Calcio
Punto (e a capo) Barletta dopo la sconfitta con il SudTirol
Si ripresentano i vecchi difetti per una squadra ancora in cerca di continuità
Barletta - domenica 26 febbraio 2012
19.26
Punto e a capo. Il Barletta così proprio non va e dalla trasferta tirolese il pullman biancorosso è tornato con insieme i fantasmi del passato, che hanno ripreso ad aleggiare minacciosamente attorno ad una squadra che dopo la vittoria sul Bassano riprende a mostrare tutti i limiti che avevano caratterizzato la passata gestione Cari
Deficit caratteriale (N-esimo capitolo)
Contro il SudTirol, squadra tutt'altro che proiettata verso una tranquilla salvezza a dispetto delle dichiarazioni dei drigenti, i biancorossi mettono in scena una della peggiori prestazioni della stagione contro un avversario comunque inferiore dal punto di vista del tasso tecnico e dell'esperienza. Eppure sono i padroni di casa a spuntarla con un risultato che per come maturato testimonia i momenti di blackout di un collettivo che fino a questo momento lontano dal Puttilli non ha mai dato l'impressione di saper prendere in mano le redini dell'incontro, avendo imposto il proprio gioco solo a sprazzi senza riuscire a prendere stabilmente il sopravvento. Non ingannino infatti i due gol di Schetter e Mazzeo, lampi isolati in un contesto di squadra che continua a manifestare un deficit caratteriale che lascia sbigottiti se si considera l'età media e il curriculum di gran parte degli elementi scesi in campo al "Druso". Un paradosso che ci continua a far ammattire, perché se è vero che questa rosa risulti probabilmente tra le più dotate tecnicamente, per converso non ha ancora trovato quell'armonia psicologica che spesso e volentieri alla lunga può esser valore aggiunto di un gruppo.
Di Costanzo inciampa
Sotto l'aspetto tattico è invece durata poco l'impronta impressa da Di Costanzo sulla squadra, perché già alla sua seconda panchina in biancorosso il nuovo mister è entrato in confusione, dopo essersi accorto di aver sbagliato le scelte iniziali. Checché se ne dica, quel 4-4-1-1 con cui i biancorossi hanno iniziato la partita aveva tutti i buoni propositi del calcio rapido e spumeggiante sulle fasce, propositi che però venivano puntualmente mortificati dagli interpreti scelti per questo schieramento: al momento pare infatti improponibile che due centrocampisti non propriamente giovani e aitanti come De Liguori e Romondini possano accollarsi il peso di una linea mediana troppe volte scoperta alle offensive avversarie. L'ex Perogocrema – peggiore in campo e sul quale pesa come un macigno la responsabilità del secondo gol tirolese - è apparso in ritardo di condizione, poco lucido negli appoggi e troppo lento nelle ripartenze. Del resto proprio su queste colonne avevamo sottolineato la necessità, per una rosa così composta, che la squadra venisse schierata con un più equilibrato 4-3-3, in cui un regista di centrocampo possa giocare coperto da due interni che ben potrebbero corrispondere alle caratteristiche dei vari Di Cecco, Zappacosta e De Liguori. Nessuno di certo si aspettava che il nuovo tecnico potesse rivoltare come un guanto la squadra ma è altrettanto vero che, dopo due settimane di ulteriore ambientamento per conoscere la rosa a disposizione, una partita giocata come ieri se non suona come campanello d'allarme poco ci manca.
Classifica "inutile"
Intanto la classifica continua a mostrare il doppio volto della felicità e dello sconforto a seconda ce si giochi o no al Puttilli. Il quinto posto in condominio con altre tre squadre possono tenere accesa una fiammella di speranza che rischia però di essere ulteriormente ridimensionata non solo alla luce dei recuperi che Lanciano e Carrarese devono ancora giocare, ma anche e soprattutto alla luce degli effettivi valori espressi in campo.
Immaginate di assistere a due o tre partite consecutive di questo Barletta senza sapere in quale posizione di classifica si trovi. Riuscireste a pensare che questa squadra possa lottare per i vertici della classifica?
Marco Bruno
Deficit caratteriale (N-esimo capitolo)
Contro il SudTirol, squadra tutt'altro che proiettata verso una tranquilla salvezza a dispetto delle dichiarazioni dei drigenti, i biancorossi mettono in scena una della peggiori prestazioni della stagione contro un avversario comunque inferiore dal punto di vista del tasso tecnico e dell'esperienza. Eppure sono i padroni di casa a spuntarla con un risultato che per come maturato testimonia i momenti di blackout di un collettivo che fino a questo momento lontano dal Puttilli non ha mai dato l'impressione di saper prendere in mano le redini dell'incontro, avendo imposto il proprio gioco solo a sprazzi senza riuscire a prendere stabilmente il sopravvento. Non ingannino infatti i due gol di Schetter e Mazzeo, lampi isolati in un contesto di squadra che continua a manifestare un deficit caratteriale che lascia sbigottiti se si considera l'età media e il curriculum di gran parte degli elementi scesi in campo al "Druso". Un paradosso che ci continua a far ammattire, perché se è vero che questa rosa risulti probabilmente tra le più dotate tecnicamente, per converso non ha ancora trovato quell'armonia psicologica che spesso e volentieri alla lunga può esser valore aggiunto di un gruppo.
Di Costanzo inciampa
Sotto l'aspetto tattico è invece durata poco l'impronta impressa da Di Costanzo sulla squadra, perché già alla sua seconda panchina in biancorosso il nuovo mister è entrato in confusione, dopo essersi accorto di aver sbagliato le scelte iniziali. Checché se ne dica, quel 4-4-1-1 con cui i biancorossi hanno iniziato la partita aveva tutti i buoni propositi del calcio rapido e spumeggiante sulle fasce, propositi che però venivano puntualmente mortificati dagli interpreti scelti per questo schieramento: al momento pare infatti improponibile che due centrocampisti non propriamente giovani e aitanti come De Liguori e Romondini possano accollarsi il peso di una linea mediana troppe volte scoperta alle offensive avversarie. L'ex Perogocrema – peggiore in campo e sul quale pesa come un macigno la responsabilità del secondo gol tirolese - è apparso in ritardo di condizione, poco lucido negli appoggi e troppo lento nelle ripartenze. Del resto proprio su queste colonne avevamo sottolineato la necessità, per una rosa così composta, che la squadra venisse schierata con un più equilibrato 4-3-3, in cui un regista di centrocampo possa giocare coperto da due interni che ben potrebbero corrispondere alle caratteristiche dei vari Di Cecco, Zappacosta e De Liguori. Nessuno di certo si aspettava che il nuovo tecnico potesse rivoltare come un guanto la squadra ma è altrettanto vero che, dopo due settimane di ulteriore ambientamento per conoscere la rosa a disposizione, una partita giocata come ieri se non suona come campanello d'allarme poco ci manca.
Classifica "inutile"
Intanto la classifica continua a mostrare il doppio volto della felicità e dello sconforto a seconda ce si giochi o no al Puttilli. Il quinto posto in condominio con altre tre squadre possono tenere accesa una fiammella di speranza che rischia però di essere ulteriormente ridimensionata non solo alla luce dei recuperi che Lanciano e Carrarese devono ancora giocare, ma anche e soprattutto alla luce degli effettivi valori espressi in campo.
Immaginate di assistere a due o tre partite consecutive di questo Barletta senza sapere in quale posizione di classifica si trovi. Riuscireste a pensare che questa squadra possa lottare per i vertici della classifica?
Marco Bruno