Manifatturiero, «gli studenti di Barletta snobbano questi indirizzi richiesti dal mondo del lavoro»
Una lettera aperta dell'imprenditore Giuseppe Cortellino
venerdì 27 aprile 2018
iReport
«Oggi corriamo il serio pericolo di perdere la tradizione italiana della produzione manifatturiera, riconosciuta ed apprezzata in tutto il mondo, che potrebbe essere il volano della ripresa economica del paese. In particolare sul nostro territorio del nord barese, il settore tessile e calzaturiero ha consentito di sviluppare tantissimo lavoro e nonostante la crisi del paese rappresenta a tutt'oggi il settore di maggiore occupazione lavorativa.
Un settore sicuramente su cui si può ancora puntare, visto il valore delle esportazioni in continua crescita. Nonostante negli ultimi decenni abbia subito notevoli mutazioni, adeguandosi alle nuove esigenze dei mercati nazionale e internazionali dovute alla globalizzazione e alla crisi economica del nostro paese, le imprese del settore hanno mantenuto sul nostro territorio il centro nevralgico delle loro attività e NON hanno certo spostato all'estero la modelleria che rappresenta l'impronta del design made in Italy che è il valore aggiunto delle nostre produzioni.à
Tutto questo però si scontra con un sistema scolastico poco adeguato alle esigenze del mondo del lavoro e con la mancanza di appeal che ultimamente hanno gli indirizzi scolastici che formano tecnici specialisti. In conclusione, nonostante l'alta percentuale di impiego degli stessi, il nostro territorio oggi registra una preoccupante mancanza di MODELLISTI di Abbigliamento, MODELLISTI di Calzature e PRODUCT MANAGER (Addetti alla preparazione del prodotto). Sebbene gli istituti tecnici e professionali locali (IPSIA, ITIS, ITC per ragionieri, ITG per geometri) abbiano mostrato interesse verso il problema, gli studenti invece continuano a snobbare sempre più questi indirizzi scolastici tanto richiesti dal mondo del lavoro, che offrono opportunità di lavoro certamente maggiori di tante altre qualifiche.
A tutti rivolgo l'invito a non trascurare le opportunità del lavoro della manifattura industriale e artigianale, che rappresenta il carattere distintivo del MADE IN ITALY. Tanti genitori pensano sempre (giustamente) al massimo per i propri figli; ma quanti avvocati, infermieri, professori, psicologi, ecc., potranno trovare lavoro? Non tutti coloro che lo desiderano, questa è purtroppo la realtà. Mentre oggi l'industria riprende il suo percorso, dopo la grande crisi, e le funzioni più qualificate, sempre rimaste in Italia, e che fanno la differenza, rischiano di scomparire facendoci perdere le nostre caratteristiche peculiari, prima fra tutte l'inventiva, l'artigianalità, la manualità qualificata. Proprio nel momento in cui le attività più qualificate in tanti settori stanno già rientrando in Italia, dovremo affrontare la "CRISI DELLE VOCAZIONI"?
Perché allora le grandi firme, colossi mondiali della moda aprono nuove fabbriche di calzature, borse, accessori, SOLO in Italia? Negli ultimi anni Gucci, Dior e Luis Vuitton hanno aperto nuovi stabilimenti in Veneto e in Toscana! Perché dichiarano che solo in Italia si possono realizzare certi prodotti? Invito tutti a meditare, a valutare le altre opportunità che può offrire un diverso percorso scolastico orientato alle specializzazioni più tradizionali apportatrici di "creatività, artigianalità e innovazione" offerte dall'industria manifatturiera».
Giuseppe Cortellino, imprenditore di Barletta
Un settore sicuramente su cui si può ancora puntare, visto il valore delle esportazioni in continua crescita. Nonostante negli ultimi decenni abbia subito notevoli mutazioni, adeguandosi alle nuove esigenze dei mercati nazionale e internazionali dovute alla globalizzazione e alla crisi economica del nostro paese, le imprese del settore hanno mantenuto sul nostro territorio il centro nevralgico delle loro attività e NON hanno certo spostato all'estero la modelleria che rappresenta l'impronta del design made in Italy che è il valore aggiunto delle nostre produzioni.à
Tutto questo però si scontra con un sistema scolastico poco adeguato alle esigenze del mondo del lavoro e con la mancanza di appeal che ultimamente hanno gli indirizzi scolastici che formano tecnici specialisti. In conclusione, nonostante l'alta percentuale di impiego degli stessi, il nostro territorio oggi registra una preoccupante mancanza di MODELLISTI di Abbigliamento, MODELLISTI di Calzature e PRODUCT MANAGER (Addetti alla preparazione del prodotto). Sebbene gli istituti tecnici e professionali locali (IPSIA, ITIS, ITC per ragionieri, ITG per geometri) abbiano mostrato interesse verso il problema, gli studenti invece continuano a snobbare sempre più questi indirizzi scolastici tanto richiesti dal mondo del lavoro, che offrono opportunità di lavoro certamente maggiori di tante altre qualifiche.
A tutti rivolgo l'invito a non trascurare le opportunità del lavoro della manifattura industriale e artigianale, che rappresenta il carattere distintivo del MADE IN ITALY. Tanti genitori pensano sempre (giustamente) al massimo per i propri figli; ma quanti avvocati, infermieri, professori, psicologi, ecc., potranno trovare lavoro? Non tutti coloro che lo desiderano, questa è purtroppo la realtà. Mentre oggi l'industria riprende il suo percorso, dopo la grande crisi, e le funzioni più qualificate, sempre rimaste in Italia, e che fanno la differenza, rischiano di scomparire facendoci perdere le nostre caratteristiche peculiari, prima fra tutte l'inventiva, l'artigianalità, la manualità qualificata. Proprio nel momento in cui le attività più qualificate in tanti settori stanno già rientrando in Italia, dovremo affrontare la "CRISI DELLE VOCAZIONI"?
Perché allora le grandi firme, colossi mondiali della moda aprono nuove fabbriche di calzature, borse, accessori, SOLO in Italia? Negli ultimi anni Gucci, Dior e Luis Vuitton hanno aperto nuovi stabilimenti in Veneto e in Toscana! Perché dichiarano che solo in Italia si possono realizzare certi prodotti? Invito tutti a meditare, a valutare le altre opportunità che può offrire un diverso percorso scolastico orientato alle specializzazioni più tradizionali apportatrici di "creatività, artigianalità e innovazione" offerte dall'industria manifatturiera».
Giuseppe Cortellino, imprenditore di Barletta