Il Kung fu e l’arte del shuang jiè gùn

Il shuang jiè gùn ( in giapponese nunchaku ) è un'arma tradizionale diffusa in Cina, dove fu inventata nel VII secolo, partendo dall'idea del morso dei cavalli. Quest'arma è costituita da due corti bastoni uniti da una corta catena o corda. In origine era usata dai contadini cinesi per trebbiare il grano e il riso, divenendo poi un'efficace arma utile all'autodifesa. Tornando ai giorni nostri, il shuang jiè gùn è stato utilizzato in alcuni film di arti marziali, tra cui ricordiamo l'uso magistrale che ne fa Bruce Lee nei film «I tre dell'operzione Drago» e «L'ultimo combattimento di Chen ( The game of death )». Presso l'a.s.d. Centro discipline orientali di Barletta si studia l'utilizzo di quest'arma da difesa, oltre alle tante tecniche di combattimento a mani nude.

Poniamo qualche domanda al maestro Ruggero Sguera.

L'uso costante del shuang jiè gùn migliora i riflessi?
Si. Il suo utilizzo sviluppa un'eccezionale prontezza di riflessi, e soprattutto una spiccata capacità di controllo del proprio corpo e dell'arma, che con l'uso costante diventano una cosa sola.

La pratica del shuang jiè gùn ha effetti salutari sulle articolazioni e sui muscoli?
Certamente. Tutti i movimenti rispettano la fisiologia di muscoli e articolazioni, apportando effetti benefici.

Si può considerare la pratica del shuang jiè gùn come una forma di ginnastica?
Le forme del shuang jiè gùn sono una forma di ginnastica, alla quale si associa una componente marziale di difesa – attacco.