«Che peccato vedere una città come Barletta prigioniera di inciviltà e arroganza»
La lettera di una giovane mamma
sabato 15 maggio 2021
iReport
«Gentilissima redazione, chi vi scrive è una giovane mamma.
Dopo un percorso di studio e inizio lavorativo lontano dalla mia amata città di Barletta, ho coronato il mio sogno ovvero quello di ritornare nella mia cara e bella città e dai miei affetti più cari. Con mio marito abbiamo acquistato casa e abbiamo messo su famiglia.
Vi scrivo perché sono davvero dispiaciuta, e spero che le mie righe siano ben comprese da tutti. Fare paragoni mi ha sempre infastidito in qualsiasi campo, e anche questa volta mi reca noie. Ho vissuto e lavorato in molte città d'Italia e alcune europee e davvero ho sempre pensato che la nostra bella Barletta non "potrebbe" mancare di nulla. Se non…
Da mamma, forse ho attenzionato maggiormente le criticità. Con due bimbi piccoli, noto con molto dispiacere, come le aree verdi attrezzate in città dedicate ai nostri pargoli sono scarse e quelle poche tenute in condizioni non soddisfacenti. Prendiamo ad esempio il quartiere borgovilla/patalini. Ci sarebbero degli spazi ampiamente accettabili ma tenuti in pessimo stato. Ad esempio, come non ricordare il parco di Via Ungaretti aperto e abbandonato in pochissimo tempo.
Uno spazio ci sarebbe in questa zona, ovvero il celebre parco dell'Umanità. Ma davvero è umiliante la sporcizia lasciata da scorribande di ragazzacci, il terrore che ti piomba mentre ti sfrecciano con bici ole temutissime bici elettriche. Cosa che avviene anche in altri parchi cittadini.
A proposito di questo ultimo tratto, la città non può essere ostaggio di piccoli teppistelli che dal centro alla periferia, sfrecciano su mezzi a due ruote e con arroganza e prepotenza talvolta cercano lo scontro verbale e fisico.
Non più tardi di qualche giorno fa, con mio marito abbiamo deciso di portare i nostri piccoli lungo la litoranea per far respirare loro un po' di aria sana. Con dispiacere dopo non molto abbiamo desistito poiché ad alcuni mascalzoni arroganti facevamo notare di non lasciare bottiglie di vetro che avrebbero potuto causare danni qualora si fossero rotte. Di tutta risposta da un ragazzino abbiamo ricevuto come risposta un sonoro rutto con gli amici che compiaciuti ridevano. Abbiamo fatto finta di nulla e abbiamo portato i nostri bambini alla meritata passeggiata, ma anche li tra immondizia e slalom di bici, abbiamo tristemente fatto dietrofront.
Che peccato vedere una città come Barletta prigioniera di inciviltà e arroganza. Sono i barlettani, prima che le istituzioni, che devono disapprovare e reagire con fermezza a comportamenti che nulla hanno a che vedere con una società civile. Le istituzioni dalla loro parte devono monitorare questi orde di mascalzoni e nel contempo creare contenitori culturali che combattano la noia che sfocia in villania di queste orde selvagge.
Il cittadino deve inoltre sentirsi sicuro e protetto da chi è proposto al controllo del territorio. E dispiace dirlo tutto questo è scarsamente recepito da tutti i cittadini. Concludo dicendo che alla stragrande maggioranza dei barlettani civili non servono misure tampone, qualche posto di blocco con qualche bicicletta sequestrata o dei posti di blocco una tantum, ma maggiore attenzione a una città che merita rispetto».
Lucia F.
Dopo un percorso di studio e inizio lavorativo lontano dalla mia amata città di Barletta, ho coronato il mio sogno ovvero quello di ritornare nella mia cara e bella città e dai miei affetti più cari. Con mio marito abbiamo acquistato casa e abbiamo messo su famiglia.
Vi scrivo perché sono davvero dispiaciuta, e spero che le mie righe siano ben comprese da tutti. Fare paragoni mi ha sempre infastidito in qualsiasi campo, e anche questa volta mi reca noie. Ho vissuto e lavorato in molte città d'Italia e alcune europee e davvero ho sempre pensato che la nostra bella Barletta non "potrebbe" mancare di nulla. Se non…
Da mamma, forse ho attenzionato maggiormente le criticità. Con due bimbi piccoli, noto con molto dispiacere, come le aree verdi attrezzate in città dedicate ai nostri pargoli sono scarse e quelle poche tenute in condizioni non soddisfacenti. Prendiamo ad esempio il quartiere borgovilla/patalini. Ci sarebbero degli spazi ampiamente accettabili ma tenuti in pessimo stato. Ad esempio, come non ricordare il parco di Via Ungaretti aperto e abbandonato in pochissimo tempo.
Uno spazio ci sarebbe in questa zona, ovvero il celebre parco dell'Umanità. Ma davvero è umiliante la sporcizia lasciata da scorribande di ragazzacci, il terrore che ti piomba mentre ti sfrecciano con bici ole temutissime bici elettriche. Cosa che avviene anche in altri parchi cittadini.
A proposito di questo ultimo tratto, la città non può essere ostaggio di piccoli teppistelli che dal centro alla periferia, sfrecciano su mezzi a due ruote e con arroganza e prepotenza talvolta cercano lo scontro verbale e fisico.
Non più tardi di qualche giorno fa, con mio marito abbiamo deciso di portare i nostri piccoli lungo la litoranea per far respirare loro un po' di aria sana. Con dispiacere dopo non molto abbiamo desistito poiché ad alcuni mascalzoni arroganti facevamo notare di non lasciare bottiglie di vetro che avrebbero potuto causare danni qualora si fossero rotte. Di tutta risposta da un ragazzino abbiamo ricevuto come risposta un sonoro rutto con gli amici che compiaciuti ridevano. Abbiamo fatto finta di nulla e abbiamo portato i nostri bambini alla meritata passeggiata, ma anche li tra immondizia e slalom di bici, abbiamo tristemente fatto dietrofront.
Che peccato vedere una città come Barletta prigioniera di inciviltà e arroganza. Sono i barlettani, prima che le istituzioni, che devono disapprovare e reagire con fermezza a comportamenti che nulla hanno a che vedere con una società civile. Le istituzioni dalla loro parte devono monitorare questi orde di mascalzoni e nel contempo creare contenitori culturali che combattano la noia che sfocia in villania di queste orde selvagge.
Il cittadino deve inoltre sentirsi sicuro e protetto da chi è proposto al controllo del territorio. E dispiace dirlo tutto questo è scarsamente recepito da tutti i cittadini. Concludo dicendo che alla stragrande maggioranza dei barlettani civili non servono misure tampone, qualche posto di blocco con qualche bicicletta sequestrata o dei posti di blocco una tantum, ma maggiore attenzione a una città che merita rispetto».
Lucia F.