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Sconcer-Tatò: il Barletta Calcio e i dubbi sul futuro

In 288 caratteri potrebbe esserci la svolta negativa, tutte le ipotesi

Siamo nell'epoca dei social networks, questo è vero. Ma riassumere in poco più di due "tweet" (288 caratteri) una notizia del genere è davvero una scelta thrilling. Questo avrà pensato il lettore multimedialmente colto che ha letto con dispiacere la notizia del distacco dei Tatò ("La S.S. Barletta Calcio comunica che Roberto Tatò, Presidente della stessa società e suo figlio Walter, che nella S.S. Barletta Calcio ricopriva il ruolo di Vice-Presidente, hanno deciso di rassegnare le proprie dimissioni dai loro rispettivi incarichi. La decisione ha effetto immediato"). Tanti e variegati i motivi che avrebbero potuto portare il patron biancorosso e suo figlio al momentaneo allontanamento: idee che potrebbero significare tutto come niente al tempo stesso. Dalla migliore delle ipotesi, un allontanamento "tecnico", solo sulla carta, dovuto alle inibizioni arrivate dalla Disciplinare (in scadenza il 15 giugno), restando così proprietari del club, fino alla peggiore, l'effettiva volontà di lasciare la gestione economica dell'azienda-Barletta Calcio. In assenza di motivazioni ufficiali, bisogna aguzzare l'ingegno. Rileggiamo insieme, dalla più nera alla più rosea, la Top 5 delle ipotesi che avrebbero potuto condurre all'amara decisione, cercando di interpretare anche gli scossi animi del tifo biancorosso:

La crisi economica paga anche nel calcio
La stagione appena conclusa è stata dispendiosa sotto tutti i punti di vista per il sodalizio biancorosso e i suoi componenti, da dirigenza a organico passando per la segreteria. Ripercorrendo l'annata, sembreranno essere passati 9 anni, non 9 mesi, da quel Barletta-Frosinone 1-0. Tante spese le ha comportate anche il versante economico: oltre 30 calciatori hanno calcato il campo con la divisa biancorossa, con ingaggi più o meno elevati a seconda dei casi. Il risultato? Appena 49 punti e playoff mancati (penalizzazione o meno, troppo pochi, nemmeno il 50% di quelli a disposizione). A occhio e croce, l'annata 2011/2012 ha comportato spese pari ad almeno 5-6 milioni di euro, tanti, forse troppi: nella peggiore delle ipotesi il presidente Tatò avrebbe potuto pensare "Perché continuare?", e il comunicato scarno prodotto ieri potrebbe essere solo l'inizio di un completo distacco. A quel punto la data del 25 giugno, che prevede il versamento dalla prima rata per l'iscrizione in Lega Pro, potrebbe diventare molto, molto vicina;

Le troppe amarezze dopo il ricorso al Tnas
Il post-ricorso al Tnas, quel maledetto 15 maggio che ha di fatto chiuso le possibilità del Barletta di recuperare il prezioso punto in classifica e il conseguente accesso ai playoff; un evento al quale è seguito un "tam-tam" mediatico, tra tifosi e parte della stampa, dal quale sono derivate tante ed esagerate colpe "attribuite" al presidente biancorosso per l'ingenuità mostrata nella questione-Gambling. Una botta dura da digerire per una persona che aveva investito tanto tempo e denaro nella causa biancorossa, inaccettabile dopo accolto come lo "sceicco" in estate, quando aveva speso tanti soldi per costruire una squadra in grado di arrivare ai piani alti, e dopo essere stato quasi "ripudiato" a fine campionato, quando una ridotta frangia di tifoseria, evidentemente con fare frettoloso, avevano visto solo nel punto di penalizzazione giunto per una grossolana ingenuità della dirigenza la colpa dei playoff sfuggiti di mano. Fonti vicine a Tatò da tempo vociferavano circa il possibile distacco del presidente dopo l'esito negativo del detto ricorso: rumors o cenni di verità?;

Provocazione ai vertici della Lega Pro
Lotta aperta con la Lega Pro nelle persone del presidente Macalli e del Dg Ghirelli, per l'ostilità mostrata dalla Lega di Firenze al rinvio dei playoff, che avrebbe potuto influire sul ricorso del Barletta Calcio respinto dal Tnas? E' un'ipotesi valida, conoscendo il vulcanico carattere del numero 1 biancorosso. La contrapposizione ai vertici della Lega Pro è stata evidente sin dal primo giorno post-deferimento, quell'ormai "maledetto" 17 febbraio: una posizione, quella dell'accoppiata Macalli-Ghirelli, concretizzatasi anche nel comunicato emanato a poche ore dalla decisione dell'Arbitro Unico Vessichelli, dove si stabiliva la ferrea volontà della Lega Pro di iniziare nelle date prestabilite playout e playoff. L'amarezza di Tatò potrebbe legittimamente derivare da una semplice riflessione: il Piacenza, fallito sul campo e di fatto latitante in pagamento di stipendi ai propri tesserati da mesi, ha completato il torneo e tutti sappiamo come (2-2 al "Garilli, dice niente?), lo stesso dicasi per società come Triestina e Pergocrema, che difficilmente riusciranno a iscriversi al prossimo torneo e hanno concluso regolarmente il torneo complici punizioni-soft. Per tacere della mancanza di provvedimenti nell'immediato, rinviati alla prossima stagione, nei confronti delle società coinvolte nel caso-calcioscommesse, Spezia e Cremonese nella fattispecie del girone B del campionato di Prima Divisione. Due pesi e due misure che potrebbero aver turbato Tatò, tanto da portarlo a questa aperta "provocazione" alla Lega Pro;

Messaggio in codice per sfoltire l'organico
La rosa biancorossa 2011/2012, al netto dei calciatori tornati alla casa-madre per fine prestito, vede oggi a libro-paga 19 calciatori: tra questi due hanno un legame fino al 2014 (Simoncelli e Franchini), tanti vedranno scadere il proprio contratto nel 2013 (tra questi Mengoni, Mazzeo, Pane, Schetter, Migliaccio, Petterini, Di Gennaro, tanto per dirne alcuni) e alcuni che saluteranno a fine giugno (Masiero, Cerone, Guerri, Infantino, Di Cecco). Ingaggi pesanti, alcuni ormai fuori categoria e superiori ai 100.000 euro annui: troppi per quanto la rosa ha reso nel campionato appena terminato. Il distacco dei Tatò potrebbe essere un messaggio cifrato ai contrattualizzati a "tre cifre" in organico: si stringono i rubinetti, meglio che vi cerchiate un'altra sistemazione. Una linea che fa il paio con le idee di restyling di cui abbiamo parlato, una linea astuta che prevederebbe un addio "fittizio" ai colori biancorossi;

L'inibizione e la ricerca di nuovi soci
Il provvedimento della Disciplinare, oltre al punto di penalizzazione, aveva portato nella sua amara dote inibizioni di 3 mesi nei confronti di Roberto Tatò, all'epoca dei fatti Presidente con potere di rappresentanza della Società pugliese, e di due anni nei confronti di Walter Paride Tatò, all'epoca dei fatti Vice Presidente con potere di rappresentanza della stessa società, ammende nei confronti dei due dirigenti per un totale di 40.000,00 €. Divieti che si sommano a quelli prodotti dal caso-Siracusa nei confronti del segretario Damato, del dg Falcone e del team manager Napoletano, inibiti per 8 mesi: al netto dei provvedimenti metà dell'organigramma del direttivo biancorosso non può esprimersi in ambiti prettamente calcistici. La "revisione" forzata delle cariche imposte dalle dimissioni di ieri potrebbe risultare semplicemente e ottimisticamente il viatico verso l'innesto di nuove forze rappresentative in dirigenza, fermo restando il completo impegno economico dei Tatò, e, perché no, di nuova linfa economica da nuovi investitori. Ma la seconda resta forse una chimera…;
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