai suoi concittadini
Lavoro sottopagato, illegalità, sporcizia: la colpa è dei barlettani
venerdì 17 agosto 2018
iReport
«A cosa avete, abbiamo, ridotto Barletta. La città della Disfida, la piccola Milano, quella città che si contraddistingueva per il lavoro, la sua gente, le sue tradizioni, i suoi modi di fare, il suo ambiente, i suoi luoghi, il valore ad alto impatto storico-culturale ed avente anche due medaglie d'oro al valor civile e militare. Ma dov'è andato a finire questo senso del valor civile? Dove lo abbiamo abbandonato? Ma soprattutto, di chi ne è la responsabilità?
La responsabilità è nostra, di noi stupidi ed ignoranti cittadini. Balordi ed ingordi cittadini senza alcun rispetto che abbandonano i rifiuti per strada o ancora peggio tra le campagne, quelle stesse campagna che ci donano frutti che poi mangiamo con molta fierezza della nostra terra a tavola. Una città omertosa, dove l'illecito è legge e chi segue le regole è "un povero a lui", insomma un fesso. La città delle pisciate di gruppo negli angoli del centro storico, dei bicchieri e bottiglie del fine settimana abbandonati da tutte parti, del parcheggio selvaggio ed abusivo e del menefreghista del venditore ambulante, di cui molti abusivi, che vendono la stessa merce del negozio dinanzi a loro che paga regolarmente le tasse e cerca di "campare" alla giornata. Città delle raccomandazioni e del voto venduto alla prima, quasi sicuramente, falsa promessa. La città della canna tra i giovani, che lottano per trovare il pusher a mò di pronto intervento, ma non lottano per un qualcosa di utile e concreto per se stessi e la collettività. La città del mare inquinato, di cui tutti si lamentano ma nessuno si scomoda per scendere in piazza. O forse ci si fa grandi dicendo di protestare, ma al momento del fare, si insulta chi lo sta facendo, presupponendo che certa gente non abbia nulla da fare H24. Città in cui chi dovrebbe controllare e vigilare per competenze comunali, invece di chiudere un occhio, cammina costantemente con una benda in cemento armato, ma che viene tolta solo per multare nei soliti ed ormai noti posti. Ma soprattutto, quando chiami, non c'è mai una pattuglia disponibile. La città in cui la gente ha votato nuovamente, la gente che sta sotto chi in tanti anni, in realtà, di buono per Barletta non ha fatto nulla. È la città "delle facce brutte" e violente ormai note a tutti, ma nessuno interviene per aiutare. La città del mozzicone di sigaretta per terra e della carta, o il cellophane del pacchetto di sigarette, gettati dal finestrino. La città in cui il pedone per attraversare deve prima fare richiesta alle istituzioni, ma poi quello stesso pedone si butta al volo in angoli ciechi, inveendo poi contro l'automobilista che comunque si è prontamente fermato. La città dell'attraversamento pedonale in diagonale, a 3 metri dalle strisce di attraversamento. Barletta del parcheggio in terza fila, del che me ne frega e dell'insulto urlato rozzo. Delle biciclette rubate, delle ciabatte in spiaggia sparite e dei conti non pagati negli esercizi commerciali all'aperto.
Insomma barlettani, noi non faremo mai andare avanti questo nostro luogo, se prima non facciamo noi un passo di qualità. Ve lo scrive un ragazzo vicino ai vent'anni, che ormai non fa altro che sognare di scappare da questa mentalità retrograda e bigotta, motivo stesso della tanto incriminata "fuga di cervelli". Stiamo parlando di imprenditori e commercianti che vogliono alzare gli utili, aumentando la mole di lavoro, ma continuando a pagare il giovane dipendente neo diplomato neanche 500 euro al mese con un misero contratto da apprendista. La città del lavoro sottopagato ed anche il ricco si nasconde dietro la scusa "della crescita professionale".
Cara Barletta e barlettani, il progresso civile, culturale, turistico, economico, professionale non lo vedrete mai se non sarete voi i primi a cambiare. E che nessuno si lamenti dei giovani, i giovani non sono schiavi. Il cittadino non è uno stupido a cui dover rubare il voto per sedersi sulla poltrona, destabilizzare un progetto di cambiamento, come se a Barletta tutto andasse bene senza esserci il bisogno di modificare nulla. Il male di questa città siete tutti voi, che la state minacciando con quella pericolosa arma che è la vostra bassissima qualità di pensiero.
Con affetto un giovane anonimo, stanco della maggior parte di voi».
La responsabilità è nostra, di noi stupidi ed ignoranti cittadini. Balordi ed ingordi cittadini senza alcun rispetto che abbandonano i rifiuti per strada o ancora peggio tra le campagne, quelle stesse campagna che ci donano frutti che poi mangiamo con molta fierezza della nostra terra a tavola. Una città omertosa, dove l'illecito è legge e chi segue le regole è "un povero a lui", insomma un fesso. La città delle pisciate di gruppo negli angoli del centro storico, dei bicchieri e bottiglie del fine settimana abbandonati da tutte parti, del parcheggio selvaggio ed abusivo e del menefreghista del venditore ambulante, di cui molti abusivi, che vendono la stessa merce del negozio dinanzi a loro che paga regolarmente le tasse e cerca di "campare" alla giornata. Città delle raccomandazioni e del voto venduto alla prima, quasi sicuramente, falsa promessa. La città della canna tra i giovani, che lottano per trovare il pusher a mò di pronto intervento, ma non lottano per un qualcosa di utile e concreto per se stessi e la collettività. La città del mare inquinato, di cui tutti si lamentano ma nessuno si scomoda per scendere in piazza. O forse ci si fa grandi dicendo di protestare, ma al momento del fare, si insulta chi lo sta facendo, presupponendo che certa gente non abbia nulla da fare H24. Città in cui chi dovrebbe controllare e vigilare per competenze comunali, invece di chiudere un occhio, cammina costantemente con una benda in cemento armato, ma che viene tolta solo per multare nei soliti ed ormai noti posti. Ma soprattutto, quando chiami, non c'è mai una pattuglia disponibile. La città in cui la gente ha votato nuovamente, la gente che sta sotto chi in tanti anni, in realtà, di buono per Barletta non ha fatto nulla. È la città "delle facce brutte" e violente ormai note a tutti, ma nessuno interviene per aiutare. La città del mozzicone di sigaretta per terra e della carta, o il cellophane del pacchetto di sigarette, gettati dal finestrino. La città in cui il pedone per attraversare deve prima fare richiesta alle istituzioni, ma poi quello stesso pedone si butta al volo in angoli ciechi, inveendo poi contro l'automobilista che comunque si è prontamente fermato. La città dell'attraversamento pedonale in diagonale, a 3 metri dalle strisce di attraversamento. Barletta del parcheggio in terza fila, del che me ne frega e dell'insulto urlato rozzo. Delle biciclette rubate, delle ciabatte in spiaggia sparite e dei conti non pagati negli esercizi commerciali all'aperto.
Insomma barlettani, noi non faremo mai andare avanti questo nostro luogo, se prima non facciamo noi un passo di qualità. Ve lo scrive un ragazzo vicino ai vent'anni, che ormai non fa altro che sognare di scappare da questa mentalità retrograda e bigotta, motivo stesso della tanto incriminata "fuga di cervelli". Stiamo parlando di imprenditori e commercianti che vogliono alzare gli utili, aumentando la mole di lavoro, ma continuando a pagare il giovane dipendente neo diplomato neanche 500 euro al mese con un misero contratto da apprendista. La città del lavoro sottopagato ed anche il ricco si nasconde dietro la scusa "della crescita professionale".
Cara Barletta e barlettani, il progresso civile, culturale, turistico, economico, professionale non lo vedrete mai se non sarete voi i primi a cambiare. E che nessuno si lamenti dei giovani, i giovani non sono schiavi. Il cittadino non è uno stupido a cui dover rubare il voto per sedersi sulla poltrona, destabilizzare un progetto di cambiamento, come se a Barletta tutto andasse bene senza esserci il bisogno di modificare nulla. Il male di questa città siete tutti voi, che la state minacciando con quella pericolosa arma che è la vostra bassissima qualità di pensiero.
Con affetto un giovane anonimo, stanco della maggior parte di voi».